La società giapponese Marelli, una delle più grandi produttrici al mondo di componentistica per automobili, ha chiesto l’amministrazione straordinaria negli Stati Uniti appellandosi al Chapter 11, la normativa fallimentare che permette alle aziende – anche a quelle non americane ma attive nel paese – di concordare un piano di risanamento.
LA FUSIONE TRA CALSONIC KANSEI E MAGNETI MARELLI
La sede centrale di Marelli si trova in Giappone, a Saitama, vicino Tokyo. È nata nel 2019 con l’acquisizione dell’azienda italiana Magneti Marelli da parte del gruppo giapponese Calsonic Kansei, controllato dal fondo di private equity statunitense Kkr: al tempo Calsonic Kansei aveva un debito di 1,1 miliardi di yen (circa 7,5 miliardi di dollari), di cui 700 miliardi di yen vennero utilizzati per finanziare l’operazione.
LE MIRE DI STRATEGIC VALUE PARTNERS E DI SAMVARDHANA MOTHERSON
Il ricorso alla protezione dalla bancarotta negli Stati Uniti prevede, tra le altre cose, un prestito-ponte da parte dei creditori stranieri di Marelli: a guidarli è l’hedge fund americano Strategic Value Partners, che – stando al Financial Times – avrebbe intenzione di rilevare la società.
L’amministratore delegato di Marelli, David Slump, ha dichiarato che “sebbene siamo soddisfatti dei nostri recenti progressi e della nostra redditività, le pressioni del mercato a livello industriale hanno creato una carenza di capitale circolante che deve essere affrontata. Dopo un attento esame delle alternative strategiche dell’azienda”, ha aggiunto, “abbiamo stabilito che l’entrata nel processo di Chapter 11 è la strada migliore per rafforzare il bilancio di Marelli convertendo il debito in capitale proprio”.
Marelli ha fatto sapere di aver ricevuto un impegno di 1,1 miliardi di dollari da parte dei suoi creditori e che questi ultimi assumeranno la proprietà dell’azienda una volta uscita dalla fase di Chapter 11, che è soggetta a un periodo di overbid (di rilancio delle offerte, semplificando) di quarantacinque giorni.
Oltre a Strategic Value Partners, l’unico altro offerente finora è il gruppo indiano della componentistica Samvardhana Motherson, che stando alle fonti del Financial Times potrebbe rilanciare la sua offerta.
TUTTI I PROBLEMI DI MARELLI
Le difficoltà di Marelli non nascono oggi. Già nel 2022 la società aveva subìto una significativa ristrutturazione del debito, con tagli di quasi il 40 per cento, a seguito del crollo dei ricavi durante la pandemia di coronavirus: Kkr dovette procedere a un’iniezione di liquidità per 650 milioni di dollari.
La crisi attuale ha origine dalle difficoltà di due dei clienti più importanti, ovvero le case automobilistiche Nissan e Stellantis. Il calo degli ordini ha portato all’avvio di trattative con i creditori, spingendo Marelli a rinnovare il debito e a cercare nuove iniezioni di liquidità.
Tra i creditori stranieri che possiedono il 50 per cento del debito di Marelli – e che sono, come detto, capeggiati da Strategic Value Partners – c’è anche la banca tedesca Deutsche Bank.
Stando alla ricostruzione del Financial Times, Kkr ha intenzione di uscire da Marelli; le banche giapponesi – in particolare Mizuho, che è anche un’investitrice di Nissan -, preferirebbero invece trovare un’acquirente strategico per la società.