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Tesla

Come sarà la Gigafactory di Tesla in Europa

Tutti i dettagli sulla Gigafactory 4 di Tesla che sorgerà in Europa nell'approfondimento di Pierluigi Mennitti

Il dado è tratto. Elon Musk ha scelto gli ultimi minuti della cerimonia dei premi “Goldenen Lenkrads” organizzata dalla Bild per annunciare la nascita della Gigafactory 4 sul suolo europeo. E se la scelta della Germania non ha suscitato in verità grande sorpresa (le voci si rincorrevano ormai da mesi), lo ha fatto quella di Berlino.

È alle porte della capitale, nell’area prossima al nuovo aeroporto Berlin-Brandeburgo (che dovrebbe aprire i battenti nell’autunno del prossimo anno, con nove anni di ritardo) che sorgerà la nuova fabbrica di Tesla. Precisamente a Gründheide, nel Brandeburgo, la regione che circonda Berlino, un’area sulla quale tempo fa aveva gettato gli occhi Bmw per costruire un suo stabilimento. Ora sorgerà sotto le insegne di Tesla. Di certo Elon Musk non è un tipo scaramantico. Al contrario: la fabbrica dell’auto che più di tutte stimola l’immaginario della mobilità del futuro verrà fuori a un tiro di schioppo dal più clamoroso flop della recente storia dei trasporti tedeschi, il nuovo aeroporto di Berlino.

TUTTI I NUMERI DELLA GIGAFACTORY DI TESLA ALLE PORTE DI BERLINO

Musk vuol scrivere lì una nuova storia della mobilità. La gigafactory 4 segue i tre stabilimenti già operativi in Nevada, nello Stato di New York e a Shangai ed è il cavallo di Troia con cui Tesla intende espandere la propria presenza sul mercato europeo. Dopo aver fulminato con la sua dichiarazione la platea che assisteva alla cerimonia di quello che in fondo è considerato in Germania un premio regionale, è poi stato lo stesso Musk a fornire ulteriori dettagli attraverso il suo account Twitter. Giga Berlin produrrà batterie, powertrain e auto, a partire dalla Model Y e assieme allo stabilimento di produzione nascerà un centro di progettazione e sviluppo. Informazioni corredate da bizzarri cuoricini nei colori della bandiera tedesca, nero-rosso-oro. Gli esperti ritengono che nella fabbrica berlinese verranno sfornate anche le auto di media cilindrata del Modell 3. “Tutti sanno che l’ingegneria tedesca è fantastica, sicuro”, ha civettato Musk con il pubblico, nel quale sedevano esterrefatti i Ceo di Volkswagen, Audi e Bmw, “e questo è in parte il motivo per cui stiamo localizzando la nostra Gigafactory europea in Germania. Creeremo anche un centro di ingegneria e design a berlino, perché Berlino ha alcune delle migliori opere d’arte al mondo”. I media fanno circolare previsioni su 10.000 nuovi posti di lavoro, cosa che ha galvanizzato i politici della città, e si ipotizza l’avvio della fabbrica entro il 2021.

I POLITICI GIOISCONO PER I 10.000 POSTI DI LAVORO PREVISTI

E infatti pure la classe politica berlinese, spesso sonnolenta, accusata di provincialismo e di scarsa attenzione verso il mondo delle imprese (per insipienza e pregiudizi Google rinunciò qualche mese fa alla costruzione di una sua centrale europea), s’è destata. Sarà che il nome di Tesla è legato alla visione ecologica di auto elettriche, la leader locale dei Verdi Ramona Pop si è subito presentata con un tweet entusiasta, dando il benvenuto alla nuova impresa: “Chi ha una visione viene a Berlino, benvenuta Tesla nella regione metropolitana”, ha scritto. Anche la Cdu, che nel Senato cittadino siede all’opposizione, si è felicitata per la scelta. I due partiti propongono che il centro di progettazione e sviluppo venga realizzato in città, e si è aperto un curioso derby fra gli aeroporti. I Verdi propongono Tegel, l’attuale aeroporto cittadino che andrà in pensione dopo l’apertura del nuovo e che i piani urbanistici di Berlino vorrebbero destinare proprio a incubatore di aziende innovative. La Cdu mette in gioco Tempelhof, l’ex aeroporto da tempo trasformato in un parco pubblico ma con una struttura sotto tutela che potrebbe trasformarsi in laboratorio tecnologico.

FRANKFURTER ALLGEMEINE: TESLA ATTACCA LA CONCORRENZA TEDESCA IN CASA SUA

Ma più di tutti in subbuglio è entrato il mondo dell’industria automobilistica tedesca, alle prese con una complicata e lunga fase di transizione verso l’elettromobilità. Un passaggio avviato in ritardo e solo come via d’uscita rispetto alla caduta d’immagine del dieselgate, lo scandalo che ha investito principalmente Volkswagen e, in misura minore, altri grandi marchi di casa. In questa fase irrompe il ciclone Tesla, portando a Berlino investimenti, know-how, entusiasmi ma anche una diretta concorrenza su un mercato che nei fatti deve ancora partire. La Frankfurter Allgemeine Zeitung riporta i dati delle preferenze degli automobilisti tedeschi che hanno già optato per un veicolo elettrico: si tratta appena dell’1,7% del mercato, ancora una nicchia, eppure in questa fascia è l’americana Tesla a prevalere (9300 auto vendute all’anno) su Renault (8300) e Bmw (8000). Il primo produttore tedesco è solo al terzo posto. “Sebbene si tratti di piccoli numeri, uno sguardo al mercato mostra che l’attuale numero uno nelle vendite di auto elettriche in Germania ha deciso di attaccare la concorrenza tedesca direttamente a casa sua”, scrive il quotidiano di Francoforte, “e questo rende la fabbrica berlinese di Tesla qualcosa di più del tentativo di un principiante di recuperare terreno rispetto alle consolidate imprese del settore. Tesla vuol combattere davanti”. Gli unici dubbi, conclude la Faz, riguardano lo scarto che c’è sempre tra la spettacolarità degli annunci di Musk e i tempi e i modi nei quali vengono poi effettivamente realizzati.

HANDELSBLATT: MUSK VIENE DOVE L’INNOVAZIONE PER L’ELETTROMOBILITÀ SARÀ PIÙ SPINTA

“La Germania diventa hotspot dell’elettromobilità” è il commento dell’Handelsblatt, che esalta più i vantaggi della scelta di Musk coniugandoli con un ritrovato orgoglio nazionale. “I tedeschi hanno dormito durante il primo tempo della partita dell’elettromobilità ma poi vi si sono gettati con grande decisione”, scrive il quotidiano economico. Nell’editoriale si ricorda la decisione netta di Volkswagen per l’elettrico all’indomani del dieselgate, e si sottolineano i progetti avviati attraverso la definizione di tre stabilimenti per la produzione di auto elettriche con cui l’azienda di Wolfsburg intende diventare capofila del settore. “A Musk non è sfuggito questo rapido mutamento di rotta dell’industria automobilistica e anche della politica tedesca”, conclude il quotidiano economico, “e se vuole giocare ancora da protagonista il secondo tempo di questa partita, deve venire laddove lo sviluppo sarà significativamente più avanzato”. Per l’Handelsblatt è sicuro che il secondo tempo della partita, presumibilmente quello decisivo, si giocherà in Germania: “Benvenuto al party, benvenuto in Germania” si conclude con enfasi l’articolo.

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