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Così l’Antitrust ha affondato l’affare tra Msc e Moby

Msc, la compagnia di navigazione della famiglia Aponte, rinuncia ad acquisire Moby Lines dagli Onorato dopo l'istruttoria dell'Antitrust per possibile condotta anticoncorrenziale. Tutti i dettagli

Mediterranean Shipping Company (Msc), la compagnia di navigazione italo-svizzera fondata da Gianluigi Aponte, ha fatto sapere di aver rinunciato all’acquisizione di Moby Lines, società specializzata nel trasporto passeggeri via traghetto ma attiva anche nel comparto merci. La decisione è stata presa dopo l’istruttoria dello scorso novembre dell’Agcm, l’autorità  antitrust, per “possibili violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”, quello che vieta i comportamenti anticoncorrenziali da parte delle imprese e bandisce l’abuso di posizione dominante.

COSA DICEVA L’ISTRUTTORIA DELL’ANTITRUST

Nell’istruttoria, l’Agcm segnalava il rischio di “restrizione della concorrenza” nel trasporto marittimo nel mar Mediterraneo nel caso di acquisizione di Moby da parte di Msc. Nel documento si faceva riferimento in particolare a Grandi Navi Veloci (Gnv), società di navigazione controllata da Msc attraverso la holding Sas Shipping Agencies Services.

“I mercati nei quali operano Moby e Gnv sono estremamente concentrati e caratterizzati dalla presenza di un numero esiguo di imprese”, scriveva l’Agcm. “In questo contesto, la creazione di un forte legame strutturale tra Moby e Gnv, discendente dall’operazione di acquisizione della partecipazione del 49% di Sas nel capitale di Moby” potrebbe “produrre un deterioramento delle dinamiche concorrenziali sui mercati interessati, in violazione dell’articolo 101 Tfue. In particolare, l’acquisizione di una partecipazione di minoranza di Sas in Moby potrebbe facilitare, anche attraverso contatti tra le parti, il coordinamento delle rispettive politiche commerciali”.

“Da ultimo”, concludeva l’autorità, “l’acquisizione di una partecipazione di minoranza di Sas in Moby appare potenzialmente idonea a deprimere la concorrenza anche sui mercati rilevanti sui quali Gnv e Moby competono con Grimaldi, potendo favorire l’emersione di un equilibrio collusivo a detrimento dei consumatori”.

MSC RINUNCIA A MOBY: COSA SUCCEDE ORA

Così, per evitare che l’istruttoria dell’Agcm conduca a una sanzione, Msc ha rinunciato ad acquisire Moby e cederà la quota del 49 per cento al gruppo Onorato Armatori (prende il nome dal fondatore Achille Onorato). Moby, da parte sua, restituirà a Msc il finanziamento di 243 milioni di euro ricevuto nel dicembre 2023.

Come fa notare l’agenzia Radiocor, però, la vicenda non è ancora chiusa. È infatti necessaria l’apertura di una consultazione degli operatori del mercato. “Eventuali osservazioni sugli impegni presentati dalle società Sas Shipping Agencies Services Sarl, Gnv e Moby dovranno pervenire per iscritto entro e non oltre il 16 agosto 2025”, ha scritto l’Agcm: Grimaldi Lines, la compagnia di navigazione dell’omonima famiglia di armatori, potrebbe intervenire.

Dopodiché, comunque, “eventuali rappresentazioni da parte delle società Sas Shipping Agencies Services Sarl, Gnv e Moby della propria posizione in relazione alle osservazioni presentate da terzi sugli impegni, nonché l’eventuale introduzione di modifiche accessorie agli stessi, dovranno pervenire per iscritto all’Autorità entro e non oltre il 15 settembre 2025”.

I NUMERI

Nel 2022 Moby ha realizzato ricavi per circa 285 milioni di euro. Gnv, invece, ha registrato nel 2023 un fatturato di circa 597 milioni.

– Leggi anche: Perché Panama picchia contro l’affare sui porti con Msc

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