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Autostrade Meridionali

Autostrade Meridionali e Intesa Sanpaolo, tutti i tamponamenti fra Edizione e il fondo Hermes

Che cosa succede tra i soci di Autostrade Meridionali. Ecco numeri, fatti e ricostruzioni

 

Edizione tampona il fondo Hermes,

Il consiglio di amministrazione di Autostrade Meridionali, facente capo al gruppo Atlantia, principale asset di Edizione Srl, di proprietà della famiglia Benetton, ha bocciato la proposta del socio Hermes Linder Fund in merito alla distribuzione del dividendo nella misura massima consentita.

Tre le motivazioni per cui Autostrade Meridionali respinge le attese del fondo Hermes: le richieste del ministero delle Infrastrutture, la sentenza del Tar e l’impugnazione della sentenza stessa. Tutti i dettagli.

LA RICHIESTA DI HERMES LINDER FUND

Partiamo dalle richieste. Il socio Hermes Linder Fund, gestito da Praude Asset Management titolare del 7,01% del capitale di Autostrade Meridionali, ha chiesto di mettere all’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti dell’8-9 aprile la proposta di distribuire un dividendo “nella misura massima consentita in funzione degli impegni contrattuali assunti dalla società”.

COSA HA DECISO EDIZIONE

Richiesta, però, non accolta dal cda di Autostrade Meridionali che già nelle scorse riunioni aveva stabilito, a votazione maggioritaria, “di fissare a 0,50 euro la proposta di dividendo per l’anno 2021 nelle more della definizione dei punti ancora aperti con il concedente” e con un payoff superiore al 54% dell’utile di periodo.

LA RICHIESTA DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE

Quali i punti in questione? Il ministero delle Infrastrutture ha chiesto ad Autostrade Meridionali, che gestisce l’Autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, di non distribuire dividendi “prima di aver sottoscritto un atto aggiuntivo alla convenzione con annesso piano finanziario coerente con la delibera CIPE 38/2019”, spiega una nota aziendale.

LA SENTENZA DEL TAR DEL LAZIO

Il Tar Lazio, però, ha emesso una sentenza con la quale ha dichiarato, che per la società controllata da Edizione, non è applicabile “la delibera Cipe ai fini della definizione del Piano a governo del periodo di ultrattività del rapporto concessorio (2013 – fino al subentro del nuovo concessionario) da regolare, per quanto attiene alla remunerazione del Capitale Investito, come richiesto dalla Concessionaria”.

L’IMPUGNAZIONE DEL MIT

Decisione, quella del Tribunale, non condivisa dal Mit: il concedente, così, il 2 marzo ha impugnato innanzi al Consiglio di Stato la sentenza del Tar Lazio e “comunicato il rigetto del PEF presentato da parte di” Autostrade Meridionali.

La pendenza del giudizio “evidenzia che è astrattamente possibile l’accoglimento della domanda del Ministero, tesa ad ottenere l’annullamento della pronuncia già intervenuta”, spiega la società, aggiungendo che “tale denegata ipotesi, ancorché improbabile, va considerata in relazione al possibile prosieguo del rapporto di gestione della concessione. Anche in considerazione del fatto che il nuovo concessionario, per quanto previsto dagli atti di gara, non può subentrare nella concessione prima di aver definito e quindi pagato il richiamato Valore di Subentro al concessionario uscente”.

TEMPI INCERTI

E ancora, aggiunge la società del gruppo Atlantia: “Non vi è dunque certezza sui tempi di effettivo subentro e sul fatto che la delibera Cipe non trovi applicazione nei confronti della società”. E in tal caso “il peggiorativo trattamento economico-finanziario per la remunerazione del valore di subentro, potrebbe comportare un progressivo depauperamento del patrimonio netto della società”.

IL CONTRATTO CON INTESA

Autostrade Meridionali precisa anche che “il contratto di finanziamento con Intesa Sanpaolo prevede un covenant, ancora attivo, che limita la distribuzione dell’utile di periodo ad un massimo di 3 milioni annui”. L’importo rapportato al numero di azioni rappresentative del capitale sociale (n.4.375.000 azioni) prevederebbe, per quanto non indicato espressamente dal Socio di minoranza, un dividendo di € 0,68 per azione. Il dividendo deciso dalla società ha un payoff superiore al 54% dell’utile di periodo.

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