Un collo di bottiglia che potrebbe strozzare il decollo dell’auto elettrica è rappresentato dal deficit di meccanici specializzati e di officine indipendenti oltre che dagli alti costi della formazione per i tecnici incaricati di effettuare le riparazioni. Ecco cosa emerge da un recente focus di Reuters, che esamina anche le strategie con cui i grandi gruppi del settore stanno affrontando il problema.
La risorsa che manca
Un elemento fondamentale della transizione alle auto elettriche (EV), rimarca Reuters, è la disponibilità di un congruo numero di meccanici specializzati e indipendenti che permettano di contenere i costi di manutenzione. Ma in tutto il mondo si riscontra proprio una carenza di questi operatori, con l’effetto di costringere gli automobilisti a ricorrere alle costose prestazioni delle officine dei concessionari in franchising.
Alti costi
Molti meccanici sono esitanti ad affrontare i costi per la formazione e per l’attrezzatura necessari a riparare auto che dispongono di un sistema che funziona a 400 e 800 volt che potrebbe provocare un elettroshock o addirittura causare la morte istantanea di operatori inesperti.
Deficit di meccanici
L’Institute of the Motor Industry (IMI) di Hertford in Inghilterra organizza corsi per meccanici di EV in Cina e sta per sbarcare in India e in Europa: secondo le sue stime la Gran Bretagna, che metterà al bando le auto con motore a combustione già nel 2030, avrà a quella data un deficit di 25.000 meccanici specializzati in EV.
Negli Usa, dove le vendite di EV non sono ancora a livello dell’Europa, il Bureau of Labor Statistics prevede che ci sarà bisogno di 80.000 nuovi meccanici specializzati l’anno di qui al 2031. E in Australia la Victorian Automotive Chamber of Commerce stima che al Paese mancheranno quasi 10.000 meccanici nel 2030.
Il timore degli esperti del settore è che i meccanici tradizionali non compiranno affatto il salto all’EV, costringendo gli automobilisti ad affrontare costi più elevati e tempi di consegna più lunghi.
La testimonianza di Warrantywise
In Gran Bretagna opera Warrantywise, compagnia che offre garanzie per le EV: la garanzia di un anno offerta dalla società per un modello 3 della Tesla costa più di tre volte tanto quella di una vettura dal prezzo comparabile e con motore convenzionale.
Il Ceo Lawrence Whittaker ha spiegato a Reuters come la compagnia sia costretta a interfacciarsi con costosi operatori in franchising proprio a causa della carenza di tecnici specializzati e di officine indipendenti. La preoccupazione di Whittaker è che gli alti costi delle assicurazioni e delle garanzie terranno lontani i consumatori dall’EAV.
La situazione in Gran Bretagna
Nella prima metà del 2023 le vendite di EV in Gran Bretagna hanno conosciuto un balzo in su del 33%. Ma il Paese soffre degli stessi deficit riscontrati altrove.
L’IMI stima che solo il 20% dei meccanici britannici ha frequentato corsi di formazione per EV, e addirittura appena l’1% è in grado di effettuare interventi più complessi della manutenzione ordinaria.
Strategie di lungo termine
Consapevoli della sfida, i grandi gruppi del settore stanno tentando di rispondere con strumenti adeguati.
Come sottolinea Reuters, Tesla sta sperimentando il lancio di corsi nei college americani per formare i meccanici del futuro. Un’offerta formativa gestita dalla stessa compagnia è rivolta alle officine indipendenti.
Da sempre attiva nel settore della formazione, la Fondazione Siemens ha lanciato un programma da 30 milioni di dollari per insegnare ai meccanici americani come installare e riparare i ricaricatori per EV.
In vista delio sbarco oltre Manica, la stessa IMI sta cercando di ottenere dal governo britannico un finanziamento di 15 milioni di sterline per aiutare le officine indipendenti a sostenere i costi per la formazione.