Dalla crisi Bombardier iniziata nel 2015 a causa dell’assenza di nuove commesse, nell’autunno 2018 durante un confronto al Mise, i vertici Bombardier annunciarono pubblicamente di essere disposti a valutare un’eventuale partnership in grado rilanciare l’attività ferroviaria in Italia, a partire dal sito produttivo savonese di Vado Ligure.
Nel febbraio 2019, per far fronte alla pesantissima situazione debitoria accumulata dal Gruppo (in gran parte causata dalla divisione Aerospace) l’azienda annunciò la vendita a livello globale dell’intera divisione Transportation con un preliminare di compravendita siglato con Alstom.
L’intero processo di acquisizione è stato sottoposto al vaglio dell’Antitrust europeo che il 31 luglio 2019 ha dato parere favorevole.
Per evitare problemi con l’antitrust, i due gruppi Bombardier Trasportation ed Alstom, hanno valutato la cessione di importanti progetti, che hanno sottoposto come “rimedi” – con una redifinizione del perimetro industriale – all’Unione europea in modo da scongiurare un’eventuale bocciatura.
I “rimedi”, vale a dire la dismissione di progetti che determinassero una posizione dominante sul mercato da parte del nascente Gruppo, sono stati analizzati e valutati dalla Commissione europea che a fine luglio 2019, ha avallato favorevolmente l’acquisizione di Bombardier Transportation da parte di Alstom.
A settembre 2019 è stata annunciata definitivamente la vendita, firmando un accordo vincolante SPS tra le parti e fissato al 29 gennaio 2021 il “one day”, giorno in cui Bombardier Limited UK (proprietaria del 100% della azioni Bombardier Transportation ) è stata ceduta per incorporazione ad Alstom Group.
La piena integrazione di tutti i dipendenti Bombardier Trasportation in Alstom si prevede possa concludersi nell’arco di un biennio. Per quanto concerne i progetti Bombardier Trasportation da dismettere, ovvero Zefiro e Talent 3, al day one è stata attivato un processo di Antitrust monitoring tramite la nomina di supervisori di processo.
Per la Fim Cisl, l’integrazione di due aziende leader nel settore Ferroviario, deve imporre una seria riflessione a tutti i competitori presenti sul territorio nazionale. Tale integrazione, a nostro giudizio, determinerà uno sconvolgimento del mercato, che da un lato vedrà sicuramente ripagare la lungimiranza che Alstom e Bombardier hanno avuto nell’avallare tale operazione, e dall’altro quantomeno vedrà ridimensionarsi gli altri players, se non metteranno in campo azioni tali da affrontare questo nuovo scenario.
È opportuno, inoltre, incalzare le due aziende per addivenire ad un confronto sindacale teso a comprendere il nuovo Piano Industriale e a tutelare i lavoratori coinvolti sui progetti da dismettere. Non sarà in nessun modo possibile determinare per questi lavoratori condizioni diverse da quelle attuali.
Questi modelli di riorganizzazione sono già presenti in altri settori industriali, motivo per cui, lo scorso 28 gennaio, la Fim Cisl ha riunito per la prima volta l’intero coordinamento del settore ferroviario con la presenza di tutti i rappresentanti sindacali delle aziende madri (Hitachi – Alstom- Bombardier – Firema Titagarh ecc) e delle realtà delle manutenzioni e degli appalti.
Un’importante iniziativa che mirava a mettere in relazioni le esperienze e le diversità nelle frastagliate realtà industriali in relazione anche alle aree geografiche. Scopo della giornata è stato quello di formulare una strategia condivisa che ci renda – come organizzazione sindacale – capaci di interpretare da diversi punti di vista lo sviluppo di un settore in crescita, ma che necessita di politiche di settore che supportino lavoratori e imprese anche alla luce delle innovazioni e delle transizioni in atto. Come Fim saremo in prima linea per promuovere sinergie tra imprese, istituzioni e committenti al fine di indirizzare le future strategie del Settore Ferroviario in tutte le sue articolazioni.