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Fincantieri Appalti

Fincantieri si allea con Newcleo e Rina per le navi a energia nucleare

Fincantieri, Newcleo e Rina hanno firmato un accordo per uno studio di fattibilità per studiare la propulsione navale nucleare, esplorando l'applicazione di un progetto di mini-reattore chiuso da utilizzare su grandi navi

Fincantieri si allea con Newcleo e Rina per studiare la propulsione navale nucleare.

Il gruppo cantieristico di Trieste ha siglato un accordo con Newcleo, azienda di tecnologie nucleari, e con Rina, multinazionale di ispezione, certificazione, classificazione navale, per realizzare insieme uno studio di fattibilità per applicazioni nucleari nel settore navale, sfruttando la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo (SMR) di newcleo.

L’utilizzo dell’energia nucleare pulita per alimentare le navi contribuirebbe a decarbonizzare rapidamente un settore alle prese con l’enorme consumo di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di carbonio, spiega la nota congiunta.

Proprio la scorsa settimana l’industria navale, attraverso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), ha approvato la scorsa settimana al Mepc (Marine Environment Protection Committee) i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, per azzerarle entro o intorno al 2050, ricorda ancora la nota.

“Oggi Fincantieri ribadisce la sua vocazione ad essere pioniere e catalizzatore del progresso nel settore marittimo con tecnologie all’avanguardia, efficienti e sostenibili. L’accordo ci permette infatti di esplorare la possibilità di aggiungere una nuova e visionaria soluzione tra quelle a nostra disposizione per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione che l’industria si è posta” ha commentato Pierroberto Folgiero, ceo e Direttore Generale di Fincantieri.

Già nel marzo dello scorso anno, Fincantieri aveva firmato con Rina un protocollo d’intesa per valorizzare le reciproche competenze, atto a sviluppare sinergie nell’ambito dei carburanti alternativi, della carbon capture e delle energie rinnovabili.

Tutti i dettagli.

L’IMPIEGO DI UN MINI-REATTORE CHIUSO SU GRANDI NAVI

Dunque Fincantieri, Rina e Newcleo hanno firmato un accordo per studiare come le applicazioni nucleari possono aiutare a decarbonizzare l’industria navale, sfruttando la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo (Smr) di Newcleo, azienda impegnata nello sviluppo di reattori innovativi di IV generazione che utilizzano scorie nucleari esistenti come combustibile.

Nello specifico, l’impiego del reattore veloce raffreddato al piombo (LFR) di Newcleo — spiega la nota congiunta — comporterebbe l’installazione di un mini-reattore chiuso sulle navi, che funzionerebbe alla stregua di una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 MW. Ciò richiederebbe rifornimenti sporadici (solo una volta ogni 10-15 anni), una manutenzione limitata e una sostituzione del reattore a fine vita.

“Fin dalla nostra nascita, l’ambizione di Newcleo è stata quella di contribuire ad accelerare la decarbonizzazione e di fornire energia pulita, sostenibile e conveniente per soddisfare le esigenze delle comunità e delle imprese” ha commentato  Stefano Buono, presidente e ceo di Newcleo. “Inoltre, i reattori nucleari modulari di piccole dimensioni saranno la soluzione più efficiente per applicare l’energia nucleare alla propulsione navale civile” secondo Ugo Salerno, Presidente e ceo di Rina.

OBIETTIVO: DECARBONIZZAZIONE DEL TRASPORTO MARITTIMO

Sebbene l’industria navale trasporti ancora il 90% delle merci del mondo e il quarto studio 2020 dell’IMO sui gas serra confermi che le sue emissioni di anidride carbonica sono meno del 3% delle emissioni totali di CO2 prodotte dall’uomo, le azioni dei grandi attori di questo settore hanno il potenziale di guidare i mercati e generare trend, spiega ancora il comunicato.

Secondo le tre aziende, l’utilizzo dell’energia nucleare sulle navi salvaguarda l’ecosistema marino in caso di incidente. Con il progetto di newcleo infatti, il piombo liquido all’interno del reattore si solidificherebbe raffreddandosi a contatto con l’acqua fredda, racchiudendo il nucleo del reattore in un involucro solido e contenendo tutte le radiazioni grazie alle proprietà schermanti del piombo.

Infine, i reattori per prolusione navale di Newcleo eliminerebbero l’attuale necessità di rifornimenti frequenti e, al termine della loro vita, l’intera unità LFR verrebbe semplicemente rimossa e sostituita con una nuova, mentre l’unità esaurita verrebbe portata via per lo smantellamento e il riprocessamento.

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