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Unipolsai

Che cosa combinano Unipol e Aviva?

Unipol e Aviva usano i big data per per far pagare di più?, è la domanda che si pone il quotidiano La Verità svelando due documenti delle compagnie assicurative

 

Big data come “nuovo petrolio”. I dati dei cittadini, passati, presenti e in un certo qual modo futuri, interessano ai big tech ma anche alle diverse aziende, assicurative comprese.

Un mix tra dati e intelligenza artificiale potrebbe aiutare le compagnie a profilare meglio i clienti e a scovare eventuali frodi. E non solo: secondo alcuni documenti visionati da La Verità, che prefigurano le intenzioni di Unipol ed Aviva, i big data potrebbero essere utilizzati per rivoluzionare il settore, a tutto vantaggio delle compagnie.

Andiamo per gradi.

AVIVA INTENDE BASARSI ANCHE SUL RISCHIO CREDITIZIO

Partiamo dai documenti di Aviva. Secondo quanto visionato dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, in un documento che risale al 15 settembre e che riguarda la riunione della “commissione motor”, si legge che “all’interno dei parametri che determinano il costo atteso è stato inserito anche l’indice di rischio creditizio”.

Ad essere premiati, secondo la compagnia Aviva, i “clienti che hanno un indice di rischio creditizio basso, i quali avranno un “price cap” (cioè un tetto massimo di pre-mio, ndr) più basso del precedente”. A pagare di più, invece, saranno i clienti con un “indice creditizio alto (una piccola minoranza)”, i quali “presenteranno un “price cap” più elevato”.

PREZZI BASATI SU RISCHIO INSOLVENZA

Cosa significa? In pratica il costo non si baserà solo sul rischio assicurativo, ovvero sulla possibilità della banca di coprire sinistri, ma anche sul rischio creditizio, ovvero sulla possibilità che un cittadino sia insolvente. Possibilità, facile da intuire, che verrebbe rivelata da un incrocio di dati.

La compagnia assicurativa, per il suo obiettivo, dovrà rivolgersi a sistemi di informazioni creditizie (Sic) in grado di riportare un giudizio sull’affidabilità dei pagamenti del cliente.

UNIPOLSAI E LA SENSIBILITÀ AL PREZZO

Cambiamenti in corso sembrerebbero esserci anche in casa UnipolSai, secondo una circolare inviata il 3 agosto scorso dalla direzione di UnipolSai a tutte le agenzie.

Oggetto: la procedura di ricalcolo delle quietanze dei rami elementari (per esempio i danni a cose e la responsabilità civile) a seguito di un “progressivo ma costante deterioramento dei risultati tecnici” riscontrato negli ultimi anni.

La nuova metodologia, spiega La Verità, riguarda la polizza in tacita proroga, i cui premi verranno calcolati tenendo conto di “numerosi fattori”, tra i quali rientra anche “la sensibilità del cliente al prezzo”.

In pratica, sfruttando i Big data, Unipol introduce un algoritmo che tenga conto anche di quanto un cliente sarebbe disposto a pagare per il servizio.

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