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Fiat 500E, Smart Fortwo, Renault Twingo e non solo. Ecco le auto elettriche più vendute in Italia

Numeri, tendenze e scenari sulle auto elettriche in Italia secondo l'associazione Motus-E che intravvede un rischio di esaurimento dei fondi. Tutti i dettagli

 

Il modello “full electric” più venduto fino al mese di giugno 2021 si conferma la Fiat 500E, che con 5.107 unità, cresce di oltre il 18% nel mese appena chiuso. Al secondo posto, stabile, la Smart Fortwo con 3.580 unità (+615 rispetto al mese di maggio), seguita dalla Renault Twingo con 3.126 (+829). In quarta posizione, per preferenze, la Tesla Model 3, con 3.115 unità e un +984 mensile, probabilmente dovuto alle politiche di consegna della casa americana. La top five si chiude con la Renault Zoe, che nel mese fa registrare un più 301, a 2.165 unità totali.

IL COMMENTO DELL’ASSOCIAZIONE DI SETTORE

Sono questi i dati più aggiornati sui modelli più venduti in Italia di auto elettriche. “Non si arresta la crescita delle PEV (le auto alla spina Plug-in Electric Vehicle, somma di BEV e PHEV) che questo mese raggiungono le 14.105 unità, toccando un nuovo record sul singolo mese, in termini di quota di mercato pari al 9,4%. A livello aggregato dall’inizio dell’anno si registra una quota di mercato pari al 7,7%, più che raddoppiata rispetto allo stesso semestre del 2020, che peraltro scontava un total market duramente colpito dalla pandemia”, si legge nell’editoriale mensile dedicato alle immatricolazioni di giugno, Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica.

L’ANDAMENTO DELLE AUTO ELETTRICHE

“Nei primi sei mesi del 2021 le immatricolazioni PEV (67.000) hanno già superato le immatricolazioni totali di tutto l’anno 2020 (59.000) – è anche scritto – Nello specifico a giugno 2021 si registrano 7.005 BEV (auto elettriche a batteria) e 7.100 PHEV (ibride plug-in), con un risultato sul semestre di 30.252 BEV e 37.881 PHEV, il triplo delle BEV e 7 volte le PHEV registrate nel primo semestre 2020”.

GLI AUSPICI DI MOTUS-E

Il ritmo di crescita fa auspicare un nuovo intervento del Governo, secondo l’associazione: nonostante la recente integrazione di 56 milioni di euro, i bonus potrebbero non durare fino alla fine dell’anno. “Dato l’andamento di spesa dell’ecobonus con immatricolazioni ben al di sopra delle normali curve di mercato, la situazione si fa sempre più preoccupante. Il rischio di esaurimento dei fondi con largo anticipo rispetto al 31 dicembre è ormai una certezza e secondo gli ultimi scenari di spesa è presumibile che ciò avvenga addirittura a metà settembre.”, ha sottolineato Motus-E.

IL COMMENTO AL PNRR

Nelle scorse settimane l’associazione che riunisce e rappresenta la filiera auto attiva nell’elettrico, ha analizzato e commentato le misure del Pnrr sul settore:  “Le misure green dell’attuale piano, infatti risultano poco ambiziose ed efficaci dal punto di vista dei principi ispiratori del Next Generation EU – ha dichiarato il segretario generale di Motus-E, Dino Marcozzi – con le nostre proposte, vogliamo cogliere l’opportunità offerta dalla mobilità elettrica e dare la giusta spinta al nostro Paese”. La crescita della mobilità elettrica, ormai ineluttabile in tutti i principali mercati mondiali, è infatti un’opportunità secondo l’associazione che l’Italia non può permettersi di ignorare nel contesto del Pnrr, pena la perdita di quote di mercato per le nostre industrie dell’automotive, inclusa la componentistica, del settore elettrico ed elettronico e dei servizi. Di pari passo, la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili, già prevista nel Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC), è indissolubilmente legata alla costante diffusione dei veicoli elettrici, che ne ottimizzano il consumo e possono garantire la flessibilità necessaria al sistema elettrico, si legge in una nota dell’associazione: “Infine le misure previste nel documento sono volte al sostegno dell’economia reale e locale, auspicando una rimodulazione della spesa che finanzi interventi diffusi sul territorio e che accresca le competenze di vari comparti industriali e dei loro lavoratori. Un’imperdibile opportunità per tutti gli stakeholder coinvolti, che indirizzi il nostro Paese verso una mobilità sostenibile a tre dimensioni, ambientale, sociale ed economica”.

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