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Metropoli

La morte delle vecchie metropoli

“La città invisibile. Quello che non vediamo sta cambiando le metropoli” a cura di Alessandro Balducci (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli) letto da Tullio Fazzolari

La nebbia è quasi scomparsa da Milano. E il ponentino non arriva più in molti quartieri di Roma. L’espansione gigantesca e spesso incontrollata delle aree urbane ha già alterato le caratteristiche delle grandi città. Gli abitanti non hanno potuto fare altro che subirne gli effetti per lo più sgradevoli dalla diversità del clima fino ai più complessi problemi di mobilità. Tutto questo è già avvenuto negli anni scorsi ma i mutamenti sono ancora in corso e con ogni probabilità sono molto più rilevanti di quelli già visti. Il rischio è che anche stavolta la popolazione non ne abbia consapevolezza e si ritrovi davanti al fatto compiuto.

È pura utopia aspettarsi che un’informazione tempestiva e corretta venga dalle amministrazioni locali o, peggio ancora, dalle aziende private. Direbbero solo la parte di verità più conveniente per loro. È più sicuro fare affidamento sul lavoro serio e coscienzioso degli studiosi. “La città invisibile. Quello che non vediamo sta cambiando le metropoli” a cura di Alessandro Balducci (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 400 pagine, 50 euro) raccoglie una serie di autorevoli saggi in cui sono descritte e analizzate tutte le trasformazioni che stanno avvenendo. Nessun aspetto viene tralasciato. Si inizia dall’impatto che il cambiamento sta avendo sul clima. Così come vengono analizzati i potenziali effetti sulla salute degli abitanti. Viene affrontato poi il problema della mobilità su cui specialmente in Italia grava l’ostilità della generazione dei baby-boomers (quella nata fra l’immediato dopoguerra e la metà degli anni Sessanta) a rinunciare all’utilizzo a volte non strettamente indispensabile della propria automobile.

La digitalizzazione che sta sempre più aumentando nelle metropoli è un altro argomento che viene approfondito. Per certi aspetti è senza dubbio una opportunità, per altri può rendere ancora più invisibile la città. Altro tema che il libro mette in evidenza è che dentro la città esistono nuclei poco visibili: gli anziani che rischiano di essere marginalizzati ma anche i giovani di cui si parla spesso solo per colpevolizzarli senza contare la frattura persistente fra città inclusiva e città esclusiva. Nel passato era la distinzione quasi tollerabile fra “città alta” e “città bassa”. Oggi quello che viene chiamato il “problema delle periferie” è il sintomo di pericolose diseguaglianze sociali oltre che economiche.

La ragione per cui “La città invisibile” è un libro particolarmente attuale però non sta soltanto nei molti argomenti esaminati. Come sempre nei suoi annali la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli individua un tema centrale su cui si proietta il nostro futuro. Le metropoli così come sono state immaginate finora non esistono più. Obsoleto pensare a Milano con il suo hinterland o alla Greater London. L’espansione pressoché inarrestabile delle aree urbane porta al modello delle mega-city-regions. Qualcosa di gigantesco con tutti i problemi che questo comporta. Esserne a conoscenza grazie al volume curato da Alessandro Balducci può aiutare a sperare che la città invisibile non sia anche invivibile.

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