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Così Volvo si mette al riparo dai dazi Ue anti Cina

Volvo, già alle prese con il richiamo di 72.000 unità di EX30 per via di un problema di software, intende trasferire la produzione delle sue auto elettriche dalla Cina all'Europa per evitare eventuali dazi

Il rapporto con la Cina si è fatto di colpo tumultuoso per la svedese Volvo. Ad aprile il gruppo cinese Zhejiang Geely Holding, meglio noto semplicemente come Geely, ha venduto la totalità delle sue azioni Volvo di Classe B, liberandosi di un pacchetto dal valore di 1,2 miliardi di euro. L’operazione ha causato la fibrillazione del titolo europeo in Borsa. Anche a seguito dell’alienazione, Geely resta comunque il secondo maggiore investitore di Volvo Ab con 88,5 milioni di azioni A. Ora però sulla strada del marchio nordeuropeo nel portafogli di Geely si stagliano i dazi che la futura Commissione Ue potrebbe imporre alla Cina.

VOLVO IN FUGA DALLA CINA?

Sebbene non si conosca ancora il nome di chi siederà nei palazzi del potere di Bruxelles, l’avanzata delle destre nei Paesi fondatori lascia presagire che il dossier che Ursula von der Leyen lascia in cima ai plichi da esaminare per chi le succederà sarà letto con tutt’altro sguardo e mire probabilmente più protezionistiche.

DAZI FINO AL 30%?

Tra le opzioni sulla scrivania dei futuri commissari la possibilità di elevare i dazi dall’attuale 10 al 30% (percentuali comunque decisamente più basse rispetto a quelle imposte dagli Usa, che oltrepassano il 100% come pure al recente pacchetto appena varato da Ankara). Per questo secondo il Times, le Case europee più esposte, come Volvo, starebbero ora modificando i propri piani industriali relativi all’elettrificazione del marchio, accorciando di parecchio la filiera.

Inoltre, sempre secondo il Times ci sarebbe il rischio, per gli stabilimenti Volvo presenti nel Regno Unito, che gli svedesi attuino la medesima strategia, accentrando la produzione nel continente.

LO STABILIMENTO DI GAND

Due gli stabilimenti cinesi che potrebbero essere “abbandonati” (solo per ciò che concerne le vetture destinate all’Europa, dato che in loco proseguirà la produzione per il mercato asiatico e per tutti quei Paesi che non si trincerano dietro misure economiche anti cinesi) a favore degli impianti del Vecchio continente: Zhangjiakou e Daqing. Le auto elettriche “made in China” di Volvo dovrebbero trovare casa nella fabbrica belga di Gand.

I MODELLI ELETTRICI INTERESSATI

Si tratta di uno stabilimento che andrà obbligatoriamente riammodernato: inaugurato nel 1965. ai reparti di finitura e finalizzazione nel 1972 sono stati aggiunti quelli di saldatura e di carrozzeria. E ora rappresenterà il punto focale della strategia elettrica qui in Europa, mediante la produzione dei modelli EX30 ed EX90.

I BUG CHE RALLENTANO LE VOLVO ELETTRICHE

Ma questo trasloco forzato non è l’unica brutta notizia che riguarda le auto elettriche a marchio Volvo. Secondo Bloomberg, infatti, nelle ultime ore Volvo avrebbe iniziato le procedure per richiamare 72.000 unità di EX30 per via di un problema di software che fa sì che il tachimetro entri in modalità test all’avvio dell’auto.

Trattandosi di un bug, dovrebbe essere sufficiente un aggiornamento via etere. “L’anno scorso ha dovuto ritardare il lancio del modello EX90 perché il software non era all’altezza”, ricorda sempre Bloomberg.

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