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Bono Fincantieri

Come ho fatto grande Fincantieri. Parola di Bono ai dipendenti

La lettera che Giuseppe Bono, amministratore delegato uscente di Fincantieri, ai dipendenti del gruppo

Care Colleghe, cari Colleghi,

dopo vent’anni volge al termine la mia esperienza in Fincantieri. Non sono solito indugiare in personalismi, ma penso che sia giunto il momento di condividere alcune riflessioni e tracciare un bilancio sul percorso che ha portato il nostro Gruppo ad essere riconosciuto come un’eccellenza in tutto il mondo.
Quando sono arrivato, nel 2002, avevamo un unico cliente nel settore civile e uno in quello militare. In una congiuntura non affatto facile, a valle della crisi scaturita dopo i tragici attentati dell’11 settembre e con la fine del sistema dei contribuiti europei per la cantieristica, avvertii subito la necessità di gettare le fondamenta per una nuova Fincantieri, capace di guardare al futuro e di confrontarsi con uno scenario globale.

I capisaldi di questa rivoluzione furono, sin dal principio, l’internazionalizzazione e l’ampliamento delle nostre competenze, che non abbiamo esitato a mettere in atto con scelte coraggiose, rivelatesi corrette. Siamo così entrati nel mercato americano della difesa con l’acquisizione di alcuni cantieri navali. Questo inizialmente ci ha permesso di partecipare in consorzio con Lockheed Martin, leader mondiale del comparto difesa, a un programma per una nuova generazione di navi della US Navy e che si sarebbe rivelato il miglior biglietto da visita per il futuro. Nel tempo abbiamo acquisito credibilità presso l’Amministrazione americana e il Pentagono e dopo qualche anno, affermandoci sui principali costruttori statunitensi, abbiamo conseguito un successo di portata storica: il contratto per la realizzazione del programma delle nuove fregate della classe “Constellation”, basato sulla Fremm, nave multiruolo per la Marina italiana.
Visto il quadro economico particolarmente critico ci siamo impegnati per anticipare e contrastare gli effetti della crisi finanziaria globale, resistere nel momento di maggiore difficoltà e uscirne rafforzati. Lo abbiamo fatto attraverso la ristrutturazione delle attività italiane, con la riduzione di circa il 20% del personale, avvenuta mantenendo in attività tutti i cantieri italiani e senza neppure un licenziamento. Ciò ha consentito di mantenere in attività l’azienda e, nel contempo, di avviare una riorganizzazione dell’attività produttiva che, unitamente al mantenimento delle risorse tecniche e ingegneristiche, ha permesso di rafforzare la nostra posizione competitiva, mettendoci nella condizione di poter espandere sia la base clienti che il portafoglio prodotti.

Questa strategia è stata fondamentale per entrare in una fase ancora più ambiziosa. Ci siamo concentrati sui servizi sempre più richiesti dalla clientela, come il supporto logistico e il post vendita. Abbiamo finalizzato l’acquisizione del controllo di uno dei maggiori costruttori di navi e mezzi speciali offshore, da noi rinominato Vard. Questa società, a seguito della crisi del settore Oil&Gas, è stata riposizionata e inserita nel contesto delle attività di Fincantieri pur lasciandole l’expertise, che ancora oggi mantiene e che viene utilizzata per i parchi eolici e per l’energia.

Tornando a Fincantieri, nel 2014 il nostro percorso è culminato con la quotazione in borsa, con un aumento di capitale e senza iniezioni da parte dei soci, perché ho sempre sostenuto che non dovessimo gravare sull’azionista, ma affrontare il mercato apertamente.
Abbiamo conquistato risultati impensabili in ambito crocieristico, sbarcando in Cina con una joint venture insieme a colossi quali Carnival e CSSC e, in ambito militare, oltre a continuare a lavorare proficuamente con la nostra Marina, ci siamo affermati sempre più nell’export, ottenendo risultati di assoluto rilievo per clienti quali il Qatar e l’Egitto.
Siamo stati i primi ad individuare una politica strategica per il consolidamento dell’industria navale europea, tanto è vero che ci siamo mossi in Francia, vincendo una gara internazionale per l’acquisizione di Chantiers de l’Atlantique, uno dei maggiori player europei nella costruzione di navi da crociera, di proprietà dei coreani. Successivamente, come è noto, il progetto si è arenato per le difficoltà sollevate dall’Antitrust europeo e per volontà dello stesso governo francese che ha nazionalizzato la società. Sempre con i francesi in ambito militare abbiamo dato vita a una collaborazione con Naval Group per il coordinamento commerciale e la ricerca.

Negli ultimi anni abbiamo registrato performance uniche nel panorama mondiale: leadership assoluta nel cruise, con una quota di mercato superiore al 40%, e una resilienza operativa senza pari nel settore, tanto che siamo stati presi a modello in Italia e all’estero per come abbiamo saputo gestire l’emergenza pandemica, riuscendo negli ultimi due anni a rispettare le consegne senza cancellazioni di ordini. Non posso fare a meno poi di menzionare i risultati conseguiti nell’elettronica, nel digitale, nella cybersecurity e nelle infrastrutture, uno su tutti il nuovo ponte San Giorgio di Genova, opera per la quale abbiamo messo al servizio del Paese la nostra capacità unica di gestire processi estremamente complessi nei tempi stabiliti.
Oggi il nostro gruppo registra circa 7 miliardi di ricavi, più che triplicati rispetto al mio arrivo, e un carico di lavoro complessivo che sfiora i 35 miliardi con ben 93 navi in portafoglio e un orizzonte temporale che ci traghetta alla fine del decennio in corso. Abbiamo raggiunto questi straordinari traguardi grazie alla dedizione, alla passione e al forte senso di appartenenza, valori riflessi in voi che siete l’autentico patrimonio dell’azienda. Il “modello Fincantieri” di cui tanto si parla, basato sulla capacità organizzativa, vi vede infatti al primo posto. Per questo abbiamo realizzato forme di sostegno mediante accordi sindacali pionieristici che rappresentano anche la funzione sociale svolta da Fincantieri: asili nido, welfare aziendale, formazione continua dagli operai ai manager e, soprattutto, la strenua difesa di quei presidi senza i quali aree meno fortunate avrebbero sofferto irrimediabilmente.

Sono certo che continuerete ad impegnarvi lungo il percorso di crescita e di affermazione della nostra azienda, forti anche del fatto che abbiamo già tracciato ulteriori opportunità da cogliere e altre certamente si presenteranno grazie al lavoro portato avanti in questi anni.

Se oggi Fincantieri è una straordinaria realtà il merito è soprattutto vostro e della squadra che abbiamo saputo formare insieme. Guidare questo grande Gruppo è stato per me un privilegio.

Il mio ringraziamento sincero va a tutti voi, uno per uno. In questo momento provo un sentimento misto di nostalgia e serenità, quello di chi lascia la propria casa in mani fidate, le vostre mani. Lo faccio senza rimpianti e con la consapevolezza di aver dato tutto me stesso per voi e per il Paese.
Andate avanti a testa alta, orgogliosi del vostro lavoro perché questa grande realtà vi appartiene.

Vento in poppa a Fincantieri!

Trieste, 13 maggio 2022

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