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Tutti i casini sindacali in Ita Airways

Che cosa sta succedendo davvero tra i dipendenti e i sindacati di Ita Airways. I fatti, i numeri e il commento di Cristiano Spazzali, esperto di trasporto aereo

Dopo il via libera della Commissione Europea alle nozze tra ITA e Lufthansa, si aspetta il closing previsto per ottobre di quest’anno. Tutto potrebbe andare abbastanza bene se non ci fossero delle avvisaglie che dal campo largo stanno arrivando dritte, dritte, al cuore del problema e che pongono nuovamente ITA Airways al centro delle polemiche in una partita che vede la spaccatura netta in due fazioni del blocco sindacale più rappresentativo in ITA: da una parte la UIL Trasporti con la FIT-CGIL, dall’altra l’UGL con la FIT-CISL.

E infatti, è in una nota congiunta del 19 luglio scorso che UGL Trasporto Aereo e la FIT-Cisl sanciscono la guerra interna tra sindacati dato che hanno voluto denunciare alcune problematiche verificatesi a bordo degli aerei di ITA, tutte di natura tecnico-operativa.

Nello specifico le sigle critiche mettono sotto i riflettori un problema di gestione degli APU (Auxiliary Power Unit) che sono i generatori di corrente che forniscono energia all’aeroplano quando è fermo al parcheggio. In particolare le sigle firmatarie la nota, chiedono “un urgente intervento sugli aeromobili che presentano gli APU inoperativi per le gravi ricadute sul Personale Navigante causate dalle alte temperature a bordo degli aeromobili”. La nota poi prosegue spiegando che “non è più rimandabile l’emanazione di una procedura operativa chiara che identifichi il limite di temperatura all’interno degli aeromobili di Compagnia oltre la quale le operazioni debbano essere sospese”.

Il riferimento normativo che viene citato dalle sigle sindacali è la circolare INAIL emanata in data 22 giugno 2022 (R.U. 0003783) in merito alla tutela dei lavoratori e che riguarda lo stress termico ambientale. Le sigle congiunte poi rimarcano ulteriori problematiche questa volta di natura più psicofisica, spiegando che “le situazioni ricorrenti, oltre che generare uno stress termico ambientale sugli equipaggi, parimenti si riverberano pesantemente sui passeggeri che subiscono gli effetti di tali inefficienze che, date le alte temperature, generano aggressività esagerata ed episodi “collettivi” particolarmente pericolosi, come verificatosi di recente”.

E non è un caso che ultimamente sugli aeromobili si siano verificate di recente intemperanze dei passeggeri proprio dovute al caldo particolarmente torrido di queste ultime settimane.

Ma non è tutto, le sigle pongono anche una questione di tipo sanitario in special modo sugli aeromobili di lungo raggio ovvero sugli Airbus A330 e A350 spiegando che “a seguito di diversi episodi di irritazioni oculari e dermatologiche segnalateci dal Personale Navigante, chiediamo che venga effettuata regolarmente una pulizia e una sanificazione del Crew Bunk degli aa/mm 339/350”.

Ma questa è solo una delle tante preoccupazioni che le sigle sindacali fanno emergere in questi ultimi giorni di luglio. Dietro alla spaccatura infatti ci sarebbe molto di più.

La nota è il seguito del mancato accordo del 10 luglio scorso rispetto alla procedura di raffreddamento avviata dalle sigle nel giugno scorso all’esito del quale Fit-Cisl e Ugl Trasporto aereo hanno annunciato il “primo sciopero nazionale di tutto il personale dipendente di ITA che si terrà il prossimo 7 settembre 2024, dalle ore 13.00 alle ore 17.00. La protesta si è resa necessaria dato che, secondo gli stessi sindacati, si è creata in azienda una condizione di malessere che interferisce con il regolare e sereno svolgimento delle attività anche alla luce della nuova alleanza appena siglata con Lufthansa che dovrà proiettare l’azienda in una nuova fase di crescita ed espansione, valorizzando le persone che vi operano e garantendo loro le giuste tutele, riconoscendo professionalità e merito e non di certo penalizzandole, queste le parole delle sigle sindacali.

