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Ned Curic

Come la stampa francese vede Stellantis

Troppi marchi, incognita fabbriche e stupore per il ruolo (assente) dello Stato italiano in Stellantis (mentre il governo di Parigi è azionista tramite Bpifrance della Cdp francese). Ecco cosa si dice la stampa francese sulla fusione tra Fca e Psa con la nascita di Stellantis

 

Troppi marchi su cui investire e cinque miliardi di sinergie da realizzare senza chiudere le fabbriche. E poi, che fine ha fatto lo Stato italiano? Non doveva forse entrare nel capitale del gruppo come ha fatto la Francia?

Vista da Parigi, la nascita di Stellantis con la fusione fra Fca e la francese Psa, suscita più di qualche interrogativo.

I cugini d’Oltralpe sono cauti nell’esprimere un giudizio sulle prospettive della quarta casa automobilistica del mondo. Per il quotidiano francese Le Monde, la dimensione del nuovo gruppo può costituire un atout, ma «la sfida è come fare ad assicurare la continuità dei suoi quattordici brand».

CHE COSA SCRIVE LE MONDE SU STELLANTIS

«Mantenere un catalogo sovrabbondante necessita un’importante mobilitazione di risorse per assicurare lo sviluppo e la distribuzione di tutti i brand nel momento in cui il passaggio forzato al mercato dell’auto elettrica esige investimenti notevoli – si legge sul giornale francese – In queste condizioni per Stellantis non sarà facile assicurare la sopravvivenza di tutti i marchi in portafoglio (….) Maserati, unico brand di lusso in seno a Stellantis, può sperare di trovare i mezzi per rimbalzare».

SCENARI E INCOGNITE PER STELLANTIS

Il resto della storia è tutto da scrivere nell’atteso piano industriale che il numero uno, Carlos Tavares, sta mettendo a punto.  Un progetto molto atteso sia dal mercato che dai sindacati, come spiega il giornale francese L’Usine nouvelle. «Stellantis dovrà realizzare cinque miliardi di euro di sinergie senza chiudere impianti – precisa il giornale francese – Gli osservatori sono impazienti di conoscere precisamente la maniera in cui il gruppo realizzerà la riduzione dei costi. Carlos Tavares si è già messo alla prova in materia con la ristrutturazione a tempi record di Psa l’integrazione di Opel-Vauxhall in soli due anni. La sua riuscita è persino considerata come un esempio per il nuovo direttore generale di Renault, Luca De Meo».

CHE COSA FARA’ LO STATO ITALIANO SU STELLANTIS?

Di sicuro nel piano industriale di Tavares si farà chiarezza anche sulle prospettive dei diversi stabilimenti. Inclusi quelli italiani che però non potranno contare su un socio pubblico come potranno fare i francesi. «Dopo essersi opposto al matrimonio fra Fiat e Renault, il governo francese ha salutato positivamente la nascita di Stellantis, assieme all’esecutivo italiano. Veglieremo dai due lati delle Alpi sulle mosse del nuovo colosso che ”contribuirà ugualmente all’impiego industriale in Italia e in Francia” avevano assicurato ad inizio gennaio il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, e il suo omologo italiano Stefano Patuanelli – si legge sul sito di La Provence – Per mantenere il controllo, l’Italia desidera anche entrare nel capitale di Stellantis».

LA RETROMARCIA DEL GOVERNO ITALIANO SECONDO LA STAMPA FRANCESE

O almeno così aveva immaginato inizialmente il governo. Ma poi qualcosa non deve essere andato per il verso giusto. Così alla fine solo lo Stato francese ha scelto questa strada diventando socio della nuova casa automobilistica con il 6,2 per cento tramite la Bpifrancese della Cassa depositi e prestiti francese. Eppure, sul tema occupazione, «bisogna restare in allerta. ”Ci vediamo fra un anno!” come ha sintetizzato un comunicato del delegato sindacale di Psa, Olivier Lefebvre. ”La nostra fiducia nell’avvenire si accompagnerà lungo l’intero esercizio con un’adeguata vigilanza sulle politiche sociali e industriali”».

Come a dire che se si dovranno fare dei tagli, di certo non saranno al di là delle Alpi.

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