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Alitalia, ecco i veri conti dei commissari

Gaetano Intrieri ha analizzato per Avionews la relazione dei commissari di Alitalia sui conti dei primi sei mesi del 2020

A circa nove mesi data dal proprio insediamento, l’attuale gestione commissariale di Alitalia ha reso noti i primi dati relativi all’anno 2020.

La prima cosa che occorre notare, è che neanche questa gestione commissariale è riuscita a ristrutturare se non marginalmente gli elevatissimi costi che la compagnia sopporta da anni.

Per come anche evidenziato a pagina 28 della relazione, sono ancora in corso trattative per rinegoziare i contratti di leasing con i 14 lessor fornitori, tutto ciò malgrado ci era stato assicurato dal alcuni personaggi politici sui social e non solo, che si era proceduto alla ristrutturazione dei contratti di leasing degli aeroplani.

La riduzione di costi è infatti solo dovuta al proporzionale decremento delle attività di volo dovuta al Covid.

Ben poco da dire sui ricavi, se non che il crollo degli stessi è essenzialmente dovuto alla pandemia che ha colpito il pianeta.

Ci chiediamo quindi quale si stata la ratio che ha suggerito il management di Alitalia di mandare in giro per il mondo aerei vuoti durante i mesi di marzo ed aprile per incassare in due mesi la sconcertante cifra di meno di 16 milioni di euro. L’impatto di tale scelta lo evidenzieremo di seguito al momento della riclassificazione del risultato economico.

Detto ciò, da quanto riportato a pagina 43 si evidenzia quanto segue:

La cassa iniziale al 1° gennaio 2020 viene dichiarata essere di 586 milioni di euro frutto anche del prestito governativo di 400 milioni che la presente gestione commissariale ha ricevuto come dote all’atto dell’insediamento.

Probabilmente tale prestito è stato contabilizzato nel mese di dicembre 2019, questo ha consentito di poter imputare il valore 0 alla voce prestito governativo, che in realtà è stato di 400 milioni.

Possiamo inoltre dedurre che la cassa iniziale al netto del prestito era di 186 milioni, in gran parte dovuta a ricavi differiti, ovvero a ricavi per prestazioni da eseguire verso i prepagamenti dei biglietti dei passeggeri.

Da ciò possiamo evincere che la precedente gestione commissariale aveva totalmente eroso i 900 milioni di prestito che erano stati concessi dallo Stato nei due anni e mezzo in cui è rimasta in carica.

A questo occorrerebbe aggiungere il debito corrente su cui non si sono mai avute informazioni certe né dall’attuale né dalla precedente gestione commissariale, ma che, lavorando sulla variazione del capitale circolante da aprile 2017 (insediamento della gestione commissariale) al 30 Giugno 2020, dovrebbe spanno metricamente attestarsi ad un importo compreso tra i 200 ed i 300 milioni di Euro.

Riclassificando adesso i dati relativi alla gestione in considerazione della contabilizzazione dell’ammontare della cassa, notiamo che la variazione negativa del capitale circolante per euro 103 milioni sommata ai 16 milioni di tasse e di altre partite contabili non specificate, determina uno sbilancio rispetto agli effetti del risultato della cassa pari a 119 milioni di euro.

Tale sbilancio, che avrebbe impattato sul risultato della gestione operativa e sull’importo della cassa viene ad essere compensato attraverso la dismissione di elementi dell’attivo patrimoniale. Ovvero le maintenance reserve ed una parte dei depositi precostituiti presso Iata.

Quindi di fatto Alitalia in amministrazione straordinaria nel periodo gennaio-giugno 2020 si è finanziata attraverso il proprio attivo circolante per 148 milioni di euro, che al netto di investimenti capitalizzati per 26 milioni di euro, significa che sono stati utilizzati 122 milioni di euro dall’attivo circolante per coprire ulteriori perdite di gestione.

A questi occorre aggiungere i circa 25 milioni al mese con cui lo Stato sta finanziando Alitalia in amministrazione straordinaria sotto forma di cassa integrazione per circa 7 mila lavoratori che considerando i tre mesi del periodo marzo-giugno inclusi nel semestre a cui ci stiamo riferendo, significa che sono ulteriori 75 milioni che lo Stato ha elargito alle casse di Alitalia nel semestre gennaio-giugno 2020.

Da queste note possiamo facilmente desumere che di fatto nel semestre preso in esame Alitalia si è potuta finanziare per circa 200 milioni con introiti che non sono ascrivibili alla gestione operativa, ma piuttosto alla gestione patrimoniale e finanziaria oltre che dagli aiuti provenienti dallo Stato.

Al fine quindi di una corretta valutazione della performance sarebbe necessario quindi sommare alla perdita relativa al primo semestre del 2020 riportata per un importo pari ad Euro 427 milioni i circa 200 milioni sopra indicati. La perdita vera della gestione quindi può essere calcolata per un importo pari ad oltre 600 milioni di Euro, che significa circa 100 milioni di Euro al mese. Una perdita monstre che se venisse confermata su base annua, significherebbe aver perso 1,2 miliardi di Euro in un solo anno. Occorre per completezza del dato rilevare l’impatto negativo che la Pandemia ha avuto sull’intero settore che in parte giustifica questa perdita gigantesca, ma certamente se durante il lockdown si fosse evitato di andare in giro con gli aeroplani vuoti, si sarebbero risparmiati almeno 200 milioni di perdite che come è noto sono a carico dei contribuenti italiani.

(Articolo pubblicato da Avionews; qui la versione integrale)

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