skip to Main Content

Stellantis Foxconn Auto Industria Automobilistica

Fca, Toyota, General Motors. Che cosa succede alle Case auto negli Usa?

L'articolo di Giusy Caretto

Il mercato dell’auto sta cambiando. Mentre la mobilità si trasforma, facendo spazio all’elettrico, alla guida autonoma e alle vetture condivise, le vendite delle auto tradizionali calano. I consumatori spendono meno in prodotti di grandi dimensioni e si concentrano sull’essenziale, sui servizi.

In America General Motors (GM), Toyota e Fiat Chrysler hanno hanno registrato vendite in calo. Segni negativi si prevedono anche per il mercato europeo, mentre c’è chi per sopravvivere torna a conquistare nuovi e lontani mercati (Pegeout). Andiamo per gradi.

VENDITE IN CALO IN AMERICA

General Motors (GM), Toyota e Fiat Chrysler hanno riportato vendite in calo negli Stati Uniti nel corso del primo trimestre 2019. E le stime di mercato non fanno prevedere nulla di buono: stando alle stime  della National Automobile Dealers Association, l’associazione dei concessionari degli Stati Uniti, il mercato americano delle automobili e dei light-truck potrebbe chiudere il 2019 a 16,8 milioni di unità immatricolare, con un calo del 3% rispetto al 2018, anno in cui il mercato auto ha venduto 17,3 milioni di unità.

Gli analisti scommettono su un calo costante delle vendite di auto negli Stati Uniti. Qui i tassi di interesse più elevati rispetto a un anno fa e l’assenza di incentivi fiscali aggiuntivi spingono le scelte dei consumatori verso un usato in buone condizioni rispetto alle auto nuove.

I NUMERI DI FCA

A testimoniare la situazione critica sono anche i numeri di febbraio registrati da Fiat Chrysler, che dopo un gennaio positivo (+3%) ha chiuso il secondo mese dell’anno con un -2%: la casa auto ha consegnato 162.036 veicoli nel febbraio 2019, rispetto alle vendite di 165.903 veicoli nello stesso mese del 2018.

Guardando ai singoli marchi, Alfa Romeo ha perso il 13% e Jeep ha perso il 4%, con 67 mila immatricolazioni. Fiat ha fatto solo 600 consegne, dimezzando le vendite.

GENERAL MOTORS

La crisi del mercato auto, però, sembra colpire, più di tutti, General Motors che, per evitare il rosso nei bilanci, è costretta a tagliare i costi, chiudendo ben 5 stabilimenti in Nord America, dove sono impiegati circa 20mila lavoratori.

LE PREVISIONI (NEGATIVE) PER L’EUROPA

Secondo un rapporto della banca d’investimento svizzera UBS, le cose potrebbero presto peggiorare anche in Europa. La commissione europea, infatti, promuove norme sempre più severe sulle emissioni di Co2: la cosa porterà ad una perdita complessiva, per le case auto, di circa 8 miliardi nei prossimi due anni, mandando in crisi soprattutto le aziende tedesche.

La francese Pegeout, proprio per mitigare l’impatto delle norme europee, è pronta a tornare sul mercato nord-americano per la prima volta dal 1991 (proprio Pegeout ha acquistato le attività europee di GM, due anni fa).

QUALCHE SPERANZA DI RIPRESA?

Qualcosa, per i mercati, potrebbe migliorare grazie alla pace (tanto attesa da aziende ed imprenditori) tra Cina e Stati Uniti: con la fine della guerra dei dazi, infatti, le auto americane potrebbero essere vendute nella regione asiatica a prezzi ben più bassi di quelli attuali, facendo risollevare le sorti delle principali case auto.

La pace farebbe comodo anche alle case europee, che in realtà producono in America la maggior parte dei veicoli spediti in Cina.

IL CROLLO DEL MERCATO AUTO IN TURCHIA

A far pensare che la questione è ben già compromessa è il mercato della Turchia, dove, come si legge su Business Insider, i consumatori hanno ridotto gli acquisti di automobili addirittura del 60% da gennaio 2018, in base ai dati raccolti dall’analista di Ubs Gyorgy Kovacs e dal suo team.

Qui la colpa è della crisi economica (il Pil 2019 dovrebbe scendere del 2.,9%) ed i numeri così negativi sono testimonianza di come il consumatore punti all’essenziale e al servizio ricevuto più che alla proprietà e alla novità. In pratica, fino a quando le auto funzionano non serve cambiarle.

IL FUTURO E’ DELLE SOCIETA’ DI SERVIZIO?

E anche nel momento in cui le auto saranno da rottamare non è detto che i consumatori acquistino: servizi come Uber e Lyft possono soddisfare le esigenze di mobilità senza costringere l’utente a possedere un’auto.

Back To Top