“Come è noto io mi sono schierato apertamente e fin dal principio appoggiando senza se e senza ma, l’operazione ITA-Lufthansa denunciando, a volte anche in modo aspro, alcune interferenze nel dossier e soprattutto alcune criticità”, commenta con Startmag Cristiano Spazzali, analista, consulente ed esperto di trasporto aereo, ex direttore generale di AzzurraAir e che segue da tempo il dossier Ita Airways: “E la motivazione della mia presa di posizione è molto semplice: il matrimonio con i tedeschi era la soluzione più logica ad una ITA nata piccola, troppo piccola, per poter stare in piedi da sola e che fosse lontana dalle logiche politiche che in tutti questi anni non sono riuscite a tenere in piedi uno degli asset più importanti di questo paese”.

Spazzali spiega che “i ritardi sui voli, le cancellazioni, la riprogrammazione degli equipaggi all’ultimo minuto, i ritardi sui tempi di manutenzione, il tipo di prodotto che viene offerto a bordo ai passeggeri e altre questioni non secondarie, come ad esempio il fattore di riempimento degli aeromobili, sono tutte problematiche legate al tipo di organizzazione e alle modalità con la quale questa organizzazione opera all’interno della compagnia. Carsten Spohr CEO di Lufthansa nel suo intervento alla conferenza stampa al MEF dopo il via libera della Commissione Europea ha detto bene: il problema di ITA non sono i costi, che a mio avviso il presidente Turicchi ha saputo ben gestire e contenere, ma propri i ricavi, così come le performance degli aeroplani che sono ancora molto basse. Il range 74-82% di indice di riempimento non è sufficiente per far stare in equilibrio una compagnia aerea a maggior ragione quando, durante l’estate per fare cassa, aumenti senza criterio i titoli di viaggio ben sapendo quali sono le tue criticità.

Ma perché le sigle sindacali oggi si sono spaccate? “Era solo questione di tempo – risponde Spazzali – In ballo oltre al potere di incidere su certe decisioni strategiche ci sono milioni di euro annui in termini di permessi, di concessioni e di agevolazioni sindacali. In ITA oggi è la UIL Trasporti che assieme alla FIT-CGIL sono i sindacati più rappresentativi dei lavoratori, e a quanto si dice siano anche quelli che riescono maggiormente ad influenzare la gestione del vettore in particolare quella tecnico-operativa. E’ evidente che con l’ingresso di Lufthansa questi equilibri salteranno e i sindacati che non si saranno appiattiti sull’attuale gestione, magari denunciando pubblicamente tutti i problemi interni, potrebbero avere maggiori possibilità di sedersi al tavolo delle trattative con maggiori margini di negoziazione”.

I sindacati studiano anche le mosse di Turicchi. Qual è il suo ruolo in questa partita?  “In una fase di transizione, o di interregno come la definiscono al momento, la sua figura è fondamentale, ora più che mai. Ma Turicchi deve essere più coraggioso – risponde Spazzali – Deve avere il coraggio di fare alcuni cambiamenti radicali prima dell’ingresso di Lufthansa, ad esempio non cedere alle pressioni del sindacato che vorrebbe un nuovo contratto firmato da questa dirigenza fino a quando Lufthansa non farà il suo ingresso in azienda. La mia personale impressione è che Turicchi non venga del tutto informato su molte vicende, o perlomeno che le notizie, gli vengano in qualche modo edulcorate. Insomma per usare una metafora, le cartoline che gli recapitano quotidianamente sarebbero tutte illustrate con rose e fiori, mentre la situazione in realtà, sarebbe leggermente diversa”.

Spiega Spazzali: “Fin dalla sua costituzione mi ero fatto l’idea che ITA era nata con una identità ben precisa. Fabio Lazzerini, infatti, ha costruito questa azienda grazie al supporto politico di cui godeva incondizionatamente all’epoca, creando questa compagnia aerea a sua immagine e somiglianza, quasi come se fosse una sua creatura, dalla scelta degli aerei, alla scelta dei dipendenti, che di fatto ha consegnato l’azienda a 4 sindacati ed eliminando tutti i piloti che volavano sui Boeing 777, motivo per cui gli ex Alitalia hanno fatto causa a ITA, e per finire ai manager messi nei punti chiave della compagnia, in modo che il vettore fosse totalmente nelle sue mani, anche dopo una sua eventuale dipartita. E non è un caso che anche dopo l’ingresso di Turicchi e l’uscita di Lazzerini, e nonostante ci siano molte lamentele da parte dei dipendenti e con i vari problemi di varia natura che tutt’ora persistono, tutti i manager scelti da Lazzerini siano rimasti al proprio posto”.

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