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Auto elettriche: Ford si ritira dalla Cina, mentre Volkswagen insiste

Nel 2022 Volkswagen ha investito quasi quattro miliardi di euro in Cina, mentre le altre case automobilistiche ridimensionano i loro piani. Il punto di Le Monde.

Di fronte alla potenza del Regno di Mezzo, Ford ha annunciato di ridurre gli investimenti nel settore, così come la maggior parte delle case automobilistiche occidentali. Solo Volkswagen, che ricava più della metà dei suoi profitti globali dalle attività in Cina, resiste, osserva Philippe Escande, editorialista economico di Le Monde.

COSA PENSA FORD DELLA CINA

Questa è quella che si definisce una vittoria in campo aperto. O quasi. Una dopo l’altra, le case automobilistiche occidentali stanno riconoscendo la loro incapacità di competere con i produttori cinesi nel campo delle auto elettriche. Si stanno ritirando dalla Cina. L’ultima a farlo è Ford. Il suo capo, Jim Farley, lo ha ammesso martedì 16 maggio in un’intervista al Financial Times.

Secondo lui, i vincitori non sono chiaramente le case automobilistiche tradizionali, ma i nuovi arrivati chiamati BYD, Changan o Li Auto. L’unica occidentale a sopravvivere alla nuova situazione è l’americana Tesla. I campioni dell’auto vecchio stile sono in difficoltà e ne subiscono le conseguenze. Ford ridurrà quindi gli investimenti e si concentrerà sui veicoli commerciali.

COSA PENSA VOLKSWAGEN

Tuttavia, c’è un irriducibile europeo che crede ancora nelle sue possibilità: Volkswagen. Nel 2022 ha investito ancora quasi quattro miliardi di euro. Aprirà un nuovo centro di ricerca e ha speso 2,4 miliardi per un’azienda elettronica cinese.

Per il gruppo, presente in Cina dal 1978 e che ha letteralmente creato questa industria locale, è impensabile ritirarsi. La sua quota di mercato nei veicoli elettrici è crollata ad appena il 2%, contro il 40% del leader BYD. Si trova al nono posto della classifica, mentre la sua intera strategia globale è ora orientata alla transizione elettrica.

Il produttore tedesco attribuisce la colpa ai ritardi nel software. In effetti, questo è il suo principale punto debole in un momento in cui le auto moderne, come quelle di Tesla, stanno diventando dei computer su ruote. Lunedì 8 maggio ha annunciato il licenziamento dell’intero management della sua filiale software Cariad, che impiega più di 5.000 persone e riunisce tutti i cervelli di Volkswagen nel settore. Oggi il costruttore è addirittura superato nel futuro campo dell’auto autonoma.

Per Volkswagen la sfida è quasi esistenziale, visto che ricava più della metà dei suoi profitti globali dalle attività in Cina. Come Ford o Stellantis, può ancora contare sui mercati europei e americani e sta moltiplicando il numero di fabbriche in questi due continenti, soprattutto nel settore delle batterie. Ma anche in questo settore, come ammette il capo di Ford, i cinesi sono indispensabili. È addirittura la ragione principale della sua presenza in Cina. Contenere l’ascesa del drago.

(Estratto dalla rassegna stampa di eprcomunicazione)

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