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Hertz

Che cosa nasconde la sbandata di Hertz

Portata ed effetti della decisione della multinazionale dell'autonoleggio Hertz di ridurre la sua flotta di automobili elettriche

La Hertz, la nota multinazionale di autonoleggio, ha annunciato che ridurrà drasticamente la sua flotta di automobili elettriche, cedendo ventimila mezzi ‘ecologici’ e sostituendoli con equivalenti veicoli ‘tradizionali’ a benzina e a diesel.

L’azienda spiega, schiettamente, che il problema dipende fondamentalmente dal fatto che i clienti non vogliono i veicoli elettrici (EV), aggiungendo inoltre che i mezzi in questione presentano costi di riparazione molto superiori rispetto ai modelli convenzionali. In più, le auto elettriche valgono davvero poco sul mercato dell’usato. Infatti, una Tesla modello base costata poco più di $40mila può facilmente perdere ben più della metà del suo valore nei primi due anni, arrivando nei casi più estremi ai $14mila.

La mossa della Hertz per il momento sembra riguardare perlopiù il mercato nordamericano. È comunque un cambio di direzione abbastanza spettacolare. Tre anni fa, a ottobre del 2021, la società aveva annunciato accordi con Tesla e Polestar—una consociata Volvo—che prevedevano la fornitura di 100mila auto elettriche. Secondo l’azienda, uscire ora dall’elettrico dovrebbe costarle una perdita netta stimabile in US$ 245 milioni.

Non sono solo le multinazionali a temere i rischi commerciali derivanti dal ‘troppo verde’. Anche operatori di altre flotte minori stanno ripensando i propri investimenti, come l’inglese Addison Lee, il cui CEO Liam Griffin aveva ordinato l’acquisto di mille Volkswagen ID4 come parte di un piano per “venire pienamente incontro” alla rivoluzione elettrica. Griffin ha recentemente confessato al Daily Telegraph: “Forse abbiamo abbracciato il sogno con un tantino d’entusiasmo di troppo”. Perfino le vendite ai privati sono perlomeno ‘mosce’ e sono perfino in leggera discesa quest’anno nel Regno Unito, dove circa il 16% delle auto nuove vendute sono elettriche.

Quello dell’entusiasmo ‘acritico’ parrebbe essere il vero problema. I parlamenti di molti paesi occidentali stanno esaminando leggi che obbligano al raggiungimento di determinati livelli di emissioni atmosferiche—e relativi risultati commerciali—attraverso tecnologie che però non sono ancora mature.

Un caso per tutti è quello inglese, dov’è entrato in vigore all’inizio dell’anno uno Zero Emission Vehicle (ZEV) Mandate che richiederebbe ai fabbricanti d’auto di assicurare che il 22% dei veicoli che venderanno nel 2024 sia ‘elettrico’, una proporzione che salirà all’80% per il 2030—ciò a fronte di multe massicce per gli inadempienti.

La politica, in molti casi, sta spingendo su acceleratori non ancora collegati…

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