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Cina Mare

L’invasione delle auto elettriche cinesi arriverà dal mare

Le nuove vetture EV cinesi a basso costo stanno per sbarcare in Europa. Saranno milioni e arriveranno dalla Cina dal mare

Abbiamo più volte detto che l’Europa sta per essere invasa dalle auto elettriche cinesi. Una settimana fa, al Ces di Las Vegas, il numero 1 di Stellantis, Carlos Tavares ha ricordato che con le auto elettriche cinesi il Vecchio continente intraprenderà molto presto «una lotta terribile» per la sopravvivenza dei propri marchi. Più economiche di quelle occidentali, le vetture EV cinesi potrebbero rivelarsi vincenti per due motivi: anzitutto la Cina investe da più tempo sulla nuova tecnologia e si è accaparrata con lungimiranza le principali riserve di terre rare, così da calmierare i costi, questo la rende paradossalmente più pronta dell’Europa ad affrontare il bando degli endotermici deciso proprio da Bruxelles; in secondo luogo, con l’inflazione che sale e la sperequazione sociale che aumenta, erodendo la fascia di popolazione che rientra nella classe media, sempre più utenti con ogni probabilità si rivolgeranno a prodotti economici. E le auto elettriche occidentali, si sa, costeranno parecchio…

LA CINA NEI PORTI EUROPEI

Insomma, stiamo per assistere allo sbarco in grande stile delle auto EV cinesi. Uno sbarco che avverrà, appunto, via mare. Perché tutte quelle vetture dovranno essere spedite e trasportate nei nostri porti. La Cina ha pensato anche a questo. Si spiega dunque perché è via via aumentata la presenza cinese nelle infrastrutture marittime strategiche europee.

Non ultimo l’ingresso del colosso cinese Cosco al 25% nel terminal dei container del porto di Amburgo. Non dimentichiamo che Cosco è già azionista di maggioranza dei porti di Zeebrugge in Belgio, del Pireo in Grecia e di Valencia in Spagna e che possiede quote minoritarie in quelli di Rotterdam, Anversa, Bilbao e Vado Ligure. Cosco assieme a China Merchants Group ha partecipazioni in 16 terminal e 13 diversi porti del Vecchio continente.

Attualmente, solo il 15% delle merci che entrano ed escono dall’Europa passa dai porti del Mediterraneo, il resto arriva dal sistema portuale del Nord Europa che almeno ci lucra il 25% dei dazi europei. Si spiega così perché i Paesi del Nord finora si siano opposti a ogni proposta ventilata in sede comunitaria di frenare la baldanza cinese.

DALLA CINA ALL’EUROPA VIA MARE

A tutto questo aggiungiamo poi che le grandi case automobilistiche cinesi stanno facendo incetta di navi per il trasporto di vetture, le Ro Ro. BYD ha ordinato almeno sei enormi car carrier, navi in grado di trasportare migliaia di auto alla volta. E sembra che BYD si stia pure muovendo non solo per spedire i propri prodotti, ma anche per offrire servizi di spedizione globali ad altri produttori di auto.

Secondo un aggiornamento recente della piattaforma Tianyancha, il database cinese delle aziende, BYD Auto Industry, filiale del più ampio gruppo BYD, ha ampliato un paragrafo sulla portata delle sue attività commerciali. La sezione ora elenca attività che non sono solitamente associate a un produttore di automobili: operazioni di trasporto marittimo, spedizioni, servizi di agenzia marittima internazionale e gestione dei carichi portuali.

Lo scorso luglio, SAIC Motor, ha invece stretto una partnership con il gigante cinese delle spedizioni Cosco e con l’operatore portuale Shanghai International Port Group per creare Guangzhou Yuanhai Car Carrier Transportation, descritta come una società di “catena di fornitura di veicoli”.

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