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Coronavirus Germania Merkel Auto

Come e perché Merkel dice Nein ai sussidi per l’acquisto di auto a benzina e diesel

Tutte le ultime decisioni della cancelliera Merkel sul settore auto che fanno borbottare una parte della filiera del comparto e alcuni settori politici. L'approfondimento di Mennitti da Berlino

Probabilmente non è più il motore della potente industria tedesca, come sostiene un recente studio dell’Istituto per l’economia tedesca Iw di Colonia, ma la crisi del comparto automobilistico continua a impegnare gli sforzi del governo. Questa volta, però, la cancelliera ha imposto ai ministri dell’esecutivo la sua chiara direzione di marcia. Nel vertice serale tra rappresentanti del governo, presidenti dei Länder con presenza di industrie automobilistiche, manager dell’automotive e sindacalisti, la cancelliera ha chiuso definitivamente le porte all’ipotesi che nuovi aiuti di Stato possano sostenere il vecchio modello di produzione, cassando così fin da subito le pretese degli industriali e dei politici bavaresi (il presidente del Land Marcus Söder e il suo braccio governativo Andreas Scheuer, ministro dei Trasporti) di attivare bonus per l’aquisto di auto a motore combustibile.

SOSTEGNO AI FORNITORI E ALL’INNOVAZIONE

Alla fine del vertice, tenutosi naturalmente per collegamento telematico, la lista della spesa è piuttosto magra e se mai ci sarà, favorirà la transizione del settore verso l’innovazione o sosterrà con meccanismi di mercato le imprese fornitrici. Di fatto, i boss delle grandi case automobilistiche ne sono usciti a mani vuote.

Seppur espresso in termini burocratici, il messaggio lanciato da Merkel è chiaro nella sua vaghezza: il governo si impegna a valutare se e come sia possibile sviluppare un concetto conforme all’economia di mercato in grado di rafforzare il capitale azionario delle aziende fornitrici. Inoltre, i ministri competenti proveranno a individuare quali ulteriori aspetti possano essere presi in considerazione nell’ambito del già varato pacchetto congiunturale per gli investimenti nell’innovazione del settore dell’automotive. In parole povere (povere come i risultati ottenuti dai manager che solo fino a qualche anno fa avevano ben altro peso lobbistico nelle stanze della politica), la cancelliera è disposta a sostenere un’industria automobilistica orientata al futuro e non al passato: la nostalgia non è un modello di business. E pensare che un tempo Merkel era soprannominata la Autokanzlerin (cancelliera dell’auto).

NIENTE INCENTIVI PER BENZINA E DIESEL

La frazione bavarese aveva provato a toccare il tasto della gradualità nel sostegno all’innovazione, sostenendo che l’industria automobilistica non sia ancora pronta a compiere subito il salto verso le nuove motorizzazioni, e che dalle catene di montaggio escono ancora molti modelli con motori a benzina e diesel. Un aiuto per questo segmento di mercato, ancora vivo, attraverso buoni di acquisto, sarebbe servito a ridurre l’impatto della crisi che rischia ancora nei prossimi mesi di abbattersi sul variegato arcipelago di imprese del settore in termini di disoccupazione. Ma al fianco della cancelliera si sono schierati anche i ministri socialdemocratici, anche loro storicamente vicini al mondo delle grandi imprese dell’auto (e a guida socialdemocratica è un altro grande “Land automobilistico”, la Bassa Sassonia, con Wolfsburg, sede di Volkswagen). In particolare il titolare delle Finanze Olaf Scholz ha rintuzzato le richieste bavaresi e industriali sostenendo che le misure varate dal governo per il settore hanno avuto successo, come dimostrano i numeri in ripresa delle vendite di veicoli.

BOOM DI RICHIESTE DI AUTO ELETTRICHE

E in effetti, le cifre fornite appena qualche giorno fa dall’Ufficio federale di statistica Destatis sull’automotive conferma l’impennata registrata ad agosto della richiesta di auto elettriche, che gli esperti attribuiscono agli incentivi varati dal governo proprio nel piano congiunturale. Oltre ai dati che misurano il grave impatto del covid-19 sulle vendite generali nei mesi precedenti, con pesanti ripercussioni sui modelli più piccoli come la Smart e cali più contenuti per i modelli di punta di Mercedes e Bmw, si evidenzia il rilancio agostano sulle auto a trazione ibrida o elettrica. Gli incentivi possono raggiungere i 9.000 euro per auto elettriche che costano meno di 40.000 euro e i 7.500 euro per i modelli al di sopra di quella cifra. Il risultato è che ad avvantaggiarsi del boom agostano è stata quasi esclusivamente Tesla, le cui vendite sono passate dai 203 veicoli di luglio ai 2.846 del mese scorso: una crescita del 450% in trenta giorni.

IL TOUR TRIONFALE DI ELON MUSK

Tutto questo avviene all’indomani del tour trionfale di Elon Musk in Germania, seguito dalla stampa tedesca come fosse quello di una famosa rockstar. Il ceo di Tesla si è girato mezzo paese, passando dalle stanze della CureVac, la società biofarmaceutica di Tubinga che sta lavorando a uno dei vaccini anti-covid (quella finita a marzo nel mirino di Trump e per la quale poi il governo tedesco ha investito 300 milioni assicurandosi il 23%) agli hangar di Wolfsburg, per farsi un giro con il boss di Volkswagen Herbert Diess sulla ID.3 elettrica dell’azienda tedesca, fino al fastoso sbarco a Berlino per monitorare i lavori della Gigafactory europea in Brandeburgo, incontrare il ministro dell’Industria Peter Altmaier e definire l’acquartieramento della sede centrale e del centro design nell’area tecnologica dell’ex gasometro, nel quartiere di Schöneberg della capitale.

“Deutschland rocks”, è stato l’omaggio di Musk ai tedeschi e l’elogio per lo stato di avanzamento dei lavori. E bisogna riconoscere che mai come questa volta i politici nazionali e locali hanno fatto di tutto per eliminare ogni ostacolo burocratico alla costruzione della Gigafactory che promette oltre 10.000 posti di lavoro. Nessuna indiscrezione, invece, sui motivi del suo blitz da Volkswagen, che ha suscitato voci su una possibile collaborazione tra Tesla e Vw sull’elettromobilità. Ma con il vertice sull’auto di ieri, Angela Merkel ha indicato una volta per tutte che è quella la strada che l’industria automobilistica tedesca deve seguire, se vuole avere ancora un futuro.

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