Anche Samsung prova a giocare la partita dell’auto a guida autonoma. E testerà le vetture negli USa
Che anche Samsung volesse fare la sua parte nel settore mobilità era già chiaro da tempo, da quando, proprietaria del 20% di Renault Samsung Motors, parte dell’alleanza Renault-Nissan, l’azienda aveva annunciato la nascita di una divisione mobilità. Samsung, però, non avrà vita facile: il campo è affollato e la guida autonoma costa ancora tanto. Ma andiamo per gradi.
Samsung testerà le sue auto negli Usa
L’annuncio di una divisione dedicata al settore mobilità risale al 2015. La casa tecnologica non ha mai tenuto nascosta la volontà di volere entrare a far parte di un mercato vivace e in fermento, come quello dell’auto: proprio la scorsa estate si erano diffuse le prime indiscrezioni su un possibile acquisto da parte della Sud-coreana di Magneti Marelli. Indiscrezioni poi finite nel dimenticatoio, come il possibile accordo.

Ora, però, sembra essere pronta anche a scendere su strada con una tecnologia brandizzata, quella della guida autonoma. Lo scorso anno ha chiesto al Governo locale la possibilità di testare le proprie auto su strada e ora, tale permesso, è stato chiesto ( e accordato) anche negli Stati Uniti.
Un mercato affollato
Il big tecnologico non avrà certo via facile. La stessa strada della mobilità (e della guida autonoma in particolare) è stata scelta dalle molte compagnie tecnologiche. Primo fra tutti a pensare che un’auto potesse guidarsi da sola è stata Google. E se è vero che negli anni numerose aziende come Uber, Baidu, Ford ed Apple si sono lanciate nel settore, è vero anche che Big G. resta avanti, nei test e nella diffusione.
Waymo, divisione automotive di Alphabet (casa madre di Google) ha deciso di portare le sue auto a guida autonoma su strada, a servizio dei cittadini. Il programma parte dalla città di Phoenix, in Arizona, dove una flotta composta da 500 nuove Chrysler Pacifica (fornite da Fca) equipaggiate con il sistema autonomo è pronta a trasportare tutti coloro che lo desiderino. Si, chiunque potrà effettuare una richiesta tramite le pagine del sito ufficiale e chiedere di essere portato a destinazione, sperimentando così l’esperienza di un viaggio in modalità self-driving. Un un sistema centralizzato riceverà le richieste degli utenti, tra cui la posizione dove l’auto deve recarsi per prendere il passeggero, verificherà se il tragitto da compiere è del tutto sicuro per la modalità self-driving, suggerirà eventualmente un punto di partenza o di arrivo diverso, e sceglierà il percorso migliore da intraprendere.
La normativa vigente, però, non permette ancora all’auto a guida autonoma di guidare in completa autonomia. Ed è per questo che a bordo delle ibride plug-in Chrysler Pacifica saranno presenti ingegneri in grado di prendere in ogni momento il controllo manuale del veicolo se ne
Risale a poche settimane fa, invece, la sigla del memorandum per lo sviluppo della piattaforma tecnologica per l’auto a guida autonoma tra Fca, Bmw e Intel. La casa automobilistica italiana entra nel consorzio Bmw-Intel, impegnandosi nello studio del software e nell’applicazione della tecnologia di livello 3 e 4 su un primo gruppo di 40 auto a guida autonoma, entro la fine del 2017.
Il consorzio era nato lo scorso anno, nel luglio del 2016. I due colossi sono al lavoro lla tecnologia di guida autonoma di livello 3. L’ingresso della casa di Torino nel consorzio è dovuto alla sua esperienza nel mercato del NordAmerica, dove registra “significativi volumi di vendita”, si legge in una nota diffusa da Fca.
Fca “beneficerà direttamente delle sinergie e delle economie di scala che sono possibili quando le aziende si alleano con una visione e un obiettivo comuni”, ha commentato l’accordo l’ad Sergio Marchionne.
Quanto vale il mercato dell’auto a guida autonoma?

Secondo lo studio, tra 33 anni le self driving car avranno contribuito al Pil della Ue a 27 Stati per 17 trilioni di euro.






