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Ferrovie, ecco come il Tar tamponerà i conti di Rfi

Fatti, numeri e dettagli sulla vicenda dei pedaggi per la rete ferroviaria.

Meno 48 milioni di euro l’anno. Questa la cifra alla quale dovrà rinunciare fino al 2021 Rete ferroviaria Italiana, la società controllata dal gruppo Ferrovie che gestisce 16mila chilometri di binari in Italia. Andiamo per gradi.

UNA VECCHIA STORIA

Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna fare un passo indietro. Tutto è iniziato nei primi anni del 2000, quando Mauro Moretti era al vertice di Fs-Rfi. Moretti studiò un sistema di pedaggi molto vantaggioso per il gruppo statale.

Il sistema è stato recepito 10 anni dopo dall’Autorità di regolamentazione dei Trasporti, ha scritto oggi Il Fatto Quotidiano.

QUANTO E’ COSTATO QUESTO A ITALO TRENO

Per questo sistema, Italo treno (Ntv) ha pagato 15 euro a chilometro, per poi veder ridotta la tariffa a 8 euro.

I RICORSI

Un sistema oneroso, a vantaggio del gruppo Ferrovie, che non è certo piaciuto alle imprese concorrenti. A fare ricorso contro il sistema sono state le imprese riunite Fercargo diretta da Giancarlo Laguzzi.

LE SENTENZE

Le sentenze, pronunciate da Tar Piemonte, in sostanza affermano che Rfi ha imposto tariffe non congrue e l’Autorità si sarebbe adeguata.

RICORSI ACCOLTI A META’

“Le sentenze del TAR sono state emesse in seguito a un ricorso promosso da alcune imprese ferroviarie operanti nel trasporto merci. Tali imprese si sono viste accogliere parzialmente i loro ricorsi contro le Delibere ART n.75 e n.80 del 2016”, precisa Rete Ferroviaria Italiana a Start.

LA POSIZIONE DELL’AUTORITHY

L’Autorità di regolamentazione dei Trasporti chiarisce la propria posizione sottolineando a Start Magazine: “È paradossale che si definisca in continuità il pedaggio di accesso alla rete ferroviaria prima e dopo l’intervento dell’Autorità di Regolazione dei trasporti. Basti pensare che il pedaggio, dopo la delibera ART n. 70 del 2016 è sceso dai 14 euro dell’era precedente agli 8,3 euro per treno/km. I dati del settore “alta velocità” dimostrano che grazie alle misure regolatorie che ART ha stabilito, sono aumentati passeggeri trasportati, numero di treni, le tariffe dei biglietti sono diminuite. Inoltre, il mercato competitivo così creato ha permesso di attrarre investitori dall’estero. Nulla prima era stato così”.

NUOVE TARIFFE

Dopo le sentenze, sono arrivate nuove tariffe. Il nuovo sistema di pedaggi, infatti, prevede una riduzione media del 4%. “In seguito alle sentenze del Tar Piemonte e al conseguente procedimento di ottemperanza dell’ART, è stato ridotto il livello dei costi ammissibili da remunerare attraverso i canoni, con un conseguente abbassamento delle tariffe PMdA (Pacchetto Minimo di Accesso) e Servizi”, ha spiegato Rfi.

LA BATOSTA AD RFI

Ora, in casa Rfi, è tempo di conteggi per restituire il dovuto. E con questo obiettivo, spiega la società della rete del gruppo Ferrovie, è stato elaborato “un sistema tariffario aggiornato per il primo periodo regolatorio 2016-2021: dal 2019 le tariffe si riducono complessivamente di 48 milioni di euro all’anno. In tale cifra è compresa anche la riduzione dei costi ammissibili per gli anni 2016 e 2017. Per l’annualità 2018 si sta procedendo alla definizione dei conguagli”.

In totale, i minori incassi, per la società della rete ferroviaria, dovrebbero attestarsi sui 200 milioni per il triennio 2019-2021.

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