La prima a dar vita alla guerra dei prezzi nel settore delle auto elettriche è stata Tesla, con una serie di misure repentine di dubbio successo ma inevitabili, secondo Elon Musk, per perseguire l’obiettivo di allargare il più possibile la propria fascia d’utenza prima dell’arrivo della concorrenza cinese. Adesso la guerra dei prezzi sarebbe alimentata pure da Byd, al momento il solo costruttore in grado di competere ad armi pari con la Casa automobilistica texana (superata per la prima volta, nel mese di aprile, dal colosso cinese nelle vendite nel ristrettissimo mercato europeo).
LA GUERRA DEI PREZZI DI BYD SPAVENTA GLI AZIONISTI
Come scrive il Financial Times, Byd ha annunciato una serie di tagli sui prezzi molto aggressivi, in alcuni casi fino al 35%, e in tutta risposta le azioni del costruttore asiatico sono crollate, con ribassi superiori al 5 per certo che in determinati momenti delle contrattazioni hanno toccato i sette punti percentuali.
MALE ANCHE LE RIVALI CINESI
Tutto ciò si è riverberato anche sui principali concorrenti made in China, da Li Auto a Great Wall Motor passando per Geely Automobile Holdings (tutti con ribassi superiori al 4%) dal momento che gli investitori temono sia ufficialmente finita la fase “tutelata” dal governo cinese e si stia entrando in quella successiva, durante la quale i player principale si faranno una concorrenza spietata nel tentativo di primeggiare.
L’OBIETTIVO DELL’OFFENSIVA NON E’ TESLA
Va del resto in tal senso la decisione di Byd di tagliare temporaneamente (fino alla fine di giugno) i prezzi di listino di ben 22 modelli elettrici: il fatto che negli sconti figurino molte vetture ibride plug-in, lascia supporre che questa nuova guerra dei prezzi non abbia come obiettivo Tesla – che, è noto, produce esclusivamente vetture alla spina – ma i marchi connazionali. L’opinione degli analisti e la paura degli azionisti (in fuga anche dalle rivali) è che Byd intenda ridurre fortemente i margini per guadagnare terreno in un momento in cui in Cina le vendite dei veicoli a nuova propulsione sta rallentando dopo la sbornia dell’ultimissimo periodo dovuta ai finanziamenti statali a pioggia.