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Fincantieri-Stx e non solo, tutte le bordate di Italia, Francia, Germania e Polonia contro Vestager a Bruxelles

I ministri di Francia, Italia, Germania e Polonia chiedono a Bruxelles una maggiore protezione dalla concorrenza straniera statale. Il caso Fincantieri-Stx e non solo. Ecco tutti i dettagli.

Italia e tre Paesi Ue strattonano la Commissione di Bruxelles e il commissario Vestager che bloccò la fusione Alstom-Siemens e che indaga su quella Fincantieri-Stx.

Vestager cambi le regole per le fusioni tra gruppi di Paesi europei. I ministri di Francia, Italia, Germania e Polonia chiedono a Bruxelles una maggiore protezione dalla concorrenza straniera statale. Ecco tutti i dettagli.

ECCO LA LETTERA A VESTAGER

“La natura della concorrenza globale è cambiata, e le aziende europee ora devono competere con quelle straniere che a volte beneficiano di corposi aiuti di Stato o di mercati domestici protetti, a volte anche in elevata misura. Questa situazione richiede una valutazione e una modernizzazione” delle regole sulle fusioni: lo scrivono in una lettera congiunta indirizzata alla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, il ministro delle sviluppo economico Stefano Patuanelli, quello dell’economia francese Bruno Le Maire, il tedesco Peter Altmaier, e il polacco Jadwiga Emilewicz.

L’OBIETTIVO DELL’INIZIATIVA

I quattro chiedono alla commissaria che bloccò la fusione Alstom-Siemens e che indaga su quella Fincantieri-Stx, di accelerare il lavoro di revisione delle regole della concorrenza annunciato dalla stessa Vestager dopo la nomina a dicembre. I ministri le danno anche un scadenza temporale: entro le prossime settimane chiedono che la Commissione adotti un piano di lavoro “con proposte pratiche e regole per affrontare le sfide” indicate. Tra le altre cose, vorrebbero vedere una revisione “della definizione di mercato rilevante per assicurare una concorrenza equa e introdurre una ragionevole flessibilità per meglio tenere in conto l’intervento di Stato nei Paesi terzi, e per considerare, nell’ambito di un approccio caso per caso, l’efficacia dei rimedi”.

LE PAROLE DI CONTE

L’iniziativa arriva dopo le parole di ieri del presidente del Consiglio italiano. “Le regole di concorrenza sono state elaborate tempo fa quando ancora non c’era, almeno ai livelli attuali, il mercato globale, riproporle adesso e continuare ad applicarle in modo pedissequo è un errore”, ha detto il premier Giuseppe Conte ai giornalisti in riferimento alla proposta di fusione Fincantieri-Stx, su cui la Commissione europea ha sollevato timori per la concorrenza. Conte ha indicato di aver parlato di questo dossier con la presidente Ursula von der Leyen.

IL CASO FINCANTIERI-STX

Riferendosi sempre alla fusione Fincantieri/Stx Conte ha aggiunto che “da parte del sistema Italia c’è molta attenzione su questo progetto industriale” e che applicare le norme di concorrenza in modo pedissequo è “autolimitativo per i nostri campioni industriali: dobbiamo favorire la crescita dei nostri campioni che competono con il mercato globale come in questo caso e vanno messi nelle condizioni per poterlo fare”. Per questo “dobbiamo applicare le regole di concorrenza già adesso con prudenza e ragionevolezza”.

CHE COSA COMBINA LA COMMISSIONE UE

Recentemente la Commissione ha esteso la scadenza della decisione finale sulla fusione tra Fincantieri e Stx (Chantiers de l’Atlantique), inizialmente prevista per il 17 marzo, al 17 aprile in accordo con le parti e sulla base del regolamento Ue sulle fusioni. Il tempo supplementare serve alle parti per sottomettere ulteriori informazioni oppure nuovi impegni per convincere l’antitrust Ue a dare il via libera all’operazione. Impegni che riguardano rimedi per superare i problemi di concorrenza sollevati da Bruxelles.

I TEMPI

A fine ottobre la Commissione aveva avviato un’indagine approfondita ritenendo che ‘in un mercato già concentrato e con limitazioni di capacita’, l’operazione proposta possa eliminare l’importante forza concorrenziale rappresentata da Chantiers de l’Atlantique”. L’Antitrust, europeo aveva individuato”‘ingenti ostacoli all’ingresso nel mercato della costruzione di navi da crociera, dovuti alla natura altamente complessa di questo settore, in cui sono richieste, in particolare, infrastrutture specifiche, consolidate competenze ingegneristiche e progettuali, così come notevoli capacità di gestione per coordinare le centinaia di fornitori e subappaltatori che intervengono in tutto il processo di costruzione”. Inoltre aveva stabilito in via preliminare che “non è presumibile l’emergere di nuovi costruttori qualificati in tempo utile a contrastare i probabili effetti negativi dell’operazione, che potrebbe quindi ridurre seriamente la concorrenza in questo mercato determinando un innalzamento dei prezzi, una riduzione della scelta e un freno all’innovazione”.

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