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Chi favorisce (e chi sfavorisce) in Cina la politica di Pechino sulle auto elettriche

L'articolo di Lorenzo Bernardi sugli effetti della politica industriale della Cina in materia di auto elettriche

In Cina si stanno moltiplicando le startup che puntano a produrre e commercializzare auto elettrica, anche in seguito agli incentivi promossi dal governo. Tuttavia, su circa 500 produttori, appena otto hanno ottenuto le due licenze chiave rilasciate da Pechino, indispensabili la prima per costruire veicoli completamente elettrici, la seconda per commercializzarli.

La difficoltà ad ottenere le licenze rappresenta uno dei maggiori ostacoli per il lancio del business, ma la difficoltà riguarda solo le startup, dal momento che i produttori già consolidati sul mercato da tempo non necessitano del rilascio delle licenze.

Ecco perché la via scelta da molte aziende nascenti è stata di stringere partnership e join-venture con aziende affermate, che sono spesso controllate dallo Stato. Chery EV, l’ultima delle otto ad aver ottenuto entrambe le licenze, è consociata del gruppo statale Chery. Lo stesso discorso vale per Bjev (consociata di Baic Group), Yndu New Energy (con Fujian Motor).

Una delle aziende più avanti nel business, Nio, controllata dal gigante di internet Tencent, ha stretto un accordo con la Jac motor (anch’essa statale), a cui ha subappaltato la produzione. Altre, come Haima, si sono appoggiate a big di altri settori, come Alibaba, colosso dell’ecommerce. Invece WM Motor ha puntato su una strategia diversa. Ha acquisito Huanghai, un produttore attivo da tempo, e dispone oggi di stabilimenti che non rendono più necessario il possesso delle licenze.

La necessità di appoggiarsi ad altri soggetti tuttavia per certi versi sta rallentando la crescita del settore. Gli ostacoli li ha esplicitati Nio, che nelle scorse settimane ha presentato la richiesta per quotarsi in borsa negli Stati Uniti e ha evidenziato pro e contro del “modello cinese”. Da un lato, offre flessibilità, scalabilità e buona velocità di atterraggio sul mercato. Per contro, il controllo della qualità e la soluzioni di problemi di produzione presentano maggiori difficoltà.

Non si tratta di problemi da poco. He Xiaopeng, fondatore di Xiaopeng Motors ha evidenziato che le auto “intelligenti”, a differenza di altri device tecnologici, necessitano di tempi lunghi per l’upgrade, fino a due anni. Il risultato: secondo il sito Quarz, nessuna azienda cinese sarà in grado di consegnare più di 10mila auto entro la fine di quest’anno

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