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dazi auto elettriche cinesi

Funzioneranno i maxi dazi Ue contro le auto cinesi?

Quali impatti avranno i dazi rialzati decisi dalla Commissione europea sull'importazione delle auto elettriche cinesi? Il punto di Sergio Giraldo tratto dalla newsletter Out

La Commissione europea alza i dazi fino al 48,1% sulle auto elettriche importate dalla Cina, ma sulla reale portata di questa decisione ci sono molti dubbi. Intanto, anche così molte case automobilistiche cinesi restano competitive. BYD, ad esempio, si troverà con un dazio al 27,4% e ciononostante resterà competitiva sul mercato europeo, almeno sino a che i costruttori europei non saranno in grado di recuperare il distacco sui costi di produzione (quando?). Un secondo aspetto da considerare è che i dazi faranno aumentare la velocità con cui le case cinesi apriranno impianti di produzione in Europa o in paesi come il Marocco, i cui porti hanno il vantaggio competitivo di non essere gravati dalla tassa sulla CO2 che invece appesantisce i porti dell’Ue.

Non è un caso che il porto di Tangeri, Tanger Med, sia oggetto di ingenti investimenti cinesi. Per non parlare di Tanger tech city, un investimento da 10 miliardi di dollari (cui la Cina partecipa con Haite Company) per costruire una smart city (sic) e un distretto di alta tecnologia a 20 km dal porto, che si avvia ad essere il quarto porto mondiale. Impiantare una gigafactory da quelle parti, per i cinesi, sembra poco più che un gioco da ragazzi.

Terzo punto controverso: la reazione cinese, che potrebbe colpire anche settori dell’export italiano (qualcuno parla di restrizioni all’import in Cina di prodotti caseari) o le importazioni di auto di lusso, quelle tedesche segnatamente. Quarto punto: per dare fiato all’industria europea dell’auto annacquando la concorrenza cinese sui prezzi, si finisce per tenere alti i prezzi delle auto elettriche, almeno sino a che l’Europa non avrà catene del valore meno costose (chissà quando). Il che rallenta di non poco l’invocata transizione. Infine, le cifre in gioco sono ancora poca cosa (l’export cinese di EV in Ue nel 2023 valeva 11 miliardi di dollari, pari al 2% del totale di circa 500 mld), il che fa pensare che più che di salvaguardia della concorrenza si tratti di una mossa tesa a proteggere la nascente industria europea, ancora traballante nei suoi primi passi, attuando una strategia preventiva.

Tutto ciò, naturalmente, prescinde dall’elemento geopolitico, che vede gli Stati Uniti dettare una linea nei rapporti con la Cina che l’Ue, a quanto pare, intende seguire nonostante la riottosità della Germania.

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