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Come si muoverà Fincantieri fra Usa, Qatar e Francia

Tutte le mosse in cantieri di Fincantieri in Usa, Qatar e Francia. Fatti, obiettivi, incognite e problemi

Fincantieri si muove su più fronti. E in più Paesi. Mentre la società guidata da Giuseppe Bono festeggia commesse negli Usa, dall’altra lavora tra Parigi e Bruxelles sull’acquisizione dei cantieri Stx (su cui la Commissione Ue ha chiesto un approfondimento). Nel frattempo, il gruppo italiano e il Ministero della Difesa del Qatar hanno firmato a Doha un Memorandum of Understanding per rafforzare la partnership strategica.

Ecco tutti i dettagli.

PROBLEMI A BRUXELLES

Partiamo dalle notizie non propri felice. La Commissione Europea, dopo una serie di prime verifiche, ha chiesto lumi sull’acquisizione dei cantieri Chantiers de l’Atlantique (ex Stx) da parte di Fincantieri, secondo le indiscrezioni da Bruxelles negli scorsi giorni del quotidiano Repubblica. L’operazione sarebbe – secondo una prima ricognizione dell’Antitrust Ue – “incompatibile” con il mercato interno e le regole di concorrenza, si legge nello Statement of Objections inviato dall’Ue il 21 dicembre a Fincantieri (qui i dettagli).

FINCANTIERI: NO ALL’ACQUISIZIONE A TUTTI I COSTI

Dalla società sono arrivate parole sibilline: “Nulla si fa a tutti i costi ma sarebbe un peccato perdere un’occasione per l’industria europea. Ce la metteremo tutta perché questo non accada, siamo sicuri delle nostre controargomentazioni”, ha detto il presidente di Fincantieri, Giampiero Massolo.

A LAVORO PER RISPOSTA

Il presidente ha anche riferito che il gruppo sta lavorando sulle repliche da inviare a Bruxelles “tra fine mese e metà febbraio” e ribadito che l’eventuale acquisizione non danneggerebbe né i consumatori né gli armatori.

NESSUNA CESSIONE

Fincantieri, per ora, ha anche escluso, come riporta il Sole 24 Ore, una eventuale cessione di asset per convincere l’Europa, coma da soluzione proposta da Banca Imi “che ventilava la possibilità per Fincantieri di attuare alcune misure di riduzione della capacità relative al cantiere di Vard nel Nord Europa (dove, però, la controllata ha più stabilimenti)”, scrive il quotidiano finanziario.

IL MOU CON IL QATAR

Mentre regna l’incertezza sul fronte Bruxelles, Fincantieri può festeggiare per le novità in Qatar, dove ha siglato con il Ministero della Difesa, attraverso Barzan Holdings (posseduta al 100% dal Ministero), che si occupa del potenziamento delle capacità militari delle forze armate dello Stato, un Memorandum of Understanding per rafforzare l”a partnership strategica attraverso la valutazione e gli studi di nuove tecnologie e capacità, che potrebbe portare alla futura acquisizione di nuove unità già nel 2020”, spiega una nota del gruppo.

DI COSA SI OCCUPERANNO FINCANTIERI E QATAR

L’accordo prevede che Fincantieri e Ministero della Difesa si impegnano nella progettazione, costruzione e gestione della base navale, gestione dell’intera flotta navale, implementazione di nuove tecnologie come il Digital Radar e la Cyber Security e di fornitura di nuove unità navali e sottomarini all’avanguardia.

UNA VECCHIA COLLABORAZIONE

Il Memorandun va a rafforzare una collaborazione che dura da tempo: nel giugno 2016, infatti, Fincantieri e Ministero della Difesa del Qatar avevano firmato un contratto del valore di quasi 4 miliardi di euro, per la fornitura di sette navi di superficie, attualmente in corso di costruzione nei cantieri italiani del Gruppo.

IL SUCCESSO NEGLI USA

Nuovi ordini per i cantieri (americani) Fincantieri arrivano anche dagli Usa. Come riporta il Sole 24 Ore, la società di ingegneristica navale, tramite il consorzio guidato da Lockheed Martin, di cui fa parte il suo “braccio” Usa, ha chiuso un maxi contratto della Us Navy per la costruzione di quattro unità Mmsc (Multi-mission Surface Combatants) destinate all’Arabia Saudita.

Il contratto, che vale circa 1,1 miliardi di euro per Fincantieri, rientra nell’ambito del Foreign Military Sales, programma per la difesa e l’addestramento ai partner.

NUOVA COMMESSA IN FRANCIA

Nei giorni scorsi, in Francia Fincantieri ha registrato un nuovo ordine per forniture e installazioni di equipaggiamenti per l’International Thermonuclear Experimental Reactor (Iter), il progetto per la realizzazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale. Il valore della commessa è di quasi 100 milioni di euro. Iter è un progetto i fase di realizzazione a Cadarache, nel sud della Francia, partecipato e finanziato dall’Unione Europea, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America.

NAVIRIS OPERATIVA

Tra le novità che riguardano la Francia c’è anche Naviris: la joint venture paritetica tra il gruppo guidato da Bono e la francese Naval Group è ufficialmente operativa dalla scorsa settimana, quando si è tenuto il primo consiglio di amministrazione della società.

Naviris, che si concentrerà su progetti bilaterali e di export, dovrebbe aprire la strada al consolidamento della difesa navale europea, grazie allo sviluppo di innovative piattaforme militari, nell’ambito del programma European Patrol Corvette (Epc), coordinato dall’Italia, con la partecipazione della Francia.

DIFESA EUROPEA: OBIETTIVO LONTANO

Perché Naviris, però, abbia successo e contribuisca realmente all’obiettivo finale “sarà da un lato necessario porre in essere una politica di difesa comune che incida realmente sulle dinamiche conflittuali, e dall’altro lato sarà indispensabile il superamento delle rivalità geopolitiche tra Francia e Italia”, ha scritto l’analista e firma di Start, Giuseppe Gagliano.

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