Abbiamo più volte dato notizia delle diffidenze e degli avvitamenti tutti nipponici sull’auto elettrica. E infatti anche Suzuki, che per le sue strategie di elettrificazione collaborerà con la conterranea Toyota (che ha appena cambiato Ceo ma non sembra comunque decisa a correre con maggior convinzione verso la mobilità alla spina), nel suo ambizioso piano industriale lascia intendere che non intende dismettere ancora i motori endotermici. Una posizione che la accomuna agli altri marchi nipponici.
I PIANI ELETTRICI DI SUZUKI
Questo naturalmente non vuole dire che il Colosso giapponese intenda lesinare sullo sviluppo di nuove tecnologie. Il marchio della prefettura di Shizuoka difatti ha stanziato per il suo nuovo piano industriale 4.500 miliardi di yen (32 miliardi di euro), di cui 2 mila per le attività di ricerca e sviluppo e 2.500 per gli investimenti veri e propri.
Nel dettaglio, dei 2 mila miliardi di yen (circa 14 miliardi euro al cambio attuale), che Suzuki intende stanziare per l’elettrificazione, 500 milioni sono destinati allo sviluppo delle batterie mentre il resto servirà a coprire il lancio di 17 modelli a batteria entro il 2030.
17 MODELLI PER I TRE MERCATI
Di questi, sei saranno destinati al Giappone, tra keicar alla spina e Suv EV con il primo che sarà svelato nell’anno fiscale 2023. La prima vettura elettrica nel Vecchio continente sarà presentata l’anno fiscale successivo, dunque dalla primavera del ’24. In Europa saranno introdotti complessivamente 5 nuovi modelli elettrici. Suzuki ha anticipato che al nostro mercato saranno destinati soprattutto SUV e veicoli di segmento B elettrici. Infine, in India, Suzuki farà debuttare, sempre entro il 2030, 6 modelli elettrici. Il primo sarà presentato nell’anno fiscale 2024.
La Casa si impegna a raggiungere il traguardo della “carbon neutrality” in Giappone ed Europa per il 2050 e in India per il 2070. Quanto ai target finanziari, l’azienda conta di ottenere, nel 2030, ricavi per 7 mila miliardi di yen, a fronte dei 4.500 miliardi previsti per l’esercizio al 31 marzo prossimo.