Dopo anni di grandi difficoltà nel tentativo renderla redditizia, la casa automobilistica statunitense Ford ha infine deciso di riorganizzare drasticamente la sua divisione sui veicoli elettrici. Questa inversione di strategia comporterà la cancellazione della gamma di pick-up elettrici F-Series, la riconversione di una fabbrica di batterie in Kentucky e una generale focalizzazione sulle vetture a benzina e ibride: per esempio, il pick-up elettrico F-150 Lightning diventerà un modello range extender, dotato cioè di un motore termico dedicato alla ricarica della batteria.
La riorganizzazione della produzione non avverrà senza contraccolpi: Ford ha fatto sapere che sosterrà costi per 19,5 miliardi di dollari, che si concentreranno principalmente nel quarto trimestre dell’anno, ma verranno spalmati anche nel 2026 e nel 2027. La società ha ammesso di essersi dotata di una capacità produttiva di batterie troppo elevata rispetto agli scarsi volumi di vendita, e di stare perdendo soldi con le auto elettriche.
LA MOSSA DI TRUMP
Un paio di settimane fa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una netta riduzione degli standard sui consumi di carburante che erano stati introdotti durante la precedente amministrazione di Joe Biden per favorire la transizione industriale alla mobilità elettrica.
“La gente vuole le auto a benzina”, disse Trump, accusando l’amministrazione Biden di aver “costretto le case automobilistiche a costruire auto utilizzando tecnologie costose che hanno fatto salire i costi, salire i prezzi e peggiorato notevolmente le auto”.
In quell’occasione, l’amministratore delegato di Ford, Jim Farley, parlò di una “vittoria per il buonsenso e l’accessibilità economica”.
L’IMPATTO SUI CONTI DI FORD
La divisione sui veicoli elettrici ha perso 5,1 miliardi di dollari nel 2024 e le perdite attese per il 2025 sono ancora superiori. La ristrutturazione dell’unità, per quanto costosa, dovrebbe permetterle di registrare profitti entro il 2029. “Non aveva senso continuare a investire miliardi in prodotti che sapevamo non avrebbero generato profitti”, ha dichiarato Farley a Bloomberg.
La società ha alzato le sue previsioni per il 2025 a 7 miliardi di dollari al lordo degli interessi e delle imposte, rispetto alla stima precedente di 6-6,5 miliardi. A detta di Farley, l’aumento è dovuto ai progressi fatti nella riduzione dei costi e nel passaggio a modelli di veicoli “più redditizi”.
DOPO L’ADDIO ALLE AUTO ELETTRICHE, CHE NE SARÀ DELLE BATTERIE?
Secondo Farley, l’eliminazione pressoché totale degli incentivi all’acquisto di veicoli elettrici da parte dell’amministrazione Trump causerà un dimezzamento della domanda di questi mezzi. Ma che cosa ne sarà adesso delle fabbriche di batterie?
Ford sospenderà la produzione di batterie per auto elettriche nella fabbrica di Glendale, in Kentucky, e sosterrà una spesa di 2 miliardi di dollari per riconvertire la struttura alla manifattura di batterie per lo stoccaggio energetico: gli attuali 1600 dipendenti saranno licenziati, ma verranno assunte 2100 persone quando la fabbrica riaprirà nel 2027. La joint venture con l’azienda sudcoreana di batterie Sk On, inoltre, è stata sciolta.
È un buon momento per le batterie per lo stoccaggio negli Stati Uniti, dove la domanda di elettricità è tornata a crescere dopo decenni di stagnazione grazie ai data center per l’intelligenza artificiale. Stando alla Energy Information Administration, un’agenzia federale, negli Stati Uniti la domanda di batterie per lo stoccaggio di rete – che possono contribuire alla stabilità dell’infrastruttura elettrica, perlomeno finché non vengono costruiti nuovi impianti di generazione – è cresciuta del 50 per cento nei primi dieci mesi del 2025 a 39,3 gigawatt.
Non è scontato, tuttavia, che questa conversione allo stoccaggio si riveli redditizia per le case automobilistiche: la costruzione di batterie è un’attività complicata, innanzitutto; inoltre, le aziende americane non possono nemmeno fare affidamento su una filiera interna, che aiuterebbe a contenere i costi.
Anche la fabbrica di Ford a Marshall, in Michigan, verrà dedicata alla produzione di batterie al litio-ferro-fosfato per lo stoccaggio energetico. Una parte dell’output verrà destinata all’alimentazione di una nuova gamma di veicoli elettrici di piccole dimensioni e a basso prezzo che verrà presentata nel 2027.
LA CONCORRENZA CON I MARCHI CINESI
Farley garantisce che questa nuova linea di auto elettriche economiche – il prezzo di partenza si aggirerà sui 30.000 dollari – permetterà a Ford di competere con i modelli low-cost delle case cinesi come Byd. “Non cederemo il nostro futuro ai cinesi”, ha promesso.
Ford, insomma, non ha abbandonato completamente i suoi piani sull’elettrico, ma li ha marginalizzati. Per esempio, lo stabilimento di Stanton, in Tennessee – ancora in costruzione -, non sarà più dedicato ai pick-up elettrici ma a benzina.
La società prevede che entro il 2030 la metà delle vendite globali proverrà dai veicoli ibridi, i range extender e gli elettrici puri: la quota attuale è del 17 per cento.




