skip to Main Content

Stellantis Melfi

Draghi e Landini si elettrizzeranno sulle batterie con Stellantis?

Colloqui in corso tra governo Draghi e Stellantis per avviare una collaborazione pubblico-privata per una gigafactory in Italia con soldi pubblici

 

Una gigafactory Stellantis con soldi (anche) del governo.

La quarta casa auto, nata dalla fusione tra Psa e Fca, starebbe discutendo con il governo le condizioni per la realizzazione in Italia di un impianto per la produzione di batterie e componenti per veicoli elettrici. Tutti i dettagli.

LE INTENZIONI DEL GOVERNO

Partiamo dalle intenzioni. Il governo Draghi vuole una propria gigafactory ed ha previsto, nel Pnrr, lo stanziamento di 600 milioni di euro di fondi pubblici.

LE DISCUSSIONI CON STELLANTIS

Ora lo stesso governo ha avviato dei colloqui con Stellantis, per avviare una collaborazione pubblico-privata, provando a superare il miliardo di euro di investimenti, per dotare il Paese di un’infrastruttura strategia per la mobilità elettrica.

“Le discussioni sono al livello di un confronto sul principio di una gigafactory per coprire le future necessità (di Stellantis). Vanno studiate le condizioni con le autorità italiane”, afferma a Reuters una fonte vicina al dossier a Stellantis.

L’INCONTRO CON GIORGETTI

La settimana scorsa Carlos Tavares, ceo di Stellantis, e John Elkann, presidente della casa auto, hanno avuto un incontro virtuale col ministro dell’Industria Giancarlo Giorgetti.

“C’è stato uno scambio sul principio della copertura delle esigenze di batterie di Stellantis e, dato che il gruppo produce numerosi veicoli in Italia, ci sarebbe un interesse comune nel discutere le condizioni di una gigafactory in Italia” spiega la fonte.

IL PIANO

In ballo ci sarebbe la realizzazione di uno stabilimento con una capacità produttiva di circa 37 GWh annui, impiegando 500 dipendenti specializzati. Il progetto, oltre al via libera italiano, dovrà ottenere l’autorizzazione della Commissione europea in relazione alla normativa sugli aiuti di Stato.

IL RUOLO DI STELLANTIS

Stellantis potrebbe guidare il progetto. La casa auto, d’altronde, non ha mai fatto segreto delle sue intenzioni sulle gigafactory. Lo scorso aprile, ricorda Reuters, l’azienda italo-francese ha annunciato di voler realizzare, nel corso di quest’anno nuove gigafactory in Europa e Stati Uniti, oltre alle due già in progetto in Francia e Germania, in joint venture con una controllata di TotalEnergies. Sul piatto ci sarebbe un investimento complessivo di 5 miliardi di euro.

I NODI DA SCIOGLIERE

Da stabilire è se le discussioni tra Stellantis ed il governo Draghi dovrebbero avere un esito positivo, i dettagli del progetto definitivo e il luogo dove potrebbe essere costruita la giga-factory.

LA POSIZIONE DELLA FIOM-CGIL

Michele De Palma, responsabile auto di Fiom Cgil, oggi non a caso al Corriere della Sera ha detto: “Uno dei punti del confronto con Stellantis e col governo è che tipo di transizione stiamo costruendo. Serve uno stabilimento che produca le batterie perché sarebbe una verifica indiretta dei volumi. Non si possono tenere all’oscuro i lavoratori. Non c’è un tavolo che ci permetta di capire quali scelte stia facendo l’azienda. Ci arriva solo il tema della riduzione dei costi. Ma è chiaro che con volumi ridotti al minimo i costi-Paese sono più alti. Invece dobbiamo costruire una filiera per tutelare le aziende di componentistica. Lo Stato ha garantito a Fca 6,3 miliardi di prestito. Dicono che la condizionalità fosse il mantenimento dell’occupazione fino al 2023. Dopo che succede?».

Back To Top