Il territorio italiano è costituito da circa 9 mila km di costa. Il mare costituisce un elemento fondamentale di sviluppo per tutta la nazione. L’economia del mare produce un valore aggiunto di circa 25 miliardi e contribuisce al Pil per 65 miliardi. L’indotto occupa oltre 540 mila posti di lavoro. Dati certificati al forum “Risorsa mare”.
Questo è un dato di fatto.
Prendo le parole del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida secondo il quale «l’Italia deve sfruttare al meglio le sue risorse e la collocazione geografica: guardando al mare, che è turismo, biodiversità, ambiente, pesca e trasporti, con una vocazione internazionale». Giusto appunto, i trasporti.
Da sempre, il “Sistema Italia” ha tralasciato la programmazione e la pianificazione dei collegamenti marittimi in ambito nazionale. Lo sforzo profuso del Ministero dei Trasporti e dal Garante dei trasporti negli ultimi anni è notevole, con una forte accelerazione nel Governo Meloni.
Al punto che viene definito per la prima volta “Il Piano del Mare”, definito dal ministro per le politiche del mare Musumeci uno strumento programmatico essenziale per fornire all’Italia una “strategia sul mare e del mare”. Si è parlato in modo diffuso in questi ultimi mesi del ruolo strategico del nostro mare in campo internazionale, nel “Mediterraneo medio oceano”. Una giusta visione per cui “il mare rappresenta la carta vincente per la crescita dei due sistemi Italia: centro Nord e centro Sud”.
E su questo aspetto il Presidente del Consiglio Meloni individua “il nostro sistema portuale e logistico centrale nei traffici marittimi europei e internazionali” evidenziando “la necessità di sostenere la transizione energetica del trasporto marittimo”.
Aggiungo un ulteriore spunto di riflessione richiamando un assioma consolidato nella letteratura di settore: “Non c’è turismo senza trasporti”. Ed il sistema marittimo nazionale e locale gioca un ruolo fondamentale, dove ancora maggiore è il distacco tra le grandi isole, le isole minori e la penisola. L’identità dell’insularità su questi territori prevale sulla naturale condizione di accessibilità. Per diversi aspetti, dalla rete dei trasporti di primo livello al contrasto all’isolamento delle aree interne, dallo sviluppo economico locale ai collegamenti marittimi.
Le Amministrazioni regionali interessate dall’insularità lavorano costantemente per garantire la continuità territoriale aerea e marittima, da par suo il Ministero dei Trasporti intensifica le azioni e le misure per garantire un servizio di trasporto pubblico automobilistico e ferroviario finalizzato a sostenere uno sviluppo di qualità del turismo in tutte le aree del Paese.
Progettare un sistema di trasporto che garantisca l’economicità e l’efficientamento dei servizi di collegamento marittimo in ambito locale. È la logica prosecuzione del grande lavoro che si è avviato in questi mesi in tema di infrastrutture portuali, servizi e regolazione. Il “sistema Italia” è ormai maturo per programmare servizi di trasporto, in tutte le componenti che lo caratterizzano in specifici contesti, integrati sfruttando anche le potenzialità offerte dal mare attraverso le cosiddette “Vie del Mare”, collegamenti marittimi offerti con servizi veloci in ambito locale.
Le “Vie del mare” costituiscono una componente del turismo marittimo il cui indotto sviluppa un fatturato di circa 3 miliardi di euro l’anno, elemento essenziale per l’economia delle regioni insulari. Le vie del Mare costituiscono una reale possibilità di collegamento marittimo tra le diverse località (che devono intendersi come “risorse territoriali”) distribuite lungo le coste del territorio nazionale, in funzione delle esigenze dei flussi di mobilità turistici e non, e delle caratteristiche naturali dei luoghi interessati, assicurando al contempo la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali esistenti.
Questa tipologia di collegamenti costituisce una opportunità verso l’individuazione di soluzioni di collegamenti via mare che possono integrare la rete dei trasporti (privata e pubblica), contribuendo a renderla più sostenibile non solo in un’ottica prettamente economica, ma principalmente dal punto di vista ambientale, attraverso uno shift modale dal trasporto privato (in corrispondenza delle relazioni O/D lungo la costa) verso il trasporto pubblico via mare.
L’alternativa modale maggiormente competitiva in questa tipologia di “mercato”, cioè quella stradale, presenta un livello d’impatto ambientale di gran lunga superiore rispetto al trasporto marittimo. In tal senso un servizio veloce di collegamento marittimo, per accedere alle località della costa in specifiche relazioni O/D, rappresenta non solo la modalità più sicura, ma anche quella più confortevole, soprattutto durante la stagione estiva. Per la mobilità verso e dalle mete turistiche e balneari, il collegamento marittimo consente di ridurre la congestione stradale, il traffico parassita (traffico che si genera a causa della ricerca del parcheggio) e le emissioni di CO2. Soluzioni che possono trovare un naturale sbocco nella transizione energetica in virtù delle innovazioni presentate anche nell’ultimo Salone Nautico Internazionale di Genova.
Sostenibilità ambientale, innovazione, efficienza. Le vie del mare costituiscono il (prossimo) futuro dei servizi di mobilità di rilevanza strategica in relazione all’opportunità di utilizzare i nuovi servizi veloci di collegamento marittimo quale volano di ulteriore sviluppo per l’economia turistica nazionale.