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Fincantieri Corvette

Fincantieri in pole con le corvette in Grecia, la Francia manovra contro

Secondo fonti transalpine, Fincantieri sarebbe stato preferito dalla Marina di Atene alla francese Naval Group e alla olandese Damen per una fornitura di quattro corvette dal controvalore di circa due miliardi. L'articolo di Pietro Romano

 

La Francia sta cercando di sfruttare a proprio vantaggio l’apertura italiana alla Turchia. Entrando a gamba tesa nei rapporti tra Roma e Atene.

La visita ad Ankara del presidente del Consiglio, Mario Draghi, per presiedere il terzo vertice intergovernativo italo-turco con il presidente Recep Tayyip Erdogan, il primo dopo dieci anni, è stata pubblicamente molto apprezzata nel Paese della Mezzaluna. “Un partner strategico” è stata definita l’Italia nel comunicato della presidenza turca.

Del resto, dopo gli attriti (se non peggio) tra Erdogan e gli altri partner della Nato, Draghi è il primo capo di un governo occidentale a volare in Turchia. Ma, secondo quanto ci risulta, questa apertura non garberebbe alla Francia, molto critica rispetto al governo di Ankara, che vorrebbe approfittarne per “scippare” all’Italia perlomeno una sostanziosa commessa militare greca quasi aggiudicata a Fincantieri.

Secondo fonti transalpine, il gruppo cantieristico italiano sarebbe stato preferito dalla Marina di Atene al francese Naval Group e alla olandese Damen per una fornitura di quattro corvette dal controvalore di circa due miliardi. Le navi italiane (della classe Al Zubarah, lo stesso tipo di corvetta già comprato dal Qatar) sarebbero state giudicate imbattibili per le caratteristiche proprie e nel rapporto qualità-prezzo.

Ma la decisione non si gioca solo sui criteri competitivi classici, anche sulle ricadute geo-politiche. E Parigi, uno dei principali fornitori di armamenti alla Grecia, vorrebbe utilizzare per il proprio tornaconto presunte ambiguità dell’Italia nello scacchiere del Mediterraneo orientale per ribaltare un risultato che, se non assicurato, vede il nostro campione cantieristico nettamente favorito.

Il tentativo francese si serve anche di qualche ingenuità. Sottolineando le prospettive dei rapporti italo-turchi, l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, ha messo tra l’altro in risalto l’importanza della cooperazione italo-turca nell’industria della difesa. Una dichiarazione alla quale si sarebbero aggrappati gli emissari francesi in Grecia per accusare l’Italia di giocare su due tavoli e di prepararsi alla eliminazione dell’embargo occidentale sugli armamenti alla Turchia (deciso dopo l’offensiva di Ankara contro i Curdi nel 2019) per vendere sistemi sofisticati in grado di fare la differenza in caso di un confronto tra Grecia e Turchia. Una tesi che, se la diplomazia e la politica italiana non faranno rapidamente chiarezza, potrebbe fare breccia ad Atene.

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