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Dyson

Dyson restituisce al governo inglese il finanziamento per l’auto elettrica

Con la restituzione del denaro pubblico (7,8 milioni di sterline di finanziamento), Dyson mette la parola fine al progetto dell'auto elettrica

Sir James Dyson, il fondatore e proprietario dell’azienda britannica Dyson famosa soprattutto per i suoi aspirapolvere ciclonici, si ritira dalla corsa per l’auto elettrica. Il progetto sarebbe troppo costoso a detta dell’azienda, che restituisce anche il denaro ricevuto dal Governo inglese per far sì che la Gran Bretagna facesse la parte del protagonista nel mercato dell’auto futuro. Andiamo per gradi.

DYSON RICONSEGNA 7,8 MILIONI DI STERLINE

E’ ufficiale, Dyson rinuncia alla produzione dell’auto elettrica. L’azienda britannica, come ultimo atto del progetto fallito, ha anche restituito 7.8 milioni di sterline (poco più di 9 milioni di euro) al governo inglese che aveva deciso di finanziare la realizzazione dell’auto elettrica “nazionale”.

“Il giorno in cui abbiamo deciso di chiudere il progetto abbiamo contrattato un modo per restituire i soldi”, ha affermato un portavoce dell’azienda. La società che, secondo quanto scrive il Telegraph, avrebbe potuto trattenere parte del denaro ha deciso di restituire l’intera cifra.

LA RINUNCIA AD OTTOBRE

Che Dyson facesse un passo indietro in quella che sarebbe dovuta diventare la sfida con Tesla non è una novità di questi giorni. Dyson lo aveva annunciato ai suoi dipendenti ad ottobre 2019, attraverso una mail, in cui si diceva che l’azienda britannica era costretta a fare un passo indietro per l’impossibilità di trovare un acquirente interessato al progetto.

PERCHÈ DYSON HA CANCELLA IL PROGETTO

L’auto elettrica sarebbe dovuta nascere a Singapore, entro il 2020, sotto la guida di Roland Krueger, ex Presidente di BMW Group e di Infiniti, messo a capo della divisione a gennaio 2019. La squadra che ha lavorato alle e-car “ha sviluppato un’auto fantastica: ha seguito un approccio ingegnoso rimanendo fedele alla nostra filosofia”, scrive l’azienda. “Tuttavia, anche se abbiamo lavorato sodo nelle fasi di sviluppo, non vediamo come il prodotto possa essere commercializzato in un modo sostenibile”, aggiunge.

UN FALLIMENTO?

Non tutto di quello che è stato fatto, comunque, andrà perduto. “Questo non è il fallimento di un prodotto, o il fallimento di un gruppo di lavoro, per il quale questa notizia sarà comunque dura da mandare giù. Ciò che hanno raggiunto è stato immenso, considerata l’enormità e la difficoltà del progetto”, aveva detto l’azienda, spiegando che alcune delle soluzioni sviluppate in questi due anni saranno comunque portate avanti.

DYSON LAVORERÀ A BATTERIE

la società britannica, in particolare, continuerà a sviluppare soluzioni per realizzare batterie allo stato solido (che avrebbero dovuto fare la differenza nella vettura elettrica), robot e sistemi di intelligenza artificiale.

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