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Tavares

Batterie, l’asse tra l’europea Stellantis e la giapponese Panasonic passa dagli Usa (per l’Ira di Biden)

Dopo Tesla, aumentano i costruttori occidentali interessati alle batterie di Panasonic: coi giapponesi starebbero trattando Stellantis (che finora si era rivolta ai coreani di Lg e Samsung) e Bmw (che aveva sempre guardato alla Cina). Obiettivo? Costruire impianti in America La geografia commerciale non sempre corrisponde a quella reale. E così può capitare che il…

La geografia commerciale non sempre corrisponde a quella reale. E così può capitare che il percorso più redditizio per congiungere il gruppo europeo Stellantis (con la costola statunitense rappresentata da Chrystler) con la nipponica Panasonic passi per gli Usa, se si tratta di produrre batterie elettriche. Perché proprio in America è possibile accedere ai benefici dell’Ira di Joe Biden, quel provvedimento sostenuto con forza dall’attuale inquilino della Casa Bianca volto a facilitare a colpi di sussidi e di esenzioni fiscali la transizione verde negli States ma che gli alleati commerciali degli Usa, a Est e a Ovest, considerano protezionista e sleale. Il pacchetto, infatti, sta ridisegnando gli approvvigionamenti delle maggiori Case automobilistiche nel settore dell’auto elettrica, lasciando soprattutto il Vecchio continente sguarnito di investimenti privati.

IL DIALOGO SEGRETO TRA STELLANTIS E PANASONIC

Secondo il Wall Street Journal, Stellantis sarebbe in trattative con i giapponesi di Panasonic per realizzare una fabbrica di batterie in Nord America. Si tratterebbe della terza gigafactory nordamericana per il gruppo guidato da Carlos Tavares che finora si era sempre rivolta ai gruppi coreani: dopo avere avviato i lavori per un impianto in Canada in sinergia con LG e in Usa con Samsung avrebbe voluto costruire il nuovo altrove, ma poi gli incentivi statunitensi avrebbero fatto il resto.

ANCHE BMW PARLA GIAPPONESE?

Tant’è che anche un altro costruttore europeo, Bmw, starebbe trattando in via parallela sempre con Panasonic per costruire impianti di batterie in Nord America. Bmw finora ha siglato contratti per due impianti con le cinesi Catl ed Eve Energy tra Cina ed Europa, mentre per gli Stati Uniti le batterie saranno fornite da un’altra azienda cinese, la Envision.

LE TENSIONI USA-CINA CREANO NUOVE ALLEANZE

Per quanto riguarda le gigafactory di batterie da impiantare negli Usa la scelta di Bwm di avviare negoziati con la Panasonic non sarebbe motiivata dalla tecnologia messa a punto dai giapponesi ma da motivi prettamente politici: viste infatti le rinnovate tensioni tra Washington e Pechino, i tedeschi, che pure proprio nell’automotive restano i migliori alleati occidentali del Dragone, hanno preferito rivolgersi ai giapponesi così da mettersi al riparo nel caso dovesse scoppiare una guerra dei dazi.

I GIAPPONESI LE FANNO MEGLIO

Quando si parla di batterie elettriche, comunque, Panasonic è una vera autorità in materia, tanto da essere stato scelto da Tesla quale fornitore privilegiato: negli impianti nipponici sono arrivati a una miniaturizzazione delle celle che i competitor ancora non hanno raggiunto, questo senza danneggiare le prestazioni delle batterie, ma anzi avvantaggiando le auto che le montano che risultano più leggere. Vengono inoltre ritenute più sicure.

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