L’agenzia di rating Fitch, una delle più importanti al mondo, ha rivisto il proprio giudizio su Stellantis portandolo da stabile a negativo, facendo inoltre sapere che “non fornirà più rating o copertura analitica” per il gruppo automobilistico controllato da Exor, la holding di John Elkann.
“L’outlook negativo”, ha spiegato Fitch, “riflette le incertezze e i rischi di esecuzione associati al piano di risanamento aziendale, insieme ai potenziali deflussi di cassa correlati alla sua implementazione. La conferma riflette la nostra opinione che il profilo aziendale rimanga solido, supportato da un solido portafoglio di brand e prodotti in linea con quello di società simili”.
L’IMPATTO SULLE AZIONI
Alla borsa italiana, nella mattinata di oggi le azioni di Stellantis sono calate dell’1,3 per cento, a 7,5 euro, per poi tornare verso la parità. Dall’inizio dell’anno, comunque, il titolo ha perso il 40 per cento.
PERCHÉ FITCH GIUDICA NEGATIVAMENTE STELLANTIS
La valutazione negativa di Fitch è legata alle previsioni poco entusiasmanti sui risultati economici di Stellantis nel resto del 2025, dopo i conti “disastrosi” – così li ha definiti Il Sole 24 Ore – del primo semestre. Secondo le stime dell’agenzia, infatti, quest’anno i margini di flusso di cassa libero rimarranno negativi e ciò inciderà sull’Ebitda net leverage, la leva finanziaria.
Per il secondo semestre del 2025 Fitch prevede un Ebit ancora fiacco, intorno al 2 per cento; nel 2026, invece, i margini di Stellantis dovrebbero tornare sopra il 4 per cento grazie – tra le altre cose – al lancio di nuovi modelli.
I RISULTATI ECONOMICI DEL PRIMO SEMESTRE DEL 2025
Nel primo semestre del 2025 il gruppo Stellantis ha riportato ricavi netti a 74,3 miliardi di euro (-13 per cento su base annua) e una perdita netta di 2,3 miliardi (un anno prima aveva registrato un utile di 5,6 miliardi). L’utile operativo rettificato si è attestato a 0,5 miliardi con un margine dello 0,7 per cento (contro il 10 per cento dell’anno precedente).
Il peggioramento dei risultati è dovuto principalmente alle difficoltà sui mercati nordamericano ed europeo e all’impatto dei dazi: il gruppo, infatti, produce all’estero – ma perlopiù in Canada e Messico, il che permette di contenere il danno delle tariffe – il 40 per cento dei veicoli che vende negli Stati Uniti.
Negativi, per 3 miliardi di euro, sono stati poi i flussi di cassa industriali netti, rispetto alla perdita più contenuta del 2024, a 392 milioni.
“Il nostro nuovo leadership team, pur mantenendo un atteggiamento realista rispetto alle sfide che ci attendono, continuerà a prendere le decisioni difficili necessarie per ristabilire una crescita redditizia e risultati significativamente migliori”, ha dichiarato l’amministratore delegato Antonio Filosa.
INTANTO, EXOR…
I cattivi risultati di Stellantis e le numerose operazioni di vendita – l’ultima quella di Iveco all’indiana Tata Motors – sembrano suggerire la volontà di Exor di distaccarsi dal settore automotive per focalizzarsi maggiormente sull’healthcare.