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Fca Dieselgate

Ecco perché Fca si sollazza in Borsa

In primis le indiscrezioni di un accordo di Fca con Tesla per evitare le sanzioni europee sulle emissioni, poi il patteggiamento per una causa negli Stati Uniti e infine l'upgrade del rating da parte di Dbrs. Tutti i dettagli sulle tre notizie che hanno eccitato il titolo Fiat Chrysler Automobiles in borsa

Tre notizie hanno sostenuto ieri il titolo Fiat Chrysler Automobiles in borsa: le indiscrezioni su un accordo con Tesla per evitare le sanzioni europee sulle emissioni, il patteggiamento per una causa negli Stati Uniti e l’upgrade del rating da parte di Dbrs.

CHE COSA FARANNO FCA E TESLA

In primo luogo, secondo il Financial Times di domenica, che ha citato fonti ben informate, Fiat Chrysler e Tesla hanno trovato un accordo per evitare che la compagnia italo-americana violi le norme europee sulle emissioni (95 grammi/km di CO2 nel 2020 da ridursi del 15% entro il 2025 e del 37,5% entro il 2030). Il mancato rispetto di tali limiti comporterà una multa pari a 95 euro per ogni grammo di CO2/km in eccesso rispetto al limite moltiplicato a sua volta per il numero di veicoli venduti in Europa.

DOSSIER EMISSIONI

Secondo l’ultimo dato ufficiale disponibile, a fine 2017 Fca aveva una media di emissioni in Europa di 120 grammi di CO2/km, circa 28 grammi oltre il suo limite teorico stimato. Ora, stando a quanto stabilisce l’accordo, le auto elettriche di Tesla saranno considerate parte della flotta Fca. In pratica, le zero emissioni del parco vetture elettriche del colosso Usa saranno calcolate insieme alle emissioni medie dei veicoli di Fca allo scopo di raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles ed evitare il rischio di sanzioni milionarie: tra 1,340 milioni di euro e 510 milioni di euro in scenari di diverso andamento delle vendite di veicoli elettrici.

IL REPORT DI MEDIOBANCA SU FCA

E’ abbastanza difficile valutare, ammettono gli analisti di Mediobanca Securities (rating neutral e target price a 15 euro), l’impatto di una potenziale sanzione per Fca che lo scorso anno avrebbe riportato un livello di emissioni di CO2 nell’intervallo 120-125g/km. Infatti, spiegano, questo calcolo dipende dal livello finale delle emissioni di CO2 che verranno segnalate l’anno prossimo e si basa sul numero di veicoli ibridi/elettrici che saranno lanciati da Fca nel 2020 (zero veicoli elettrici o modelli ibridi venduti fino ad ora).

LE STIME PER FCA

“Considerando che il lancio dei veicoli ibridi/elettrici è atteso entro la metà del 2020, prevediamo che Fca superi il suo obiettivo di emissioni di CO2. E supponendo che Fca superi il suo obiettivo di 10 g/Km, l’ammontare della multa da pagare sarebbe intorno a 1,2 miliardi di euro”, calcolano a Mediobanca.

CAPITOLO SANZIONI PER FCA

Ma secondo le stime più pessimistiche le sanzioni “potrebbero anche superare quota 2 miliardi di euro, cifra che, grazie all’accordo con Tesla, potrebbe essere ridotta a zero in cambio di una commissione in favore di Tesla di poche centinaia di milioni”, notano gli analisti di Fidentiis (rating buy e range di valutazione tra 20 euro e 22 euro).

LE INCERTEZZE

Di fatto, Fca acquisterà le basse emissioni di Tesla, ma non è chiaro quante ne comprerà e quanto costeranno, si parla di “centinaia di milioni di euro”, ovvero circa il 2,5% della capitalizzazione di mercato o il 7,5% dell’ebit se l’accordo si aggirasse intorno a 500 milioni di euro. Come risulta dal sito della Commissione europea, Fca ha formato un “pool” aperto con Tesla lo scorso 25 febbraio.

