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John Elkann

Continua la cura dimagrante di Stellantis in Italia: via altri duemila posti

Coinvolti gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Pratola Serra, Enti Centrali di Torino, Termoli e Cento per un totale di circa 1.800 lavoratrici e lavoratori, di cui circa 900 solo negli enti centrali. Con quest’ultima intesa coi sindacati, eccetto Fiom, la riduzione di personale in Italia su base volontaria, in Stellantis potrebbe arrivare a 7mila addetti dal 2021

 

Vietato chiamarli licenziamenti. Sono uscite concordate. Concordate coi sindacati, a eccezione di Fiom e riguardano duemila addetti, prevalentemente nell’Ingegneria e nei servizi indiretti, con integrazioni per quei lavoratori vicini alla pensione e incentivi per chi decide di lasciare l’azienda. È l’ennesima nota stonata che accompagna i risultati del Gruppo, che negli ultimi 12 mesi ha fatto il pieno di utili ma con meno vendite e prezzi più alti: per via dei rincari delle auto, il fatturato di Stellantis è cresciuto del 18 per cento a quasi 180 miliardi di euro nonostante le vendite di auto siano calate del due per cento, mentre in Italia l’ex Fca ex Fiat continua la dieta.

COSA DICONO I SINDACATI FIRMATARI

La firma dell’accordo tra l’azienda e i sindacati metalmeccanici, cui come si anticipava non ha aderito la Fiom, ha riguardato invece Fim, Uilm, Fismic e Ugl, accanto all’Associazione Quadri, che dal canto loro comunicano che «l’intesa riguarderà al massimo 2mila uscite, pari al 4,4% su un’occupazione totale in Italia di circa 47mila addetti, e sarà operativa fino al 31 dicembre 2023».

COSA DICE FIOM

Di tutt’altro avviso Fiom che ribadisce in un comunicato: «Stellantis continua per la strada della riduzione dell’occupazione senza prospettive future. È necessario che il tavolo avviato dal Ministro Urso lo scorso 14 dicembre diventi permanente. Stellantis deve dare risposte e garanzie, sul futuro dei propri stabilimenti, degli enti di staff e dell’indotto dove si stanno per aprire le prime gravi crisi industriali».

Soprattutto si pone l’accento sulla situazione dello stabilimento della VM di Cento, definita «preoccupante» in quanto «si è condiviso un percorso che ha bisogno però di essere sostenuto e monitorato anche dalle Istituzioni. Stellantis continua per la strada della riduzione dell’occupazione senza prospettive future».

COSA PREVEDE LA DIETA DI STELLANTIS IN ITALIA

Nel dettaglio, sono interessati 200 addetti del polo produttivo di Mirafiori, 320 di Cassino e un centinaio alla VM di Cento. Unica eccezione è lo stabilimento Sevel di Atessa, dove l’azienda potrebbe avviare un contratto di espansione e stabilizzare una parte dei lavoratori in somministrazione.

Il grosso, pari a 900 unità, saranno addetti degli Enti centrali e dei servizi commerciali accanto a una settantina di persone in capo alla Security. Con quest’ultima intesa la riduzione di personale, su base volontaria, in Stellantis potrebbe arrivare a quota 7mila addetti in Italia in nemmeno due anni, denuncia sempre Fiom.

L’accordo prevede che ai dipendenti che agganciano la pensione entro quattro anni venga riconosciuto un incentivo che si somma alla Naspi per garantire, per i primi due anni, il 90% della retribuzione e, per gli ulteriori due anni, il 70% della retribuzione, più i contributi volontari.

Agli altri troppo giovani per la pensione verrà riconosciuto un incentivo variabile a seconda della età, a partire da 24 mensilità (minimo 55.000 euro) più 30mila euro per chi ha almeno 50 anni per arrivare a 6 mensilità più 20mila euro per chi ha un’età compresa tra i 35 e i 39 anni. Il personale del settore amministrativo, inoltre, potrà avvalersi di un servizio di active placement senza decurtazioni dell’incentivo.

ECCO GLI STABILIMENTI STELLANTIS INTERESSATI

Le uscite saranno su base volontaria e la buonuscita sarà maggiore con l’avanzare dell’età. L’accordo interesserà al massimo 2.000 lavoratori, circa il 4,4% dell’occupazione totale in Italia, pari a circa 47.000 dipendenti.

Sono interessati gli stabilimenti di Cassino, Mirafiori, Enti Centrali di Torino, Pratola Serra, Termoli e Cento, mentre alla ex Sevel di Atessa è prevista l’apertura di un contratto di espansione con la stabilizzazione di alcuni lavoratori in somministrazione. Circa la metà delle uscite riguarderà gli impiegati, di cui – secondo la Fiom – saranno 900 degli Enti Centrali di Mirafiori. «Siamo a quasi 7000 posti di lavoro persi dal 2021», sottolinea Simone Marinelli della Fiom-Cgil.

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