Oramai il comunicato con cui la direzione annuncia di mese in mese il protrarsi delle settimane di stop è una triste consuetudine per i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Atessa, in provincia di Chieti, definito nei materiali stampa del Gruppo “il più grande e flessibile impianto europeo di veicoli commerciali leggeri”, le cui linee di produzione sono state recentemente ammodernate per ospitare la nuova generazione di furgoni Fiat Professional Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper e Opel/Vauxhall Movano.
I CONTINUI STOP AD ATESSA
L’impianto inaugurato nel 1981 è in cassa integrazione dal 10 giugno 2024 con 21 turni tagliati dal calendario dall’oggi al domani. Ora, dopo una settimana di pausa, la direzione di Stellantis Atessa è tornata a incontrare il comitato esecutivo composto da Fim-Uilm-Fismic-Uglm e Aqcf, per dire ai rappresentanti dei lavoratori che la situazione, sostanzialmente, non è cambiata di una virgola.
LE MOTIVAZIONI (SEMPRE UGUALI)
Non è cambiato il mercato, i cui numeri certificano il protrarsi dell’abbassamento della domanda dal Messico, che per le tute blu significa che anche nei prossimi weekend non verrà svolta attività lavorativa nel reparto Ckd di Lastratura; non è cambiata la situazione aziendale, che a fine gennaio aveva spinto l’ex sito Sevel a portare la Cig al 3 marzo in attesa di tempi migliori.
L’ULTERIORE PERIODO DI CASSA INTEGRAZIONE
Allo stato attuale, insomma, l’azienda non può fare altro che comunicare il ricorso a un ulteriore periodo di cassa integrazione, che andrà a decorrere dal 17 al 30 marzo 2025 compresi, interessando sempre 1500 dipendenti sui circa 4.900 della fabbrica della Val di Sangro. Comunicati ormai ciclostilati, sempre uguali mese dopo mese, che rendono più difficile sperare nella ripartenza. E se il futuro sembra plumbeo, a zavorrare ulteriormente l’umore dei lavoratori è il recente storico aziendale.
L’INCONTRO DI MARZO
A inizio marzo dovrebbe tenersi al Mimit di Adolfo Urso un nuovo incontro con l’ormai ex uomo di fiducia di Carlos Tavares, oggi responsabile Stellantis per l’Europa con Jean Philippe Imparato (in attesa della nomina del nuovo Ceo), che almeno sulla base delle molteplici dichiarazioni rilasciate ai quotidiani pare voler ricucire gli strappi italiani dell’ex top manager portoghese.
In quell’occasione i rappresentanti dei lavoratori s’aspettano che Stellantis dia notizie dettagliate sugli investimenti e le produzioni future negli stabilimenti del nostro Paese anche se circola già la voce che lo stabilimento di Atessa difficilmente tornerà a produrre come in passato per assestarsi invece sulle 200mila unità annue, fanno sapere da Usb Lavoro Privato Abruzzo e Molise.
I NUMERI DEL 2024 DI STELLANTIS
Nel 2024, secondo i dati dalla Fim-Cisl, lo stabilimento nel Chietino ha prodotto 192 mila veicoli, con un calo del 16,6% rispetto al 2023. Una notizia doppiamente negativa per il Gruppo dal momento che rivela che la perdita di quote di mercato non riguarda solo il settore delle auto ma anche dei veicoli commerciali. In Italia invece lo scorso anno tra autovetture e furgoni commerciali, stando sempre ai dati elaborati dal sindacato Fim-Cisl, Stellantis ha prodotto 475.090 unità, scendendo dunque al di sotto della soglia psicologica del mezzo milione di vetture. Nel 2023 i mezzi sfornati erano state il 36,8% in più, ovvero 751.384.