IL MIX TECNOLOGICO

Il fattore determinante per ridurre le emissioni della flotta è il mix di vendita a livello di motorizzazione dato soprattutto dal peso dei veicoli elettrici. Il miglioramento tecnologico dovrebbe portare a un miglioramento di circa l’1% annuo. “L’apporto di Tesla potrebbe essere di circa il 10% nel mix di Fca e pertanto risulterebbe significativo, anche se potenzialmente non sufficiente, per il raggiungimento dei limiti”, avverte un analista. Senza contare, aggiungono a Mediobanca, “che il costo di questo accordo dovrebbe comportare una redditività più bassa per Fca almeno nel 2020”.

IL GIUDIZIO DI BANCA IMI

Anche se le due società non hanno commentato la notizia, “l’accordo sembra positivo per Fca e potrebbe rimuovere un rischio significativo per il gruppo”, commentano gli esperti di Banca Imi che sull’azione Fca mantengono un rating hold e un target price a 14,3 euro. Sono d’accordo quelli di Equita: “Se confermato, questo accordo sarebbe positivo in quanto rimuoverebbe il rischio di significative multe, ma riteniamo che il consenso non sconti nelle valutazioni né le potenziali multe né i costi di questo accordo”, precisano gli analisti della sim che su Fca hanno un rating hold e un prezzo obiettivo a 16,1 euro.

IL PATTEGGIAMENTO DI FCA IN USA

In secondo luogo, la controllata americana Fca Us si è detta “soddisfatta” di avere raggiunto una “soluzione amichevole” nell’ambito di un’azione legale mossa nel gennaio 2016 da due concessionari statunitensi dell’Illinois e della Florida, parte del più vasto Ed Napleton Automotive Group. L’accusa era che il gruppo guidato fino allo scorso luglio da Sergio Marchionne avesse esercitato pressioni affinché i volumi delle vendite fossero gonfiati in modo da sembrare migliori di quello che in realtà erano.

IL GIUDIZIO DEGLI ANALISTI

Fca non ha reso noto i dettagli della transazione. Comunque gli analisti di Fidentiis ritengono che la notizia non abbia un impatto consistente in quanto l’importo della transazione dovrebbe essere modesto e poi dal 2016 il gruppo ha aggiornato la propria metodologia di calcolo delle vendite per eliminare ogni dubbio sulla correttezza dei dati forniti al mercato.

QUESTIONE DI RATING PER FCA

In terzo luogo, l’agenzia Dbrs ha alzato il rating su Fca a BBB (low) dal precedente BB (high). I trend sono stabili. Il miglioramento del giudizio, ha spiegato Dbrs, riflette la continua solida generazione di cassa e utili da parte di Fca, nonché la considerevole riduzione del debito, che ha rafforzato il giudizio sul rischio finanziario della società al di sopra del livello dei rating precedenti. Dbrs ha anche notato che il costo dell’accordo con le autorità Usa per la chiusura della disputa sulle emissioni (800 milioni di dollari) è ampiamente assorbito dal profilo di liquidità di Fca.

LE DECISIONI DELL’AGENZIA DBRS

Il rating di Fca è così diventato “investment grade” e per questo non saranno più effettuate analisi sulle probabilità di recupero del debito senior unsecured (con il conseguente ritiro del relativo rating). Tra i recenti eventi, gli esperti citano la vendita di Magneti Marelli, che aiuterà a pagare un dividendo straordinario da 2 miliardi dopo il closing, attualmente atteso nel secondo trimestre, senza intaccare i parametri creditizi della società”.

LO SCENARIO PER FCA

L’upgrade a investment grade di Dbrs è positivo e segue lo stesso aggiornamento di Fitch a dicembre 2018″, sottolineano gli analisti di Fidentiis, convinti che, dopo la chiusura della vendita di Magneti Marelli prevista per giugno, anche S&P, che ha un rating BB+, e Moody’s che ha un rating Ba2, miglioreranno Fca a investment grade. “Ricordiamo che il Cds di Fca a 5 anno è ora intorno a 140 punti base, mentre quello di Ford, che è già investment grade per tutte le agenzie di rating, è di circa 230 punti base”.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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