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In Polestar corrono più le perdite delle auto elettriche?

Dopo un periodo molto difficile le auto elettriche di Polestar iniziano a ingranare la marcia nelle vendite, ma il marchio svedese nelle mani della cinese Geely deve comunque fare i conti con perdite nette per 1,19 miliardi di dollari contro il rosso di mezzo miliardo di un anno fa

Ancora cattive notizie per Polestar, nata nel 2005 come scuderia sportiva, trasformata da Volvo in una casa di veicoli elettrici per poi finire nelle mani del costruttore asiatico Geely. Il marchio, quotato al Nasdaq (è passato dai 5,46 dollari per azione del 19 novembre 2022 agli attuali 33 centesimi per una svalutazione complessiva delle proprie cedole superiore al 68 per cento), ha chiuso il primo semestre del 2025 con perdite nette per 1.19 miliardi di dollari contro il rosso di 544 milioni di dollari un anno fa, principalmente dovute agli oneri di svalutazione.

RIPARTONO LE VENDITE MA CROLLANO I MARGINI

Questo a fronte di volumi di vendita al dettaglio che iniziano finalmente a ingranare, segnando un incoraggiante aumento del 51,1%. I ricavi sono in aumento del 56,5% a 1.423 milioni di dollari mentre il margine lordo è crollato del 49,4%, influenzato da oneri di svalutazione non monetari di 739 milioni di dollari contabilizzati nel secondo trimestre per Polestar 3.

Le difficoltà erano state ribadite già lo scorso 30 aprile 2025, quando Polestar aveva ritirato le previsioni finanziarie per il 2025 e anche a seguito della semestrale la società svedese preferisce astenersi dal rilasciare altre previsioni al di fuori di puntare a una crescita annua del volume delle vendite al dettaglio del 30-35% nel periodo 2025-2027.

POLESTAR NON VENDE IN CINA?

Il paradosso di Polestar, marchio svedese ma con produzione e proprietà cinese, sembra essere quello di non riuscire a vendere in Cina. Come riporta infatti Quotidiano Motori nel primo semestre del 2025, la Casa del Nord Europa avrebbe venduto solo 69 auto in tutto l’immenso Paese asiatico.

“Oggi – dettaglia la testata – in Cina resta un solo showroom, a Shanghai. Gli ordini online non sono più disponibili, le prove su strada si svolgono solo su appuntamento, e la joint venture con il partner locale Star Meizu si è dissolta ad aprile. Il marchio sembra sopravvivere in una forma quasi simbolica e l’assenza di una rete commerciale attiva ha trascinato con sé anche i numeri di vendita”.

GEELY CONTINUA A CREDERE IN POLESTAR?

Le difficoltà affrontate dal marchio hanno causato cambi al vertice e la decisione di Geely di manlevare Volvo nel febbraio 2024 da un simile fardello. Molte delle misure approntate sembrano aver funzionato se si considera che le vendite nel secondo trimestre 2025 sono aumentate del 38% rispetto ai numeri dello stesso periodo 2024. I numeri comunque restano piccini: parliamo infatti di 18.049 vetture immatricolate in tre mesi (contro le 13.072 del periodo aprile – giugno dell’anno scorso). In totale, nel primo semestre, il marchio ha piazzato 30.319 auto elettriche.

Ma i conti restano un problema per la controllante, Geely, che ha fatto affluire nelle casse di Polestar altri 200 milioni di dollari: come ha sottolineato Bloomberg, dopo oltre un decennio di espansione, iniziato con l’acquisizione della svedese Volvo nel 2010, la Casa asiatica sta ora rendendo la riduzione dei costi una priorità assoluta per arginare l’emorragia di diversi suoi produttori automobilistici.

Le difficoltà sono ben documentate anche nella semestrale di Geely: al netto dell’aumento di macchine vendute ha riportato un calo del 14% dell’utile netto a causa di costi più elevati e dell’intensa concorrenza nel settore dei veicoli elettrici. L’azienda ha registrato un utile attribuibile agli azionisti di 9,29 miliardi di yuan in calo rispetto ai 10,79 miliardi di yuan dell’anno precedente, nonostante un aumento del 27% dei ricavi a 150,3 miliardi di yuan. I risultati sono stati appesantiti dall’aumento delle spese di ricerca e sviluppo, che sono salite del 21% a 7,33 miliardi di yuan e dalla guerra dei prezzi tutta interna al mercato cinese.

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