Ieri in meno di 24 ore è finita la storia di Air Italy, una compagnia storica, in quanto sviluppo della ex Meridiana, che ha rappresentato per anni una delle principali vie di collegamento per la Sardegna. Ecco tutti i dettagli.
IL PUNTO SU AIR ITALY
Gli azionisti di Air Italy, Alisarda e Qatar Airways, hanno messo in liquidazione la società Air Italy. A rischio i 1200 lavoratori della ex Meridiana. I voli saranno garantiti solo fino al 25 febbraio. La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) invita la società a sospendere la decisione: “Garantiremo i diritti dei passeggeri”.
I NUMERI DI AIR ITALY
Air Italy conta circa 1.200 dipendenti, di cui 550 in Sardegna. La flotta è composta da 9 aeromobili, di cui 3 Airbus impiegati sul lungo raggio. Le destinazioni coperte sono 26.
I DETTAGLI SUL BILANCIO
“Qatar Airways aveva investito inizialmente 39 milioni di euro (aprile 2017-marzo 2018) e l’anno dopo altri 51,3 milioni circa. Con le perdite di Air Italy registrate nel 2018, il vettore di Doha aveva registrato già di suo un dato negativo di 3,8 milioni di euro ma poi ha dovuto mettere a bilancio anche un ulteriore passivo di 66 milioni di euro”, ha scritto in un approfondimento l’Agi diretta da Mario Sechi.
I MOTIVI DELLA DECISIONE DEGLI AZIONISTI
Ha aggiunto l’Agi: “Troppo pesante l’eredità per Air Italy, ‘battezzata’ ad inizio 2018: nel suo primo anno di vita, la compagnia aerea erede di Meridiana aveva riportato una perdita complessiva di 164 milioni di euro. E nel 2019 il ‘rosso’, secondo rumor, supererebbe addirittura i 200 milioni di euro. Un pozzo senza fondo che rende impossibile la ricapitalizzazione dell’azienda di cui Qatar Airways controlla il 49 per cento. La compagnia di bandiera del Golfo aveva presentato un piano industriale molto ambizioso: 50 aerei in cinque anni, dieci milioni di passeggeri, di cui otto su Malpensa, 1.500 assunzioni e nuove rotte intercontinentali”.
CHE COSA DICONO ALISARDA E QATAR AIRWAYS
Gli azionisti della compagnia, ossia Alisarda (51%) e Qatar Airways (49%) attraverso AQA Holding, hanno comunicato ieri che «a causa delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato hanno deciso all’unanimità di mettere la società Air Italy in liquidazione in bonis».
L’AVVISO DEGLI AZIONISTI
La compagnia aerea ha informato che «lavorerà per ridurre al minimo il disagio per i passeggeri: i voli sino al 25 febbraio saranno operati agli orari e nei giorni previsti da altri vettori, mentre i passeggeri che hanno prenotato voli in partenza in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente».
LA NOMINA DEI LIQUIDATORI DI AIR ITALY
Nel pomeriggio di ieri è poi arrivata la comunicazione della nomina dei commissari liquidatori. Air Italy ha infatti informato «che il professor Enrico Laghi e il dottor Franco Maurizio Lagro hanno accettato l’incarico di liquidatori e assunto pieni poteri con efficacia immediata». I liquidatori definiranno in tempi brevi il piano di liquidazione.
CHE COSA E’ SUCCESSO DAVVERO
Cme e perché si sia arrivati fino a questo punto? “Qatar Airways era pronta a mettere mano al portafoglio per assicurare un ulteriore sviluppo della società, mentre Alisarda (che fa capo all’Aga Khan) aveva deciso di non voler più partecipare a ulteriori aumenti di capitale. Qualora, però, solo Qatar Airways avesse partecipato alla ricapitalizzazione, la partecipazione in AQA Holding sarebbe salita sopra la soglia del 49%, il massimo consentito dalla legge europea alle compagnie extra comunitarie”, ha scritto Mf/Milano Finanza.
LE SPIEGAZIONI DEI SOCI
Qatar Airways ha infatti spiegato di aver «sempre ribadito il suo impegno, come azionista di minoranza, nel continuare a investire nell’azienda per creare valore per l’Italia e i viaggiatori e supportare Air Italy e i suoi dipendenti». Per questo motivo, Qatar Airways era pronta, «ancora una volta, a fare la propria parte nel sostenere il rilancio e la crescita della compagnia aerea, ma ciò sarebbe stato possibile esclusivamente solo con l’impegno di tutti gli azionisti».Alisarda in serata ha diffuso a sua volta una nota, nella quale, pur non comunicandolo esplicitamente, non ha negato l’indisponibilità a procedere a ulteriori liquidazioni. Dato il contesto difficile, scrive la società che fa capo all’Aga Khan, «la compagnia ha visto un progressivo peggioramento dei risultati».
LE PERDITE
Nel 2017 (ultimo anno di Meridiana Fly), «le perdite si attestavano a circa 40 milioni a fronte di un fatturato superiore ai 350 milioni, mentre nel 2018, primo anno della partnership, le perdite ammontavano a quasi 160 milioni, vale a dire il 57% del fatturato». Ancora peggio i dati dello scorso esercizio. «Nel 2019, nonostante l’aumento del fatturato, che è atteso attorno ai 330 milioni, le perdite previste dovrebbero toccare i 230 milioni, cioè il 70% del fatturato». Non solo, ma a seguito della presentazione del budget per il 2020 da parte del management, Alisarda spiega che «gli azionisti hanno richiesto un’analisi approfondita da parte di esperti indipendenti (Alixpartners, ndr), che ha evidenziato la mancanza di concrete prospettive di qualsiasi miglioramento per il futuro».
IL COMMENTO DI MILANO FINANZA
La tesi di Alisarda, quindi, “è che non si è trattata di una questione di soldi, ma di mancanza di prospettive”, ha sottolineato Mf/Milano Finanza: “Gli azionisti quindi avrebbero deciso «a causa di una mancanza di alternative, di procedere con la liquidazione volontaria della compagnia, per proteggere al meglio gli stakeholder». Eppure, da quel che risulta, a gennaio la compagnia aerea stava registrando un balzo delle prenotazioni e un effetto positivo ancora più marcato sui ricavi”.
L’ANALISI DELL’AGENZIA STAMPA AGI
Ma gli investimenti non sono stati sufficienti al rilancio, ha sottolineato l’Agi: “La situazione è stata molto più complicata, a causa sia del contenzioso con Alitalia sui collegamenti tra Italia continentale e Sardegna, il punto di forza dei servizi di Air Italy (disputa poi conclusa ma apportando comunque danni alla compagnia di Doha), sia per l’acquisto di 3 aerei Boeing 737 Max 8 che venivano utilizzati per le tratte a corto e medio raggio e sono stati messi a terra lo scorso marzo dopo il blocco imposto dalle autorità internazionali in seguito all’incidente del volo ET302 in Etiopia”