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Bici elettriche, la tedesca Bosch ostacola l’italiana Blubrake?

Un Davide tutto italiano contro un Golia tedesco. La startup Blubrake dal fatturato di 2 milioni circa sfida davanti all'Agcm il colosso Bosch che ha chiuso l'ultimo esercizio sopra gli 88 miliardi. Ecco perché

 

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha avviato un’istruttoria nei confronti della società Robert Bosch GmbH per verificare l’ipotesi di abuso di posizione dominante sul mercato europeo dei sistemi di propulsione per biciclette elettriche.

MOTIVO DEL CONTENDERE

Secondo quanto ipotizzato nel provvedimento di avvio, Bosch non avrebbe consentito l’interoperabilità elettrica e digitale tra i suoi sistemi di propulsione e l’ABS per biciclette elettriche prodotto dalla società Blubrake, apparentemente senza alcuna valida giustificazione. Secondo l’Autorità, tale condotta potrebbe escludere l’unico concorrente di Bosch nel mercato europeo degli ABS per biciclette elettriche.

LA START-UP SFIDA IL COLOSSO

Secondo Blubrake, start-up con sede in Italia fondata nel 2015 quale spin off del Politecnico di Milano, oggi parte del gruppo industriale italiano e-Novia, dal fatturato pari a 2 milioni di euro circa nel 2022, la multinazionale tedesca starebbe ostacolando i tentativi dell’azienda italiana di offrire il proprio ABS ai produttori di e-bike equipaggiate con l’e-kit di Bosch. In particolare, Bosch (dal fatturato di 88 miliardi) starebbe creando una serie di ostacoli al montaggio e all’uso dell’ABS di Blubrake sulle e-bike equipaggiate con un e-kit di Bosch, favorendo in tal modo l’acquisto, il montaggio e l’uso del proprio ABS, a discapito di quello di Blubrake.

Blubrake riferisce all’autorità italiana che tale strategia ha avuto l’effetto di impedirle di accedere alla gran parte dei produttori di e-bike, che rimane nel predominante appannaggio di Bosch. Ciò starebbe pregiudicando le sue prospettive di crescita e lo sviluppo sul nascere dell’unica forma di concorrenza attualmente esistente nel mercato degli ABS per e-bike con potenziali di crescita significativi.

LA PERDITA DI CLIENTI LAMENTATA

In particolare, la start-up italiana ha riferito – come emerge dall’istruttoria Agcm – di essere stata contattata alla fine del 2018 un produttore di e-bike per valutare la possibilità di equipaggiare alcuni modelli di e-bike che avrebbero avuto un e-kit di Bosch – il BES2 – con l’ABS di Blubrake. Il Y-cable di Bosch era tuttavia incompatibile con l’ABS di Blubrake. Né risultava esistente un Y-cable sviluppato ad hoc da Bosch per collegare l’ABS di Blubrake all’e-kit, nonostante l’esistenza di una prassi di mercato in tal senso per le componenti di terze parti.

Blubrake e il suo potenziale cliente hanno quindi iniziato a collaborare per sviluppare un nuovo cavo a Y compatibile modificando quello di Bosch (ma mantenendolo tecnicamente identico). Le prove di funzionamento elettrico eseguite con il cavo realizzato da Blubrake nel febbraio 2019 davano esito positivo e venivano comunicate al cliente. Quest’ultimo, tuttavia, rappresentava a Blubrake le proprie preoccupazioni in relazione a possibili problematiche che Bosch avrebbe sollevato in punto di garanzia dell’e-kit, che secondo lo stesso produttore di e-bike, non sarebbero dipese da questioni tecniche, ma dal fatto che Bosch non avrebbe consentito di integrare un ABS diverso dal proprio con il BES. Agli inizi del 2019, Blubrake proponeva al potenziale cliente una soluzione alternativa basata sulla sostituzione di uno dei connettori di un altro Y-cable di Bosch. La soluzione veniva testata e approvata dal cliente, che avviava la produzione di alcuni modelli di e-bike equipaggiati con l’e-kit Bosch e l’ABS Blubrake, che sarebbero stati disponibili nei negozi di rivendita dai primi mesi del 2020.

Successivamente, Bosch contattava il produttore di e-bike elencando una serie di asseriti possibili rischi relativi alla qualità e alla sicurezza, connessi alla integrazione dell’ABS Blubrake con il proprio e-kit per mezzo del Y-cable modificato da Blubrake, e riferiva che, in caso di incidenti, avrebbe segnalato questi rischi agli acquirenti. Blubrake rassicurava il cliente circa ogni singolo possibile rischio tecnico paventato da Bosch. Cionondimeno, il produttore di e-bike smetteva di rispondere alle comunicazioni di Blubrake senza fornire alcuna giustificazione all’interruzione della collaborazione, che non veniva più ripresa.

Una vicenda analoga si è poi verificata anche con un altro produttore di ebike, che nel 2020 contattava Blubrake per montare l’ABS di Blubrake su alcuni modelli delle proprie e-bike equipaggiate con il BES. Anche in questo caso l’integrazione dell’ABS Blubrake con l’e-kit Bosch sarebbe stata attuata, con l’approvazione del nuovo potenziale cliente, attraverso la seconda soluzione tecnica già individuata per il precedente. Il produttore di e-bike procedeva a realizzare i telai e a ordinare i campioni per fare i test di integrazione finale. Da quanto finora acquisito agli atti emerge che in seguito il produttore di e-bike, tuttavia, interrompeva bruscamente i contatti con Blubrake senza spiegazioni.

BOSCH, SI MUOVE L’AGCM

Nei giorni scorsi i funzionari dell’autorità italiana hanno partecipato alle ispezioni condotte nelle sedi estere di Bosch e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, con l’assistenza dei funzionari degli enti omologhi tedesco e olandese; sono state altresì svolte ispezioni nelle sedi in Italia, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

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