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Perché Usa e Ue stroncano le mire della cinese Cosco nel Pireo

Che cosa succede al colosso cinese Cosco nel Pireo.

 

A causa delle pressioni dell’UE e degli Stati Uniti, le ambizioni della compagnia cinese Cosco di trasformare il Pireo in una zona portuale industriale per poter porre in essere la Nuova via della seta in Europa sembrano aver subito una battuta di arresto.

Proprio allo scopo di superare questo stallo, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha intessuto trattative riservate con la Cina. Facciamo un passo indietro dal punto di vista cronologico. Come sappiamo, la Grecia aveva concesso alla compagnia cinese Cosco la gestione del porto del Pireo fino al 2043 per una cifra che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro.

Nel 2016 la compagnia cinese aveva acquisito una partecipazione del 51% del porto per un valore di 280 milioni di euro; successivamente – e cioè a metà del 2021 – la compagnia cinese aveva acquistato un ulteriore 16% del porto stipulando accordi per un valore complessivo di 294 milioni di euro.

Considerando il vantaggio economico che la Grecia avrebbe dallo stringere un accordo con Cosco, e nonostante gli incontri che si sono tenuti nel febbraio tra il primo ministro greco e la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e il presidente della camera dei rappresentanti americana Nancy Pelosi, il primo ministro greco rimane convinto della necessità di concretizzare questi accordi.

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