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La retromarcia di Stellantis sull’idrogeno fa mancare l’ossigeno agli azionisti

Stellantis conferma di aver cestinato il programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno. La produzione di veicoli commerciali con la propulsione green che sarebbe dovuta partire questa estate in Francia e in Polonia è perciò sospesa a data da destinarsi. Nuvole scure si addensano sul futuro della jv che il Gruppo ha in Francia con Michelin e Forvia

Quest’oggi Stellantis ha dovuto ufficializzare la notizia (anticipata ieri da Start Magazine) che la produzione di veicoli commerciali Pro One alimentati a idrogeno il cui avvio era previsto per quest’estate a Hordain, in Francia (furgoni di medie dimensioni) e a Gliwice, in Polonia (furgoni di grandi dimensioni) verrà invece rinviata a data da destinarsi. Notizia che, oltre a limitare la gamma di propulsioni offerte, non è piaciuta agli azionisti: avvio di seduta in rosso e perdite nella mattina attorno tra i 3 e i 4 punti percentuali.

COME MAI I FURGONI STELLANTIS ABBANDONANO L’IDROGENO

“In un contesto in cui l’Azienda si sta mobilitando per rispondere alle stringenti normative europee sulle emissioni di CO2 – si legge nella nota pubblicata stamani -, Stellantis ha deciso di interrompere il suo programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno”, spiega Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer per l’Europa allargata.

“Il mercato dell’idrogeno rimane un segmento di nicchia, senza prospettive di sostenibilità economica a medio termine – ha dichiarato ancora il top manager. Dobbiamo fare scelte chiare e responsabili per garantire la nostra competitività e soddisfare le aspettative dei nostri clienti con la nostra offensiva di veicoli elettrici e ibridi per passeggeri e veicoli commerciali leggeri”.

TUTTO RINVIATO ALLA FINE DEL DECENNIO?

Il 16 maggio 2023 l’allora Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, dichiarava: “In un momento in cui procediamo con il nostro piano strategico Dare Forward 2030 e siamo impegnati ad azzerare le emissioni nette di carbonio entro il 2038, stiamo considerando ogni strumento tecnologico a nostra disposizione per combattere il riscaldamento globale. Le celle a combustibile a idrogeno sono essenziali nella battaglia per proteggere le generazioni future.”

Solo due anni dopo, sotto il nuovo Ceo, Antonio Filosa, il Gruppo feralmente comunica: “A causa della limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, degli elevati requisiti di capitale e della necessità di maggiori incentivi all’acquisto da parte dei consumatori, l’Azienda non prevede l’adozione di veicoli commerciali leggeri alimentati a idrogeno prima della fine del decennio”. Se ne riparlerà insomma nel 2030. Data non casuale dato che era il traguardo degli obiettivi green sostenuti proprio dall’ex top manager portoghese nel suo Dare Forward, mentre oggi suona più come triste epitaffio al piano green di Stellantis.

“Questa decisione – viene sottolineato nel comunicato stampa -non avrà alcun impatto sul personale presso i siti produttivi di Stellantis. Le attività di ricerca e sviluppo legate alla tecnologia dell’idrogeno saranno reindirizzate verso altri progetti”.

IL GRUPPO ITALOFRANCESE SCENDE DALLA JV CON MICHELIN E FORVIA?

La decisione rischia invece di avere ripercussioni soprattutto in Francia, dove Stellantis da due anni era salita a bordo della joint venture paritaria (da fine luglio 2023 le quote sono al 33 per cento per tutti i partecipanti) di Michelin e Forvia (settimo fornitore mondiale di tecnologia automobilistica, nato dalla fusione tra Faurecia ed Hella) nota come Symbio, fondata proprio per sviluppare e produrre sistemi a celle a combustibile alimentati a idrogeno.

Verso metà mattina Forvia perde oltre i 3 punti percentuali mentre Michelin è di poco sotto la parità.”Stellantis – si limita a dire nella nota – ha avviato dei dialoghi con gli azionisti di Symbio per valutare le attuali conseguenze di mercato e preservare al meglio gli interessi di Symbio, nel rispetto dei rispettivi obblighi”.

A fine 2023 Symbio aveva inaugurato la sua prima gigafactory, SymphonHy, nella regione di Auvergne-Rhône-Alpes, che secondo i piani della jv era destinata a passare dall’attuale capacità produttiva di 16.000 unità di celle a combustibile a idrogeno a 50.000 unità entro il 2026. Dal 2021 ha inoltre un impianto pilota in California. E proprio Stellantis, che con Fca ha un piede ben saldo in entrambi i continenti, la jv sull’idrogeno avrebbe dovuto compiere una accelerazione al di là e al di qua dell’oceano.

IL PANICO SCATENATO DA RENAULT

Le difficoltà borsistiche del Gruppo italo-francese passano però in secondo piano rispetto agli scossoni vissuti sempre sui mercati, sempre in Francia, da un altro attore di spicco del mondo automotive: Renault. Seduta fortemente in rosso con perdite oltre i 16 punti percentuali a seguito della decisione della Losanga di procedere con la nomina di un Ceo ad interim, l’attuale Cfo Duncan Minto (Boulogne-Billancourt rassicura che l’Ad definitivo verrà nominato entro le prossime due settimane) e soprattutto con un taglio delle aspettative, ammettendo la difficoltà del periodo. Azioni che rafforzano il sospetto che le dimissioni improvvise dell’ex Ceo, Luca de Meo, fossero motivate dall’intento di porre l’attenzione sull’estrema crisi in cui versa il settore industriale dell’auto occidentale e, in particolar modo, europeo.

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