Il gruppo automobilistico indiano Tata Motors acquisirà l’azienda italiana di veicoli commerciali Iveco – ad eccezione dell’unità Difesa, che andrà a Leonardo – per circa 3,8 miliardi di euro.
L’OPERAZIONE CON EXOR
Exor, la holding finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli, ha accettato di vendere la sua quota del 27,1 per cento, che le garantisce il 43,1 per cento dei diritti di voto, all’interno di quello che sembra essere un piano di distacco dal settore automotive e di maggiore focalizzazione sull’healthcare.
Tata presenterà un’offerta per le azioni rimanenti a un prezzo di 14,1 euro ciascuna, ma gli investitori riceveranno anche un dividendo aggiuntivo di 5,5-6 euro per azione legato all’operazione con Leonardo. Dopodiché, al termine della transazione, Iveco verrò rimossa dalle quotazioni sulla borsa italiana. La sede centrale rimarrà comunque a Torino e non ci saranno – così è stato garantito – ristrutturazioni significative né chiusure di stabilimenti.
LE DIFFICOLTÀ DI IVECO
Iveco ha una capitalizzazione di mercato di oltre 4 miliardi di euro e conta 36.000 dipendenti, di cui 14.000 in Italia. È il più piccolo produttore europeo di veicoli commerciali – lo precedono Volvo, Daimler e Traton – ed è in difficoltà: ha chiuso infatti il primo trimestre del 2025 con ricavi consolidati per 3 miliardi di euro, in calo del 10 per cento rispetto all’anno prima; l’utile netto adjusted è diminuito del 45 per cento, da 153 milioni a 84, mentre i ricavi sono crollati da 137 milioni a 38.
Ufficialmente, la cessione a Tata servirà a fare di Iveco un “campione globale” nel settore dei veicoli commerciali in possesso delle dimensioni, della capacità industriale e del portafoglio prodotti necessari.
TUTTI GLI OBIETTIVI DI TATA
A Tata, invece, l’acquisizione di Iveco garantirà una maggiore presenza nel mercato europeo dei veicoli, diciassette anni dopo aver inglobato la casa automobilistica britannica Jaguar Land Rover, nel 2008.
Il gruppo indiano potrà fare leva non solo sull’offerta di camion e bus di Iveco, ma anche sulle sue tecnologie di propulsione e trasmissione e sulle capacità nel comparto della mobilità elettrica e a basse emissioni. Inoltre – come spiega Bloomberg -, Iveco dovrebbe permettere a Tata di internazionalizzare la sua divisione di veicoli commerciali, che ad oggi è molto focalizzata sul mercato indiano.
LE PAROLE DEL CEO DI IVECO
Tata Motors, nell’ambito dell’acquisizione di Iveco Group (tranne le attivita’ difesa), “continuerà a guidare le decisioni per la crescita a lungo termine e mantenere la competitivita’ del business. Si impegna anche a rispettare e mantenere l’identita’ aziendale, l’integrità, i valori fondamentali e la cultura di Iveco Group, cosi’ come i principali marchi, i trade-marks e i loghi di Iveco”. Lo ha detto il Ceo di Iveco Group, Olof Persson, durante la call a commento dei risultati del secondo trimestre e delle operazioni annunciate ieri, con la vendita di Defence a Leonardo e la parte restante del gruppo a Tata Motors. Il gruppo indiano, che si e’ impegnata a rispettare anche accordi non finanziari che resteranno in vigore per due anni a valle del settlement, “non prevede alcuna riduzione della forza lavoro di Iveco Group come conseguenza diretta dell’unione, non ci saranno chiusure di fabbriche e la sede di Iveco resterà a Torino”.
MA GLI INVESTITORI SONO SCETTICI
In altre parole, il gruppo punta a replicare il risultato conseguito con l’acquisizione di Jaguar Land Rover, che l’ha reso un attore rilevante nel mercato globale delle automobili di lusso. Gli investitori, tuttavia, non sembrano particolarmente convinti della mossa: e infatti questo mercoledì, prima che l’acquisizione di Iveco venisse annunciata ufficialmente – la notizia era già stata anticipata dalle agenzie di stampa -, le azioni di Tata alla borsa di Mumbai sono calate del 3,5 per cento; quest’anno, finora, il titolo ha perso più del 10 per cento.
IL COMMENTO DI GARUZZO (EX-DIRIGENTE FIAT)
L’accordo tra Exor e Tata per la cessione di Iveco è stato fortemente criticato da Giorgio Garuzzo, ex-dirigente di alto livello di Fiat oltre che ex-amministratore delegato della stessa Iveco. “Non solo vendono un altro pezzo dell’industria italiana”, ha detto al Fatto Quotidiano riferendosi alla famiglia Agnelli, “lo vendono all’acquirente peggiore: il governo non ha coraggio”.
A suo dire, Tata è “l’acquirente […] più sbagliato che ci possa essere, non è un investitore interessato a far crescere Iveco, ma un concorrente agguerrito, uno dei più grandi gruppi indiani, con un sacco di prodotti alternativi. L’unico loro interesse è acquisire la vasta rete di vendita di Iveco, la prima in Italia, Inghilterra e Spagna, la seconda in Germania”.
In sostanza, Tata non punterebbe a rafforzare Iveco ma a sfruttarla come canale di diffusione dei suoi veicoli commerciali. In uno scenario del genere “andrebbero in crisi i prodotti Iveco, soprattutto i veicoli leggeri, quindi lo stabilimento ex Sofim di Foggia […] e quelli di Brescia e Suzzara”. Inoltre, considerato che Tata utilizzerebbe componentistica indiana per i suoi mezzi, a rimetterci saranno anche “tutti i sub-fornitori di Iveco, che in Italia sono un migliaio, specie al Nord”.
Garuzzo è passato poi a criticare la linea più generale di Exor, guidata da John Elkann. La holding, dice, “ha venduto Magneti Marelli a Kkr ora fallita; poi è toccato a Comau, svenduta anch’essa, e infine a Iveco, solo per citarne alcune. Eravamo una potenza e abbiamo svenduto l’industria, rischiamo di essere un Paese del terzo mondo fuori dalla sfida tecnologica, un disastro generazionale. La cessione dell’ex Fiat ai francesi con Stellantis è stato il disastro finale”.
L’ATTACCO DI CALENDA A ELKANN (MA ANCHE AI GIORNALI E AI SINDACATI)
Simile il giudizio di Carlo Calenda, segretario di Azione, sull’operazione con Tata. “Sotto la gestione di Elkann hanno venduto Magneti Marelli, Comau e ora Iveco. Nel silenzio generalizzato. Mentre la politica parlava di cavolate”, ha scritto su X. “A nessuno frega nulla dell’industria che pure ha fatto grande questo paese. Basta comprarsi un paio di giornali [il riferimento è al controllo di Exor sul gruppo Gedi, che edita Repubblica e La Stampa, ndr] e puoi fare ciò che vuoi. Il sindacato si gira dall’altra parte e la politica pure. Siamo un paese autolesionista e finiremo per diventare una terra di camerieri dei cinesi o tenutari di case vacanze”.