Anche la noia ha un suo prezzo. Ed alto, se si considera quanto accaduto a Elon Musk di Tesla: il titolo della casa automobilistica è crollato in borsa dopo che il ceo dell’azienda ha snobbato le domande degli analisti perché ritenute “noiose e stupide”.
Tesla non sta passando certo un bel periodo, tra conti in rosso e una produzione che sembra non ingranare, all’azienda non servono altre grane, ma a Musk non sembra importare. E l’eclettico imprenditore non solo si permette (il 1 aprile) di scherzare sulle sorti dell’azienda auto, annunciando su Twitter il fallimento, ma agli analisti e giornalisti che chiedono delucidazioni su cosa sta accendo e su cosa accadrà li accusa di noia.
DOMANDE NOIOSE
Tesla brucia più soldi di quelli che si può permettere. E alla domanda sul se e quando la società californiana chiederà agli investitori nuovo denaro fresco, fatta da Toni Sacconaghi, analista di Sanford C Bernstein & Co, Elon Musk ha risposto “Scusatemi. La prossima. Domande stupide e noiose non sono cool. La prossima”.
Ma a Joseph Spak di RBC Capital Markets non è andata meglio e quando gli ha chiesto degli ordini del Model 3, Musk ha detto: “Mi dispiace, Prendiamo domande da YouTube. Scusate le vostre sono troppo monotone e mi stanno uccidendo”, spostando l’attenzione su un Vlogger di un canale su YouTube visto da oltre 9 mila persone, più interessato ai temi tecnologici che ai dati finanziari. “”, ha detto Musk.
E IL TITOLO CROLLA IN BORSA
Ma ignorare le domande degli analisti non è stata cosa gradita al mercato, che punito Elon Musk con un ribasso del 7,85% mercoledì nell’after hours. Un brutto colpo, soprattutto se si pensa che nemmeno la perdita record di quasi 710 milioni, più del doppio dei primi 3 mesi del 2017 aveva fatto crollare tanto il titolo.
NON BASTA L’OTTIMISMO DI MUSK
Le sole rassicurazioni di Elon Musk non bastano. Il ceo della casa automobilistica delle auto elettriche è convinto che l’azienda ha un futuro e che gli attuali problemi di produzione siano solo passeggeri. Ma l’impresa non è semplice: perchè la società arrivi ad essere in attivo nei primi mesi del 2019, Tesla dovrà produrre almeno 5mila Model 3 alla settimana entro la seconda metà del 2018. Ma fino ad oggi, la casa automobilistica delle auto elettriche ha mancato tutti gli obiettivi.