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Dongfeng

Che cosa farà la cinese Dongfeng nella società che nascerà da Fca e Psa?

Numeri, tattiche e strategie della società cinese Dongfeng azionista di Psa. Gli scenari sulla fusione tra Peugeot e Fca per il gruppo asiatico

Italia, Francia e Cina. La fusione tra la casa italo-americana Fca e la francese Psa non coinvolge solo l’Europa, ma anche l’Asia. E la Cina in particolare. La casa cinese Dongfeng Motor Group, infatti, ha una quota in Psa.

L’azienda, ad agosto, sembrava volesse uscire dal capitale ed ora, invece, sembra che avrà una quota anche nella nuova realtà. Ma Dongfeng non ha firmato per ora l’accordo di lock-up di tre anni sulle azioni della nuova società. Andiamo per gradi.

L’INGRESSO DI DONGFENG IN PSA

Partiamo dal principio. La cinese Dongfeng Motor Group ha acquisito il 12,23% delle azioni del gruppo Psa nel 2014, per una operazione di 800 milioni di euro. La casa auto asiatica ha ottenuto il 19,5% dei diritti di voto.

IL RUOLO DI DONGFENG NELLA NUOVA SOCIETÀ

Nonostante si vociferasse che Dongfeng volesse vendere le quote di Psa, la società cinese è ancora nell’azionariato della francese. E così Dongfeng si troverà coinvolta nella nuova realtà: la cinese avrà circa il 6,12% delle azioni della nuova società e sarò chiamata a rispettare l’obbligo di non aumentare le azioni della nuova società nei prossimi 7 anni (come previsto per Exor e Bpifrance Participations SA).

LO STATUTO DELLA AZIENDA CHE NASCE DA FCA-PSA

Secondo lo statuto del nuovo gruppo automobilistico, il sistema di loyalty voting sarà tale da non assegnare ad alcun azionista voti in assemblea in misura eccedente il 30% del totale voti espressi.

Exor, Bpifrance Participations e Dongfeng sarebbero inoltre soggetti ad un periodo di lock-up di 3 anni in relazione alle rispettive partecipazioni. Solo alla famiglia Peugeot sarebbe concesso di aumentare del 2,5% la propria partecipazione nella società nascitura nei primi 3 anni successivi al closing (ma solo acquisendo azioni da Bpifrance Participations e DongFeng).

DONGFENG NON FIRMA LOCK-UP DI 3 ANNI

La clausola di lock-up, però, non pare piacere ai cinesi di Dongfeng che non hanno siglato l’accordo che obbliga alcuni azionisti a non cedere, in tutto o in parte, le azioni detenute, per un determinato periodo successivo alla conclusione dell’offerta.

DONGFENG VUOLE VENDERE?

Il fatto che Dongfeng non abbia firmato sarebbe la conferma di una possibile volontà cinese di uscire di scena, come si vociferava questa estate? Non è detto. Secondo alcune fonti finanziarie, infatti, anche se i cinesi non hanno firmato l’accordo di lock-up e se l’intesa prevede la possibilità per la famiglia Peugeot di comprare nuove quote, “non è detto che vendano”, come riportato da Radiocor.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

“La presenza del costruttore cinese offre delle opportunità ma allo stesso tempo può rappresentante un’incognita – ha scritto il Sole 24 Ore – Le opportunità sono evidentemente tutte legate al fatto che l’alleanza con una delle principali compagnie asiatiche può aprire le porte del mercato del Far East al maxi gruppo dell’auto che nascerà dalla fusione tra Fca e Psa. Le perplessità riguardano invece il passaporto di Dongfeng e il Dna per metà americano di Fiat Chrysler: un binomio che, nell’epoca dei dazi, non sempre può risultare vincente.

GLI SCENARI

Ha scritto oggi il Sole 24 Ore: “Secondo quanto fin qui trapelato, non è escluso che tra i cinque membri del consiglio della holding che saranno nominati dal blocco Psa non possa figurare un rappresentante di Dongfeng. Anzi, sono in molti a ritenere che questo possa essere assai probabile. Oggi Dongfeng è presente con due uomini nel board di Psa ed è stato informato fin da subito delle trattative in corso tra la famiglia Agnelli e i Peugeot per la realizzazione del maxi accordo. Ha quindi seguito con attenzione l’intero processo e a questo punto potrebbe anche essere interessato a partecipare alla spartizione delle sinergie che matureranno nei prossimi anni, stimate in 3,7 miliardi l’anno. Diversamente se nei prossimi messi il gruppo dovesse maturare la convinzione che la partecipazione debba essere trattata come una quota finanziaria, è plausibile che possa voler alleggerire la posizione offrendo metà del pacchetto alla famiglia Peugeot. D’altra parte è innegabile che Dongfeng abbia già abbondantemente guadagnato dall’ingresso in Psa”.

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