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Gedi Elkann

Vi spiego come si muoverà ora Fca. L’analisi di Bertone

Fatti, ipotesi e commenti sulla fine del matrimonio (non celebrato) tra Fca e Renault

Cala il sipario sulla fusione Fca-Renault. Difficile dire se le due aziende torneranno a parlarsi. Per ora si sono presa una pausa, con i giapponesi di Nissan che restano a guardare.

I FATTI

Ieri si è tenuto il consiglio di amministrazione della casa automobilistica francese. La riunione si è chiusa oltre la mezzanotte con un ulteriore rinvio sulla proposta avanzata da Fiat Chrysler di una fusione al 50%.

L’indecisione ha portato Fca a ritirare, con “effetto immediato”, l’offerta di fusione da 33 miliardi di euro, presentata il 27 maggio.

EN ATTENDANT RENAULT

Il consiglio non è stato in grado di prendere una decisione a causa del “desiderio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rimandare il voto a un consiglio successivo”, si legge nel comunicato diffuso da Renault.

PERCHE’ E’ SALTATO L’ACCORDO?

I motivi, molto probabilmente, sono diversi, come le verità che stanno dietro questa scelta.

“Secondo la casa francese, l’accordo a tre è stato raggiunto sulla guidance, sul futuro degli stabilimenti francesi e sugli investimenti nella batteria elettrica in Europa. Non è stato raggiunto sul fronte Nissan: la casa auto avrebbe preso tempo in vista della visita del ministro francese Bruno Le Maire in Giappone. Questa è la tesi francese”, dice a Start Magazine Ugo Bertone, giornalista, editorialista ed esperto del settore.

PER L’ITALIA E’ SOLO UN PRETESTO

Il rinvio non è piaciuto a Fca. “John Elkann ha trovato pretestuosa questa lettura dicendo che sostanzialmente il governo francese è ricorso a una scusa, ma vuole mettere un cappello politico alla questione”, commentato Bertone, ricordando che a Marchionne i francesi non sono mai andati a genio.

CHE RUOLO HA AVUTO EMMANUEL MACRON?

“In tutto questo, in realtà, Macron ha avuto un ruolo marginale. Il presidente francese non si è espresso, lo hanno fatto i suoi ministri”, secondo Bertone. “Dobbiamo comunque ricordare che trattare con i francesi non è facile, ricordiamo quanto avvenuto con Fincantieri. Hanno tutti i nostri difetti statalisti e in più sono decisionisti”, chiosa Bertone.

E NISSAN?

E Nissan? “Per i giapponesi, l’accordo tra Fca e Renault poteva essere un’occasione per giocare un ruolo mi maggiore forza nell’alleanza con Nissan, di cui controlla il 43% dell’azionariato, nonostante abbia maggiori difficoltà finanziarie e di vendita. La fusione, secondo i giapponesi, non sarebbe servita per rivedere gli accordi e l’alleanza in modo che questa rispecchi i rapporti di forza”.

PERCHE’ FCA HA AVUTO FRETTA DI RITIRARE L’ACCORDO?

“Credo che ci sia un aspetto tattico, per ritornare sul tavolo delle trattative in modo più forte, ed un aspetto strategico. Obiettivamente non possono stare lì a crogiolare in attesa di Renault, perché si rischia di aggravare la situazione in attesa di decisioni importanti. C’è da dire, comunque, che c’è incertezza sul futuro degli stabilimenti italiani, nonostante si dica che non chiuderanno. Quando avvengono fusioni di questo tenore ed in vista di un cambiamento epocale della mobilità, c’è sempre un surplus di occupazione”, aggiunge l’editorialista.

VENDITA A HYUNDAI?

Quale futuro dunque si apre per Fca? “La casa auto potrebbe essere venduta in toto a Hyundai, ma questa era una soluzione di certo più accreditata e semplice lo scorso anno. Questa soluzione non è un male per la casa auto italiana: troverebbe chi vuole investire e ha le tecnologie giuste”.

LA CARTA GENERAL MOTORS

In voga potrebbe tornare una vecchia carta: quella di General Motors. “Non ci sono altre importanti possibilità. Se non si pensa a una vendita completa, allora non restano grandi alternative. Ai tedeschi un’alleanza di questo tipo per ora non interessa, con le case cinesi subentrerebbe in gioco Donald Trump, per via di Jeep, Ford si è alleata con Volkswagen. Resta General Motors, ma difficile fare previsioni ora”, conclude Bertone.

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