Nio, tra i marchi cinesi d’attuale generazione più arrembanti, nonché tra quelli che puntano maggiormente sullo sviluppo di una tecnologia proprietaria per la ricarica delle proprie auto elettriche (ha scommesso contrariamente alla maggior parte sulla tecnica del battery swap) ha investito molto anche sulle batterie allo stato semi-solido per garantire ai guidatori autonomie eccezionali. Ma il prodotto a quanto pare sarà presto ritirato dal mercato, dopo neppure un anno di commercializzazione.
NIO DICE ADDIO ALLE BATTERIE CON SUPER AUTONOMIA?
Il progetto era finito spesso all’attenzione dei media di settore in quanto nel corso del suo sviluppo aveva subito una lunga serie di ritardi e posticipazioni. La Casa cinese aveva comunque perseverato riuscendo a produrre, a partire dalla metà dello scorso anno, questo particolare accumulatore da 150 kWh in grado di garantire un’autonomia di otre 1.000 km.
Durante il lancio di queste batterie dalle specifiche eccezionali era sceso in pista persino l’amministratore delegato di Nio, William Li, desideroso di provare alla stampa che i numeri forniti dalla Casa non fossero mero marketing ma corrispondessero al vero.
Adesso sempre al Ceo è toccato incontrare la stampa per confermare che il progetto è già stato annullato e le super batterie di Nio verranno presto ritirate dal mercato. Li ha infatti spiegato al portale Electric Vehicles che la produzione di questi super accumulatori è stata interrotta dopo poche centinaia di unità.
SCARSO INTERESSE (E CONTI DA RIMETTERE IN ORDINE)
Tutta colpa del disinteresse mostrato dai clienti del marchio che, pur essendo stati ampiamente informati della possibilità di aggiornare i loro veicoli con la batteria da 150 kWh presso le stazioni di sostituzione, hanno scelto di non farlo.
“Il pacco batteria da 150 kWh ha un costo di abbonamento elevato e non viene utilizzato con la frequenza attesa”, ha ammesso senza troppi giri di parole Li, spiegando che l’insuccesso è stato da subito evidente e i numeri non giustificassero di provare a perseverare. Anche perché l’azienda cinese di auto elettriche, per quanto tra le poche di nuovo corso capaci di impensierire i colossi connazionali, ha registrato una perdita netta di 697,2 milioni di dollari nel secondo trimestre e ha dunque promesso di raggiungere il pareggio nel quarto trimestre.
Per riuscire nell’impresa bisogna tagliare tutti i progetti che, per quanto promettenti, non stanno fruttando. E la scelta è ricaduta sulle batterie ad altissime prestazioni che Nio aveva già annunciato di voler lasciare esclusiva cinese, evitando l’export verso l’Europa anche perché questo avrebbe richiesto altri test, altre omologazioni e dunque altre spese.
LA “LUCCIOLA” DI NIO PUNTA AI MERCATI SENZA DAZI
Parlando di nuovi mercati è d’obbligo riportare che Nio, che negli ultimi anni ha introdotto due nuovi marchi che si caratterizzano per vetture proposte a prezzi più bassi, Onvo e Firefly, ha annunciato investimenti per supportare l’espansione almeno del secondo nei mercati con guida a destra che non abbiano imposto dazi alle auto elettriche cinesi, indicando Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Sud-est asiatico come le prime tappe di questo tentativo di rendere internazionale la propria scuderia di auto low cost.
Lanciata a dicembre 2024, la prima vettura a marchio Firefly è una city car che è stata disegnata da un team di designer guidati dall’ex Bmw (e Coca Cola) Kris Tomasson e finora è stata stata venduta principalmente in Cina, riuscendo a piazzare 26.242 unità a ottobre 2025, forte del suo prezzo altamente concorrenziale inferiore ai 20mila euro.
Una cifra per ora inavvicinabile dalle auto elettriche prodotte in Europa a riprova del fatto che ogni tanto i cinesi potranno anche sbagliare strategia come è capitato a Nio con l’eccessivo entusiasmo sulle super batterie, ma al momento il loro know how non ha rivali nel resto del mondo.




