La scorsa settimana la casa automobilistica americana Ford ha dovuto annunciare lo stop del proprio hub Rouge Electric Vehicle Center, il più avveniristico impianto dell’Ovale Blu per la produzione di auto elettriche, a causa di un incendio che ha colpito un fornitore di alluminio interrompendo le consegne: adesso a tirare giù le serrande per il medesimo motivo sarà invece lo stabilimento Warren Truck Assembly in Michigan di Stellantis.
La stampa di Detroit sulla base delle testimonianze di alcuni rappresentanti sindacali parla di una sospensione che dovrebbe durare almeno tre settimane durante le quali l’azienda, proprio come Ford, proverà a trovare altri fornitori per l’alluminio necessario alla costruzione di parti della carrozzeria.
PER QUANTO STELLANTIS RESTERÀ SENZA ALLUMINIO?
“A causa della carenza di componenti, lo stabilimento di assemblaggio di camion Warren rimarrà chiuso a partire dalla settimana del 13 ottobre per tre settimane”, ha confermato ai media locali la portavoce di Stellantis, Ann Marie Fortunate. “Si prevede che lo stabilimento riprenderà la produzione nella settimana del 3 novembre”.
Lo stabilimento al momento sforna Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer: entrambi i modelli Stellantis presentano cofani e portiere in alluminio. Lo stop di tre settimane, sebbene non direttamente collegato alla crisi in cui versa l’azienda, arriva in un momento di tensione in cui l’impianto ha lavorato solo su di un turno.
ECCO COSA BLOCCA L’INDUSTRIA DELL’AUTO USA
Un portavoce di Novelis, multinazionale con sede ad Atlanta, ha confermato al Detroit Free Press che a seguito dell’incidente in un’area cruciale dello stabilimento aziendale di Oswego, nell’omonima contea dello Stato di New York, l’hub sarà costretto a restare chiuso almeno fino all’inizio del prossimo anno.
Un problema significativo per diverse Case statunitensi dato che Novelis, secondo gli analisti, fornisce circa il 40% dei fogli di alluminio utilizzati nell’intera industria automobilistica americana, come sottolinea il Wall Street Journal. Reuters aveva calcolato che lo stop che coinvolgerà il Rouge Electric Vehicle Center di Ford potrebbe avere ripercussioni per diversi mesi, arrivando a stimare perdite fino al miliardo di dollari.
LE ALTERNE FORTUNE DELLO STABILIMENTO DI WARREN
Proprio lo stabilimento di Warren nell’ultimo periodo è stato al centro delle crescenti e continue frizioni tra i sindacati americani e l’azienda dopo la decisione di Stellantis nell’agosto del 2024, all’epoca guidata ancora da Carlos Tavares, di tagliare 2.450 operai in un hub che, secondo i dati reperibili online sul sito della stessa Stellantis, dovrebbe attualmente dare lavoro a 3.583 persone.
Le proteste dell’Uaw, il principale sindacato dei metalmeccanici nel settore automobilistico, appoggiato persino dalla Casa Bianca (l’inquilino allora era Joe Biden) avevano però spinto il Gruppo a ingranare una rocambolesca retromarcia e l’11 settembre 2024 era stato annunciata la decisione di investire circa 97,6 milioni di dollari nello stabilimento per la produzione di una futura Jeep Wagoneer elettrificata così da assicurare la continuità dopo l’uscita di scena del Ram 1500 Classic.
Con il cambio della guardia a Washington però gli investimenti sulle vetture elettriche si sono fatti meno convenienti (anche perché la nuova amministrazione ha subito fatto coriandoli degli incentivi previsti per chi acquista auto a batteria, finiti il 30 settembre scorso). Così il 14 ottobre 2025, nell’ambito dei nuovi maxi investimenti annunciati per non indispettire Donald Trump, l’azienda ha reso nota anche l’intenzione di sviluppare un nuovissimo Suv di grandi dimensioni con motore a combustione interna e autonomia estesa: Stellantis investirà quasi 100 milioni di dollari per riattrezzare la struttura.