Più interesse a muoversi e viaggiare e non solo per lavoro e tanto traffico per le strade, maggiore attenzione verso la mobilità, elettrica ibrida e a idrogeno, con un nuovo trend in ascesa: più mobilità condivisa (car pooling e car sharing) e meno desiderio di possedere un’automobile o una moto.
Eccolo, in estrema sintesi, il quadro delineato da uno studio di Motus-E sul settore dell’automotive presentato giovedì 7 novembre a Ecomondo, nei padiglioni del quartiere fieristico di Rimini.
Lo studio indaga le potenzialità offerte dalla mobilità elettrica per rilanciare l’industria italiana. Con una premessa: “La domanda generale di mobilità continuerà a crescere con alcuni cambiamenti radicali rispetto al passato”.
AUTO SEMPRE PIÙ CONNESSE E IPERCONNESSE
Ma di quali cambiamenti parliamo? “I veicoli del futuro si caratterizzeranno per una maggiore complessità a livello costruttivo e i consumatori saranno più attenti anche all’infotainment. Auto connesse in grado di concedere spazio ad alleanze con Google o Apple”, ha spiegato a Rimini Pasquale Salvatore del Center for Automotive and Mobility Innovation dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Secondo gli studi commissionati da Motus-E il mercato prediligerà sempre più un’offerta basata sul fattore “tempo e chilometri” piuttosto che sulla potenza dei motori. E se i processi industriali saranno più complessi a fare la differenza per i grandi player internazionali la chiave per vincere sulla concorrenza sarà necessariamente da rintracciare nell’ambito del post-vendita. Più attenzione alla rete di assistenza diretta al consumatore e di vendita.
QUALI SCENARI NEL BELPAESE?
In un mercato dominato dai costruttori asiatici e – in Europa – da quelli tedeschi, quali strategie possono essere messe in campo per incentivare il mercato dell’automotive nel Belpaese spingendo i costruttori italiani a innovare? Da Motus-E arrivano tre suggerimenti chiave. “Lo Stato deve tornare a investire in forma diretta nell’innovazione e nella ricerca seguendo l’esempio di altri paese industrializzati”, spiega sempre Salvatore. “Ci deve essere più attenzione da parte di tutta la filiera produttiva nell’ambito della ricerca e dello sviluppo in maniera integrata” e in ultimo “la stessa filiera dovrebbe acquisire una dimensione internazionale”. Fondamentale – è emerso sempre nel corso del convegno organizzato a Ecomondo – “intraprendere un percorso che agganci i trend di crescita del mercato, in particolare quello dell’elettrificazione, in primo luogo tramite la costruzione di veicoli a batteria e in un secondo momento a idrogeno”.